
Stiamo davvero assistendo al ritorno dei media fisici? Vinili, audio-cassette e stereo piacciono anche alle nuove generazioni

Anche quest’anno come succede in realtà da diversi anni a questa parte, si possono trovare in rete diversi articoli e contenuti video che parlano del ritorno delle audio-cassette. Non si tratta di una bufala, ma neanche di una verità in senso assoluto. Tutto sta nel chiarire cosa si intende per ritorno. Perché è vero: da un certo punto di vista le audio-cassette, che pensavamo ormai essere prossime all’estinzione, sono tornate di moda. Lo dimostra il fatto che diverse popstar di fama mondiale, come ad esempio Taylor Swift, Sabrina Carpenter o Charlie xcx, sono tornate a pubblicare i loro album su cassetta.
È vero che le cassette stanno tornando?
Quando si parla di ritorno delle cassette nel 2025 non si deve quindi pensare a un ritorno su larga scala in grado di sovvertire il modo attuale di ascoltare la musica. Quel tipo di ritorno è pura fantascienza. Anche se negli ultimi anni c’è stato effettivamente un forte aumento delle vendite di cassette, si è parlato addirittura di un aumento del 200% in UK nel primo trimestre 2025, non bisogna dimenticare che questo aumento percentuale è stato possibile solo perché il punto di partenza con cui fare il confronto nel frattempo era diventato molto basso.
La cassetta è stata inventata nel 1963 dall’ingegnere della Philips Lou Ottens (lo stesso che poi inventerà il Cd) e ha raggiunto il suo massimo splendore negli anni ’80 e ’90, per poi cadere in disgrazia dal 2000 in poi. La rinascita di cui si parla oggi (a dire il vero se ne parla già da un decennio, il che non fa altro che dimostrare quanto la cassetta sia un formato duro a morire) viaggia su cifre molto più piccole rispetto al suo passato glorioso, nell’ordine delle decine di migliaia di copie, per intenderci.
Sono numeri nettamente inferiori anche rispetto a quelli che coinvolgono l’attuale mercato del vinile, che invece gira nell’ordine dei milioni di copie e rimane ad oggi il supporto fisico musicale più venduto. Fatta questa doverosa premessa, il ritorno delle cassette resta un trend in aumento molto interessante, talmente particolare, diversificato, complesso e imbevuto di storia della musica, che merita comunque di essere approfondito su più livelli.
È davvero il supporto peggiore per ascoltare la musica?
Dead Kennedys cassette tape from 1981. "Home taping is killing record industry profits! We left this side blank so you can help." pic.twitter.com/NKJzUieBw2
— Joe Cox (@JosephCox) October 6, 2017
Sulle prime potrebbe sembrare un fenomeno difficile da comprendere perché per molti aspetti la cassetta audio è considerato il supporto peggiore per ascoltare la musica. Innanzitutto, la qualità dell’audio di partenza è nella maggior parte dei casi inferiore a quella degli altri supporti fisici e digitali: i bassi sono deboli, al di sotto dei 40 Hz, mentre gli alti si attenuano al di sopra dei 10 kHz e tutto ciò che sta in mezzo suona un po' ovattato. In più c’è la questione del fruscìo del nastro, un problema che in passato era stato parzialmente risolto con l’introduzione del sistema Dolby noise reduction, ma dal 2016 Dolby non ha più concesso la licenza per questa tecnologia, pertanto le cassette prodotte oggi suonano peggio di quelle vecchie, o meglio, suonano peggio di quello che era lo standard delle cassette dei tempi d’oro.
Un altro limite delle cassette, infatti, è rappresentato dal logoramento fisico del nastro: in pratica, il nastro magnetico all'interno delle cassette si consuma ad ogni riproduzione, generando una distorsione sempre maggiore del suono, fino a quando il nastro non diventa così logoro che rischia persino di spezzarsi. Ma considerato che la vita media di una cassetta è di circa 20-30 anni, ci sono altri aspetti più problematici da valutare nell’immediato. Uno di questi è il fatto che le piastre per la riproduzione delle cassette non sono più così facili da trovare. La maggior parte dei grandi marchi ha dismesso la produzione da tempo, pertanto oggi ci sono solo due strade praticabili: trovare un vecchio lettore vintage funzionante, la cui manutenzione sarà comunque complicata nel lungo periodo, oppure affidarsi a quei pochi produttori di nicchia (come We Are Rewind, Fiio o l’italiana Dirt Tapes) che hanno lanciato dei nuovi modelli, basati comunque sulla copia di una tecnologia vecchia che ha smesso di evolversi decenni fa.
