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In futuro indosseremo funghi?

Abiti fatti di piante, di radici e di rocce

In futuro indosseremo funghi? Abiti fatti di piante, di radici e di rocce
Golden Goose Yatay Lab
Golden Goose Yatay Lab
Golden Goose Yatay Lab
Hermès
adidas Stan Smith
Lululemon
Alexander McQueen FW22

Durante il Fashion Month ne possono capitare di tutti i colori, tra le apparizioni più ambigue delle celebrity in front row agli show che si trasformano in lotte in mezzo al fango. Ma tra le presenze tutto sommato previste - nonostante l'imprevedibilità delle loro azioni - ci sono da annoverare gli attivisti PETA. Questa stagione, numerose finte-modelle hanno sfoggiato alti tacchi e slogan altrettanto pungenti, da Hermès, Coach, Burberry e Gucci. Adesso che la pelliccia è praticamente sparita dal radar dei designer, l'organizzazione si sta schierando contro i produttori di pelletteria e piumini, esigendone la scomparsa. L'ultima volta che le pellicce sono state tolte dal mercato, il sintetico ha avuto la meglio, non aiutando di certo le cause ambientaliste. L'unica soluzione possibile si trova forse nella ricerca e nella produzione di nuovi materiali di origine vegetale, oltre che nella promozione della circolarità dei capi già esistenti. Il lino, il cotone e la seta sono stati a lungo acclamati come opzioni green, ma la loro produzione continua a presentare aspetti controversi circa l’approvvigionamento delle risorse, spesso contestato in quanto poco etico. Per questo motivo, i produttori che pongono l’accento sul proprio impegno ambientale hanno lentamente spostato l’attenzione verso fonti ancora più terra-terra (nel senso letterale dell'espressione): alghe, piante d’ortica selvatica, minerali, rocce e avanzi di caffè, anche se uno su tutti continua ad affermare il proprio dominio nel campo della moda ecosostenibile, conquistando il cuore di designer del lusso, dell'interior design e dell'activewear. Nonostante l'esordio dei funghi nella moda risalga agli anni’60, negli ultimi anni la quantità di brand che hanno adottato l’utilizzo di micelio nelle proprie collezioni è salita alle stelle, stabilendo un trend in ascesa. 

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Golden Goose Yatay Lab
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Golden Goose Yatay Lab
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Hermès
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adidas Stan Smith
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Lululemon
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Alexander McQueen FW22

Nel settore dello sportswear e delle calzature, alcuni brand si sono fatti avanti nella sperimentazione delle fibre vegetali per le loro produzioni. Nel 2016, adidas ha lanciato le Stan Smith Mylo, una rivisitazione delle iconiche trainer low top Made with Nature, ovvero create con le radici sotterranee rinnovabili dei funghi, mentre nel 2022 Lululemon ha lanciato la prima collezione di borse yoga in micelio. In Italia, più precisamente ad Erba, vicino a Como, Golden Goose ha appena rinnovato la propria collaborazione con l’azienda Coronet al Yatay Lab, un progetto di co-action volto a supportare la ricerca e lo sviluppo di materiali bio-based tramite tecnologie e strumenti dedicati. Anche le t-shirt si sono fatte convincere dalle proprietà innovative delle fibre vegetali, con brand come Pangaia - che nelle sue giacche sostituisce le piume d'oca con i fiori - e Hyper Natural che utilizzano rispettivamente alghe marine e ortica selvatica, i gusci inutilizzati dei granchi e la pietra di giada. Da Bottega Veneta, casa di moda maestra nell'arte della pelletteria, i materiali vegetali scelti per essere trasformati in abito e accessorio sono stati lo zucchero di canna e il caffè - eco sostenibili, ma all'italiana. 

I prodotti bio di cui i brand possono approfittare per la produzione di collezioni sostenibili sono numerosi, ma il micelio rimane la migliore opzione. Maison come Hermès, Balenciaga, e Stella McCartney collaborano da tempo con aziende apposite per la creazione di accessori in pelle vegana con le fibre ricavate dei funghi, Alexander McQueen ci ha dedicato un'intera collezione per la FW22, mentre lo scorso inverno Esprit ha aderito al progetto di Pentatonic per lo smaltimento rifiuti, che utilizza le proprietà “divoranti” del micelio. Le radici dei funghi da cui viene prodotta questa fibra vegetale sono rinnovabili e l’eco pelle che si può creare richiede tempistiche molto più brevi rispetto a quella animale, ossia solo due settimane, oltre che un’impronta di carbonio e un consumo d’acqua criticamente inferiori. Un materiale che ha attirato anche l’attenzione dei marchi street style, il micelio è stato messo alla prova anche da Brain Dead e Space Available per la mostra Mycelium Network di quest’estate a Los Angeles, per cui hanno ideato il Mycelium Fossil Rock. Dall’interior design all’activewear, presto i funghi invaderanno non solo il nostro armadio, ma anche le nostre mensole. Tutto sommato, forse gli attivisti che hanno preso d'assalto le passerelle quest'ultimo Fashion Month non avevano tutti i torti.