
Dior è stato vittima di un attacco di cyber-sicurezza
Sono state coinvolte principalmente le divisioni moda e accessori in Cina e Corea del Sud
15 Maggio 2025
Non c’è nessun segnale che indichi un miglioramento nel panorama del lusso; anzi, tra i tagli ai dipendenti degli ultimi mesi, i report economici che segnano cali sempre più profondi e una clientela sempre meno interessata, questo 2025 sembra non aver portato i venti di ripresa che ci si aspettava. Ora emerge anche un nuovo problema, legato alla sicurezza dei dati della clientela. Nella giornata di ieri, WWD ha riportato che, a inizio mese, Dior Cina è stata vittima di un attacco informatico che ha avuto come target le informazioni personali dei clienti delle divisioni moda e accessori. I clienti potenzialmente coinvolti sono stati successivamente contattati dal team della Maison con una comunicazione ufficiale. Secondo quanto dichiarato, il 7 maggio 2025 è stato scoperto l’accesso non autorizzato da parte di soggetti esterni a parte dei dati dei clienti detenuti dal brand. Dior ha specificato di aver adottato misure immediate per impedire ulteriori violazioni, avvalendosi della collaborazione di esperti di cybersecurity e notificando l’incidente alle autorità di regolamentazione competenti. In base agli sviluppi attuali delle indagini, le informazioni personali potenzialmente compromesse includono nome, genere, numero di telefono, indirizzo email, indirizzo di residenza, livello di consumo, preferenze e altre informazioni fornite dagli utenti, mentre non risultano coinvolti dati finanziari come numeri di conto bancario, IBAN o carte di credito. Ad ora la Maison di LVMH non ha ancora dichiarato quanti profili clienti siano stati colpiti, ma su RedNote (uno dei principali social media cinesi) sono stati pubblicati centinaia di screenshot a riprova della comunicazione ufficiale.
Data Breach Alert - DIOR
— HackManac (@H4ckManac) May 14, 2025
Dior has disclosed a data breach that occurred on May 7, 2025, involving unauthorized access by an external party.
The compromised data includes customer names, gender, mobile phone numbers, email addresses, postal addresses, purchase information,… pic.twitter.com/VwVgTv1Gxl
Come ha sottolineato JingDaily, l’incidente ha acceso i riflettori sulle vulnerabilità digitali di Dior nel mercato cinese, proprio in un momento in cui il brand aveva intensificato la propria presenza online attraverso investimenti mirati su piattaforme come WeChat, tramite dei minicanali che invogliavano i clienti curiosi a registrarsi sulla piattaforma ed acquistare in maniera diretta. Negli ultimi anni, Dior aveva fatto della raccolta dati — come numero di telefono e data di nascita — un pilastro per rafforzare la gestione personalizzata della clientela e il traffico proprietario. La strategia aveva sicuramente permesso di costruire profili estremamente dettagliati ma ha anche inevitabilmente esposto il brand a nuovi rischi, in un contesto dove la fiducia dei consumatori è centrale e dove la percezione di esclusività si lega sempre più alla capacità di garantire sicurezza e discrezione. A peggiorare il quadro, la crescente sensibilità dei consumatori alto-spendenti cinesi verso la tutela della privacy rende episodi come questo ancora più dannosi. JingDaily sottolinea che non si tratta solo di una questione tecnica, ma di un potenziale danno alla relazione fiduciaria, su cui si fonda gran parte della competitività dei marchi di lusso. I clienti non sembrano aver avuto una reazione positiva, soprattutto considerando che non è la prima volta che la Maison francese è vittima di cyber attacchi: già a febbraio l’account ufficiale su instagram del brand era stato attaccato da hacker che avevano provato a promuovere una finta crypto valuta dal nome «Dior official coin».
@funmimonet Let’s go shopping for my dream bag at Dior, Milan #shoppingvlog #dior #blackgirlluxury Kübla - Wyl & Wun Two
In un contesto in cui la capacità di instaurare relazioni solide e basate sulla fiducia rappresenta una leva competitiva fondamentale, episodi di questo tipo rischiano di compromettere in modo diretto il rapporto tra brand e clientela. La perdita di dati personali, soprattutto all’interno del segmento del lusso, non viene percepita solo come una falla tecnica, ma come una rottura della promessa di attenzione, cura e discrezione che alimenta il valore del marchio. Valori che, in un periodo di crisi come quello attuale, diventano parte essenziale — se non principale — del processo di vendita. Al momento non è ancora chiaro quale fosse l’obiettivo dell’attacco, ma è evidente che fosse mirato alla clientela di alta fascia del brand, considerando che il segmento beauty di Dior non è stato coinvolto. Da qui nasce un nuovo interrogativo: sarà la cybersicurezza la vera sfida del lusso nel 2025?