C’è poi la questione della scarsa praticità delle cassette rispetto a tutti gli altri supporti. Il nastro di una cassetta non ha punti di riferimento, non ci sono i solchi del vinile, se vuoi ascoltare una canzone specifica l’unica cosa che puoi fare è continuare a mandare avanti e indietro il nastro fino a quando non trovi il punto esatto in cui inizia il brano. Non puoi selezionare direttamente una traccia come sul CS, sull’iPod o su una piattaforma di streaming, non puoi skippare qualcosa che non ti piace e non puoi ascoltare in modalità shuffle. Inoltre, non c’è neanche tutto quel fascino da rituale sacro che accompagna, ad esempio, l’ascolto del vinile quando si posiziona il disco sul piatto e si fa cadere la puntina. Per ascoltare una cassetta devi semplicemente schiacciare un tasto, è come accendere la luce di casa o un qualsiasi altro elettrodomestico. Eppure, c’è lo stesso qualcosa di magico. Ma che cos’è?
Perché le cassette ci affascinano ancora?
@whatzaraloves6 Thoughts on whether this is purely aesthetic or a physical media revival??? #physicalmedia #dvdplayers #cdplayer #digitalmedia Bossa Nova jazz that seems to fit in a cafe(1433079) - TAKANORI ONDA
Per provare a capire meglio occorre fare un distinguo importante tra la grande distribuzione e la piccola distribuzione, entrambe sono utili alla causa, ma in maniera diversa. Come ha spiegato bene Karim Qqru, batterista degli Zen Circus, nonché fondatore di Dirt Tapes (etichetta italiana che pubblica soltanto musica su cassetta), la produzione di cassette con uno standard di qualità elevato oggi richiede tanta pazienza, macchinari adeguati e molta passione: è quasi un lavoro da artigiano che nulla a che vedere con il modo in cui vengono prodotte le cassette dalle grandi case discografiche, a cui la qualità del prodotto finale interessa relativamente.
Questo doppio standard è legato al fatto che i due prodotti sono destinati a due pubblici diversi. Quello mainstream è costituito prevalentemente dai fan più oltranzisti, che spesso acquistano il formato cassetta per puro collezionismo. È una cosa già successa in parte anche con i vinili: uno studio di Luminate del 2023 ha rilevato, infatti, che soltanto il 50% di chi acquista un vinile possiede anche un giradischi. In maniera analoga molte cassette vengono acquistate con questa stessa finalità, probabilmente non verranno mai ascoltate (e quindi la qualità audio non ha molta importanza), ma resteranno in bella mostra su uno scaffale come un gadget o una medaglia al valore da vero fan. Come spiegare altrimenti il fatto che l’ultimo disco di Taylor Swift sia uscito in 27 versioni fisiche diverse tra cd, vinile e ovviamente cassetta?
Il media fisico come dispositivo politico
@chalkpitcassetteclub WOW I never new this was how audio cassette tapes were manufactured! #cassettetape #manufacturing #band #indie #tape #recordcollection #recordcollector #independentartist #artist #newmusic #vinyl #cd #livemusic #chalkpitcassetteclub QKThr - Aphex Twin
Come dice Robert Sheffield nel bellissimo documentario Cassette: A Documentary «è approssimativo, è sporco, è segnato come il corpo umano è segnato dallo spazio e dal tempo che attraversa. Porta quelle cicatrici e quei graffi, e questo diventa parte del motivo per cui ami il nastro». Il difetto sonoro della cassetta diventa in questi casi una caratteristica estetica di stile. Si parla appunto di stile lo-fi, diffusosi grazie all’invenzione del registratore portatile a 4 tracce.
