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Quando Tupperware finanziava le sfilate di moda

Nonostante lo spettro del fallimento, l'azienda americana non ha smesso di rinnovarsi

Quando Tupperware finanziava le sfilate di moda Nonostante lo spettro del fallimento, l'azienda americana non ha smesso di rinnovarsi

Tupperware, la celeberrima azienda produttrice di contenitori per la conservazione degli alimenti, rischia di chiudere per sempre. Nonostante la fama abbia reso il marchio una parola di uso comune volta ad indicare il prodotto che vende, come è stato per Biro, K-way e altri brand storici in passato, la notorietà non sembra bastare a salvare l’iconica azienda americana fondata a Orlando nel 1946. Come riferito da Wired, al rientro dalle vacanze di Pasqua le azioni sono sprofondate di quasi il 50% e già le scorse settimane la società manifestava seri dubbi sulla sua capacità di continuare a operare. I dati, in effetti, parlano chiaro: nell’ultimo trimestre del 2022, le vendite sono crollate del 20% rispetto all’anno precedente, superando di poco i 300 milioni di dollari e l’azienda ha dissolto quasi il 100% del suo valore in Borsa. Eppure gli sforzi per rendere il marchio di nuovo competitivo e spronare i giovani a comprarlo invece di ripiegare sulle controparti economiche di Amazon Basics ci sono stati eccome, a partire dalla moda.

Nel 2010 Tupperware si era unito agli sponsor della New York Fashion Week per supportare i designer che faticavano a trovare finanziatori e acquirenti a causa della recessione statunitense, oltre ad aver finanziato la sfilata di Irina Shabayeva, vincitrice del programma Project Runway. E, nonostante gli sforzi per rendere la propria immagine più appetibile per una nuova fetta di consumatori non siano stati sufficienti, la strategie dell’azienda aveva anticipato un trend più ampio: l’adesione di sponsor mainstream e brand globali alle settimane della moda di tutto il mondo. Da McDonald's ad Havaianas, passando per Maybelline, i marchi accessibili si stanno riservando uno spazio tra il consueto numero di 12-15 sponsor, affiancandosi ad aziende non tipicamente associate alla moda, come Hewlett-Packard Co e Intel Corp, tra gli sponsor di Project Runway. «Questo processo, attraverso la grande recessione, ci ha dimostrato che i ricchi sono in grado di guardare ai prodotti a prezzi accessibili e di guardarli con occhi diversi», ha dichiarato Candace Corlett, presidente di WSL Strategic Retail, a NBC News, dimostrando che l’High Fashion, nonostante il suo fascino elitario, ha bisogno anche del sostentamento di marchi mainstream per esistere.