
Come sarà il duty free nell’era dei dazi?
La Cina punta tutto sullo shopping in transito
05 Maggio 2025
Per alcuni, l’esperienza di viaggio non inizia soltanto una volta arrivati alla meta, ma parte già dall’aeroporto, dove le opportunità di shopping sono diventate elevate e ad hoc per i viaggiatori intenzionati a spendere (molto e bene). Per la fascia di mercato aspirazionale e per i VIC (Very Important Customers), l’aeroporto rappresenta quasi un’oasi dedicata agli acquisti, soprattutto grazie alle aree duty-free. Come suggerisce il nome, lo shopping in aeroporto dovrebbe essere esente da dazi doganali: per questo, beni altamente tassati – come alcol e tabacco, ma anche prodotti di lusso – vengono venduti a prezzi significativamente inferiori rispetto ai prezzi normali al di fuori delle mura aeroportuali. Tuttavia, in un mondo in cui la parola “dazi” è diventata forse il leitmotiv dell’anno, non solo nel settore moda, come verrà ridimensionata l’esperienza del duty-free? Già alla fine del 2024, in un contesto pre-Liberation Day, diversi report segnalavano una rapida crescita nel settore del travel retail, incentivata anche dalla crescente preferenza verso investimenti esperienziali, come i viaggi, rispetto alle forme tradizionali di lusso. Nonostante la Cina sia uno dei paesi più colpiti dalle politiche protezionistiche introdotte da Trump, il Paese sta cercando di riscrivere l’economia post-dazi ripartendo proprio dal travel retail.
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Secondo quanto trapela da un’analisi di JingDaily, a trainare questo slancio c’è un dato chiave: il travel retail, e il duty-free in particolare, si muove fuori dalla portata dei dazi. In un contesto segnato da incertezze geopolitiche e da una riorganizzazione delle supply chain globali, questo canale si sta rapidamente affermando come asset strategico per i brand del lusso desiderosi di raggiungere consumatori più attenti al prezzo senza compromettere i propri margini o la brand equity. Il 2024 ha segnato un punto di svolta per il comparto travel: secondo lo Skift Travel Health Index, l’attività globale legata al turismo è aumentata del 10% su base annua, superando del 13% i livelli pre-pandemici. Con l’ingresso nel 2025, la fiducia nei viaggi resta alta nei mercati emergenti chiave: la Cina guida con l’88% dei rispondenti che dichiarano una forte intenzione di viaggiare, seguita da India (82%), Germania (70%) e Regno Unito (67%). Negli Stati Uniti, la fiducia, pur inferiore (54%), mostra segnali di ripresa. Questo rinnovato ottimismo si riflette direttamente nel traffico passeggeri e nelle vendite, l’Airports Council International prevede che il traffico globale nel 2024 supererà i livelli pre-pandemici, raggiungendo i 9,5 miliardi di passeggeri, pari al 104% del 2019. Il segmento internazionale è quello in più rapida ripresa. Dufry Group, uno dei principali attori globali del travel retail, ha riportato una crescita del 12% nelle vendite del quarto trimestre 2024, trainata soprattutto da un aumento della spesa media per passeggero, in particolare in Asia e Medio Oriente.
duty free gives me happiness no one could ever give
— (@strwbryoatmeal) April 30, 2025
Nel tentativo di controbilanciare le conseguenze economiche della guerra commerciale con gli Stati Uniti, la Cina sta riformulando la propria strategia turistica con un approccio pragmatico e fortemente orientato al consumo. Sempre JingDaily riporta che uno degli strumenti chiave di questa riconfigurazione è il sistema di tax return per i visitatori stranieri, recentemente oggetto di un importante aggiornamento. La soglia minima di spesa per poter accedere al rimborso IVA è stata abbassata da 500 a 200 RMB, rendendo il beneficio molto più accessibile anche per gli acquisti di fascia media. Parallelamente, il governo ha innalzato il limite massimo per i rimborsi in contanti fino a 20.000 RMB (circa 2.745 dollari), ampliato la lista dei punti vendita aderenti e semplificato le procedure burocratiche per incentivare un utilizzo più diffuso e immediato del servizio. Le misure, annunciate congiuntamente dal Ministero delle Finanze e dalla Banca Popolare Cinese, si inseriscono in un piano più ampio di rilancio del consumo interno, che vede nel turista straniero un attore strategico. La Cina non sta semplicemente cercando di riportare i visitatori internazionali entro i suoi confini ma vuole che spendano in modo consapevole e vantaggioso, sfruttando un sistema fiscale competitivo rispetto ad altre destinazioni asiatiche (anni avanti rispetto al Paese per turismo di moda). Insomma, Pechino ha puntato tutto sull’idea che nel caso i beni non arrivino al consumatore, il consumatore può arrivare ai brand. La shopping experience, quindi, non è più solo un corollario al viaggio ma diventa una leva attiva per sostenere la crescita economica nazionale ed andare contro la guerra economica messa in atto dal governo americano.