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L’ultima croce sulla cultura dell’hype

Siamo pronti a salutarla per sempre?

L’ultima croce sulla cultura dell’hype Siamo pronti a salutarla per sempre?

Di sincronia probabilmente vi parlerà quella persona (tutti ne conoscono almeno una) convinta che gli astri decidano come andranno le sue giornate, che il manifesting sia diverso dal parlare da soli e che un pezzo di quarzo in salotto possa davvero liberarvi dalle vibrazioni negative che infestano il vostro appartamento. Ma il concetto di sincronia, ovverosia di due o più eventi la cui prossimità temporale fa emergere uno schema ricorrente dentro l’algoritmo della cultura, è venuto in mente a chi scrive quando, nello stesso giorno, ha ricevuto la news della nuova collaborazione di Tiffany & Co. e Nike e ha visto il nuovo film You People di Kenya Barris su Netflix. Entrambi i prodotti hanno ricevuto recensioni e feedback non eccellenti, per usare un delicato eufemismo, ma non siamo qui a sindacare sui meriti artistici di nessuno. Ciò che è interessante è notare come entrambi i prodotti, entrambi legati alla cultura della moda in modi di cui parleremo a breve, sono fuori tempo massimo nel basarsi su una narrativa secondo la quale l’hype culture e lo streetwear possieda ancora una rilevanza che era stata abbondantemente persa già poco prima della pandemia. Ma spieghiamoci meglio partendo dal film di Kenya Barris. 

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You People è una commedia romantica e satira sociale che ha per protagonista un uomo, Ezra, interpretato da Jonah Hill, la cui personalità è definita dalla moda. La prima cosa che si vede nel film sono un paio di  Supreme x Nike SB Dunk Low – solo il primo paio di sneaker da collezione in un film pieno di sneaker Off-White™ e Yeezy, abiti di Gucci violentemente logati, accessori di Gallery Dept. e Fuct e, soprattutto, un paio di Sean Wotherspoon x Nike Air Max 1/97, scarpa simbolo dell’hype ma da considerarsi ormai più che passè. Il film tenta di dirci che i Millennial si esprimono attraverso il linguaggio dei brand e della moda, cosa anche vera, ma lo fa riferendosi a una moda che è tragicamente inattuale. In una scena del film Jonah Hill parla di quel multiverso fatto di moda, di musica, di cinema e arte definendolo «the culture», sottolineando con quell’articolo determinativo la relativa autoreferenzialità di quella bolla della moda in cui chi scrive e chi legge queste parole di sicuro si ritrova. Ma per essere un film così appassionato di questa cultura, You People ne offre un ritratto davvero sorpassato. In effetti, scavando tra i vecchi articoli, si legge che la sceneggiatura del film era già completa nel giugno 2021, e dunque dev’essere stata scritta nel corso del 2020 e magari anche iniziata nel 2019 – ossia al crepuscolo dello streetwear. Lo scarto temporale e culturale, come risultato, non potrebbe essere più stridente. Tanto più che il protagonista e lo sceneggiatore del film è Jonah Hill, uno che di moda se ne intende, uno che si è lasciato la hype culture alle spalle già da qualche tempo e che anzi nell’ultimo anno si è fatto vedere in giro vestito di Marni, Thom Browne, The Row ed ERL – sempre giovanile e sportivo ma sicuramente non un hypebeast che si toglie le scarpe per evitare le pieghe nella tomaia. Non a caso è emersa una foto del dietro le quinte del film in cui Hill abbandona le sneaker per indossare un più consono paio di Proenza Schouler x Birkenstock.

Se guardare You People ci fa realizzare che lo streetwear di tre anni fa è ormai inesorabilmente tramontato al di là dell’orizzonte culturale, posare lo sguardo sulla nuova sneaker collaborativa Nike x Tiffany & Co. Air Force 1 1837 ci fa anche rendere conto che riesumarlo non è una buona idea. Accolta da recensioni per lo più negative, additata come esempio di completa pigrizia creativa (su Twitter sono presto emerse versioni immaginarie della collaborazione prodotte con le AI molto più belle della collaborazione vera), la nuova sneaker collaborativa è uno sventurato nano che sta in piedi sulle spalle di un gigante, la Nike SB Dunk Low Diamond Supply Co. Aqua Blue apparse per due volte nel 2004 e poi nel 2015. Conosciuta come la “Tiffany” Dunk Low questa sneaker è qualcosa di leggendario, uno dei primi grail delle hype culture che ne ha fatto un idolo e un feticcio.

Il cult status della Dunk Low proveniva proprio dall’irriverente uso dell’azzurro di Tiffany & Co. (o di una tonalità che gli assomigliava) su una scarpa da skate, decorata anche da uno Swoosh argentato e finiture di pelle simil-coccodrillo. Non era una sneaker raffinata, ma ai suoi tempi raccontava bene l’ascesa di quelle community che avrebbero fatto poi esplodere lo streetwear anche nella moda di lusso. E se quella sneaker conquistò le alte sfere imitando Tiffany & Co. ora che il vero brand ha fatto questa collaborazione la coolness si è persa, tutto è scaduto nella più frigida commercialità corporate. Aggiungiamo come nota a margine che la scelta dell’Air Force 1, con tante silhouette disponibili nell’archivio di Nike, è davvero il minimo comune denominatore del gusto collettivo in termini di footwear, oltre che il tentativo di rilanciare una categoria, quelle delle Air Force 1 nere, che storicamente non è proprio la più popolare in termini di vendite. La collaborazione non ha nemmeno provato a essere originale, portandoci a credere che chi l’ha ideata credeva che il solo nome di Tiffany & Co. sarebbe bastato a creare l’hype. 

@ideservecouture Tiffany & NIKE collab left me disappointed #tiffanyandco #tiffanyxnike #fashiontiktok #nike #sneakers original sound - ideservecouture

Tanto il film di Kenya Barris che la deludente uscita della Nike x Tiffany & Co. Air Force 1 1837 rappresentano un invito a mettere una croce sopra la hype culture. Come tanti altri trend e subculture, probabilmente la riesumeremo tra vent’anni ma, per disseppellirla, dobbiamo prima seppellirla. O comunque renderci conto che è già da quasi tre anni che l’hype riposa tre metri sotto terra e che il resto del mondo è andato avanti. Persino i più fanatici accoliti di Yeezy ora stanno svendendo le proprie sneaker su Vinted a prezzi stracciati. Il che non significa che il mondo delle sneaker è finito, al contrario, di sneaker se ne fanno e se ne vendono a tonnellate di questi tempi. Ma ecco, i tempi in cui le Supreme x Nike SB Dunk Low erano un segno di sofisticazione per persone in-the-know e in cui centinaia di ragazzi facevano la fila di fronte a uno store per accaparrarsi un paio di sneaker collaborative sono passati. Facciamoli passare.