
Le borse indie stanno dando del filo da torcere al lusso
Ma può durare?
29 Aprile 2025
Il segmento della pelletteria di lusso sta attraversando una fase particolarmente difficile. Dopo essere stato messo sotto pressione dalla crisi economica, dai rincari sistematici delle grandi maison e dal boom della rivendita second-hand, il mercato delle borse si trova ora di fronte a ulteriori complicazioni, come i dazi introdotti dagli Stati Uniti e lo scandalo legato alla manifattura cinese. Una situazione complessa che ha finito per erodere in modo significativo l’interesse dei consumatori verso i grandi nomi del lusso, percepiti sempre più frequentemente come sinonimo di un rapporto qualità-prezzo ormai sbilanciato. Come evidenziato da una recente inchiesta di Business of Fashion, i consumatori sembrano orientarsi verso i nuovi brand indipendenti che promettono una qualità comparabile a quella del luxury, ma a prezzi più ragionevoli. La crisi economica e la diffusa percezione di prodotti costosi, ma spesso meno curati e troppo "ubiquitari", ha alimentato un sentimento di sfiducia verso i grandi marchi tradizionali, creando spazio per realtà più piccole e meno convenzionali. Tra chi decide di togliere modelli dal mercato e chi adotta nuovi modelli di vendita, sembra proprio che mentre l’ultra-lusso sia concentrato sull’alzare i prezzi, i brand indie stiano cercando di conquistare quella fetta di mercato aspirazionale lasciata a sé stessa.
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Secondo quanto sottolineato da BoF, la popolarità delle borse indie non è dovuta solo al vantaggio economico, ma anche all’originalità del design. Amy Zurek, ad esempio, dopo aver maturato esperienze in aziende come Coach e Khaite, ha fondato Savette puntando sulla praticità e sulla personalizzazione. Allo stesso modo, Métier, fondato da Melissa Morris dopo esperienze da Armani e Helmut Lang, ha reso le proprie borse più "accessibili" rispetto ai grandi classici, offrendo ai clienti informazioni pratiche che rispondono direttamente alle esigenze quotidiane — come le dimensioni esatte per contenere un laptop, un dettaglio spesso trascurato da brand come Hermès. Un altro fattore decisivo emerso dall’inchiesta è la crescente sensibilità verso l’unicità e l’espressione della propria personalità. I consumatori, come sottolineato da Beth Goldstein, analista di Circana, vogliono borse che li rappresentino davvero e non semplici status symbol legati esclusivamente al marchio. Questo fenomeno è accentuato dalla percezione negativa dei consumatori verso il modello del lusso tradizionale, spesso considerato elitario e "gatekeeper". Mentre le grandi maison continuano a riproporre modelli iconici ormai saturi sul mercato — pur di invogliare il cliente a comprare — brand più piccoli come The Row con la Margaux e Toteme con il modello T-Lock sono riusciti ad arrivare a livelli di viralità inauditi grazie all’attenzione posta sull’innovazione del design. Soprattutto in un panorama dove ormai anche i brand di lusso, stagione dopo stagione, prendono forti ispirazioni gli uni dagli altri.
Sebbene il crescente successo dei brand indipendenti nel conquistare i clienti aspirazionali segni una nuova era per il segmento della pelletteria, bisogna anche guardare al mondo delle borse con uno sguardo meno idealistico. Spesso, acquistare una borsa indie oggi non equivale a fare un investimento sicuro come nel caso di una borsa luxury o ultra-luxury, soprattutto se si considera il mercato second-hand. In un’epoca di inflazione, recessione e incertezza economica, guardare alla moda richiede più lucidità strategica che impulso emotivo: non si tratta solo di inseguire la novità del momento, ma di individuare quei pezzi che sapranno conservare valore e rilevanza anche in futuro. D’altronde è stata proprio questa la dinamica che la clientela cinese, da tempo in fuga dal lusso "standard" verso l’ultra-lusso più solido e collezionabile, ha già ben compreso. Certo, esistono eccezioni — come la Croissant Bag di Lemaire, che continua a rafforzare la propria presenza — ma sono più frequenti i casi in cui il successo di una borsa indie si esaurisce rapidamente, come dimostra l’esempio della Swipe di Coperni, passata dall’estrema viralità su TikTok ad essere ora in saldo su molte piattaforme. Sempre più spesso, i brand indipendenti riescono a guadagnarsi un lampo di notorietà grazie a design audaci o fashion-forward, ma faticano a costruire una legacy che vada oltre il trend passeggero. In un mercato sempre più competitivo, distinguersi non basta: serve durare.