Il caso più famoso è quello di Bruce Springsteen che, come racconta il suo recente biopic, lo utilizzò per registrare da solo l’album del 1980 Nebraska: un disco di rottura («punk nell’anima»), che al confronto col resto della sua discografia sembra quasi una raccolta di demo non finiti. L’atto rivoluzionario o il gesto ribelle è qualcosa che la cassetta si porta dietro fin dalla sua nascita. Come racconta Marc Masters in Bassa fedeltà. Storia distorta dell'audiocassetta, la cassetta è sempre stata percepita come un elemento pericoloso per le grandi case discografiche. Ha contribuito a far nascere e diffondere interi generi musicali provenienti dal basso come l’Hip-Hop, la musica House, l’Heavy Metal e l’indie-rock.
Un esempio assurdo di quanto sia stata straordinaria la sua carica rivoluzionaria nel corso della storia è rappresentato dal caso cinese delle cosiddette dakou tapes degli anni ’90. Queste cassette erano gli scarti provenienti dagli Stati Uniti sotto forma di rifiuti di plastica da riciclare. Prima di mandarle in Cina queste grandi quantità di cassette invendute venivano tagliate in modo da essere inutilizzabili. Ma i giovani cinesi, a cui era consentito solo l’ascolto di musica cinese, trovarono un modo per ripararle, ricomponendo i nastri senza le parti tagliate. In questo modo si perdeva qualche canzone ma in cambio si guadagnò la conoscenza di quasi tutta la musica occidentale. Allo stesso modo oggi ascoltare musica su cassetta, anziché attraverso una piattaforma di streaming, è certamente più scomodo, ma potrebbe rappresentare un gesto rivoluzionario, per affermare una riappropriazione della propria umanità contro l’algoritmo.
Le cassette nella cultura pop
Last but not least, bisogna considerare l’influenza della cultura pop, che negli ultimi anni ha avuto un ruolo determinante nel rendere nuovamente cool il formato cassetta, soprattutto agli occhi delle nuove generazioni. Nell’ultima stagione di Stranger Things, uscita a fine novembre, appaiono almeno tre cassette: quella di A Love Supreme di John Coltrane, consegnata a Jonathan con l’intento di smuovere emotivamente il ragazzo; quella della popstar Tiffany, che ci regala una bellissima cover di I Think We’re Alone Now (già usata egregiamente da Netflix in The Umbrella Academy) e infine quella di Running Up That Hill di Kate Bush che rievoca la mitica scena della quarta stagione che fece esplodere l’algoritmo, riportando il brano in classifica dopo quasi 40 anni. Anche perché in realtà questo percorso era stato intrapreso fin dalla prima stagione con il Mixtape regalato da Jonathan a Will e l’uso di Should I Stay or Shoud I Go dei Clash come canale di comunicazione.
Ecco, i Mixtape sono sicuramente uno degli elementi che ha garantito maggior coolness alle cassette sia nella realtà, che nella fantasia. A questo proposito non si possono non citare gli Awesome Mixtape dei Guardiani della Galassia, che hanno reso il personaggio di Star Lord, interpretato da Chris Pratt, tra i più amati della saga proprio per il suo legame con le cassette (pubblicate poi da Disney) e con il suo inseparabile walkman. In misura minore anche in Italia abbiamo avuto il caso del film di Sydney Sibilia che ripercorreva l’assurda vicenda dei mixtape di Mixed By Erry. Ma all’origine di tutto c’è la scena cult di Alta Fedeltà, il film del 2000 tratto dal best seller di Nick Horby, in cui John Cusack spiega le regole per fare un buon mixtape da regalare a qualcun altro. Una scena talmente iconica che è stata ripresa anche dal reboot seriale del 2020 con Zoe Kravitz, che parla però di playlist.
Per fare una playlist bastano pochi click, per registrare un mixtape su cassetta devi ascoltare ogni singola canzone dall’inizio alla fine. Ogni secondo passato davanti al registratore è un secondo che hai dedicato alla persona cui è destinata la cassetta. Love is a mixtape ha scritto Robert Sheffield, ma è vero anche il contrario: a mixtape is love. In un vecchio articolo pubblicato su Pitchfork in occasione del primo Cassette Store Day del 2013, il critico musicale Nick Sylvester scriveva «mi piace pensare che chi ama le cassette voglia romanticismo e fantasia». Forse il segreto del ritorno delle cassette è tutto qui.










































