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È arrivato il momento degli NPC

Dalla moda ai social, cosa sono i “non-playable character”

È arrivato il momento degli NPC  Dalla moda ai social, cosa sono i “non-playable character”

Nel mondo dei videogiochi gli NPC sono i “non-playable character”, personaggi non giocabili e programmati per eseguire una serie di azioni molto spesso ripetitive. Nonostante si tratti di un termine oscuro, conosciuto magari da chi ha passato i pomeriggi a giocare a Grand Theft Auto o a Skyrim, nelle ultime settimane ha trovato un’inaspettata popolarità dovuta principalmente a TikTok e al suo algoritmo. Proprio lì, tra un video di un cane incastrato in una staccionata e un tutorial per una ricetta con la friggitrice ad aria, la creator canadese PinkyDoll ha trasformato il concetto di NPC in un motivo di successo economico. «Ricordo che qualcuno mi ha detto: “Oh mio Dio, sembri un NPC”. E poi hanno iniziato a mandarmi cifre folli» ha detto PinkyDoll - all’anagrafe Fedha Sinon - al New York Times riferendosi alle centinaia di donazioni che le arrivano durante ogni live. Il funzionamento è semplice: nelle sue dirette gli spettatori inviano a Sinon regali digitali che la piattaforma converte in soldi in cambio dei quali la creator reagisce ripetendo una frase o un gesto richiesti da uno degli spettatori. E mentre una delle sue frasi più famose - “Ice cream so good” - è diventata anche un meme con protagonista Joe Biden e Sinon guadagna tra i 2mila e i 3mila dollari a diretta, qualcuno online ha iniziato a sostenere che il successo di PinkyDoll sia da ricondurre alla matrice fetish dei suoi contenuti.

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Come scritto da Madison Malone Kircher «c'è qualcosa di sessuale nell'essere in grado di controllare ogni sua parola e gesto inviandole questo o quel regalo». Quello di PinkyDoll non è però un caso isolato, nonostante rimanga quello di maggior successo con oltre 655mila follower guadagnati in pochissimo tempo. Altri creator come Cherry Crush con oltre un milione di subcribers su Youtube e Satoyu727 con due milioni di follower TikTok sono la prova della portata di una definizione, quella di NPC, che nell’algoritmo dell’app di ByteDance aveva trovato spazio da diverso tempo. “Dressing like an NPC” si legge nel titolo di diversi video TikTok in cui i protagonisti si vestono in modo volutamente anonimo, senza loghi se non con quelli di brand di fascia bassa o con vestibilità sbagliate. Nella bolla fashion dell’app il termine ha assunto un significato negativo, usato per indicare chi si veste senza personalità, talvolta come pretesto per creare contenuti virali o per sminuire quelli altrui. Secondo lo youtuber Frugal Aesthetic un “fashion NPC” è in primo luogo «qualcuno che non ha alcun interesse verso la moda», definizione che si è evoluta quando «qualcosa che un tempo era esclusivo è diventato disponibile per tutti». Un concetto che nel suo video viene applicato alle hoodie Essential di Fear of God, ma che nell’ultimo periodo potremmo ricondurre alle New Balance 550, così come alle adidas Samba o alle Dunk Panda. Item e trend che all’interno della Diffusion of Innovation Theory, la teoria usata per descrivere il modo in cui idee e trend si diffondono gradualmente tra i consumatori, verrebbero inseriti nelle categorie Late Majority e Laggards, le ultime due all’interno della curva di consumo.

Ma se il termine NPC ha ormai assunto un significato unicamente negativo, la pensa diversamente raised.online, che seguendo la lezione di MSCHF trae ispirazione dalla cultura online e dai suoi tormentoni per trasformarli in item rilasciati sul proprio sito. Per darvi un’idea, tra gli oggetti in vendita ci sono i Watermark Jeans, un paio di jeans dal lavaggio classico con una stampa che imita la filigrana delle foto protette da copyright. Mentre, al prezzo di 95$, è possibile acquistare sullo shop online la NPC Hoodie, una classica felpa con il cappuccio dal lavaggio vintage e la stampa “NPC” che riprende il lettering delle felpe collegiali. «La NPC Hoodie dovrebbe essere ironica. È un gioco di parole sulla generica combinazione "felpa grigia con cappuccio + testo collegiale" che si vede ovunque, dal merch universitario ai negozi di souvenir e tutto il resto» ci ha raccontato il brand. «È in linea con quello che molte persone trovano "alla moda", indipendentemente dal fatto che siano consapevoli o meno dell’ironia». Attualmente sold-out, nella scheda descrittiva della hoodie viene sottolineato come questa sia “made for everyone”, senza escludere nessuno. Perché se in un mondo in cui tutti si ritengono protagonisti nessuno lo è davvero, in uno in cui tutti possono ambire al ruolo di NPC tutti possono elevarsi prima o poi a main character della propria vita.