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Il vintage ha scoperto i Mall Brands degli anni '00

Il revival y2k ha dato un nuovo senso alla parola vintage

Il vintage ha scoperto i Mall Brands degli anni '00 Il revival y2k ha dato un nuovo senso alla parola vintage

Era il 2003 quando delle giovanissime e biondissime Paris Hilton e Nicole Richie conquistavano gli schermi con The Simple Life in un mix di atteggiamenti viziosi e cappellini Von Dutch, coordinati Juicy Couture e un chihuahua a testa: “ci abbronziamo tutto il tempo, è questo a renderci sexy”, esclamava Paris nell'episodio pilota. Diciotto anni dopo, nell'aprile 2021, Rihanna ha anticipato il revival Y2K che avrebbe invaso le passerelle tra Blumarine e Miu Miu, sfoggiando un cappello da camionista Esso e una tuta da ginnastica. Ma la campionessa dei look anni ‘0 a basso costo, quelli che compravamo la domenica da adolescenti al centro commerciale della provincia più vicina, sembra essere Bella Hadid, da sempre un’esperta conoscitrice di Depop e amante del vintage. Tra street style fatti di abiti couture di Gaultier e Mugler direttamente dagli anni ‘90, ha indossato anche una felpa vintage con zip a righe di Guess Jeans, una minigonna di Abercrombie & Fitch con una spessa cintura con occhielli, oltre a capi targati Polo by Ralph Lauren e Miss Sixty, in un sapiente mix di item di lusso freschi di boutique e pezzi d'archivio introvabili.

La moda degli anni ‘0 deve infatti il suo DNA anche e soprattutto all’estetica tacky chic dei mall brands, molti dei quali, sfruttando la spinta del trend Y2K hanno tentato di rilanciarsi, mentre gli stilisti del momento hanno ripescato i loro archivi per trarne ispirazione: Hollister, Abercrombie and Fitch ma anche Ed Hardy, Baby Phat e tanti altri. La stessa Hadid è stata protagonista della campagna di rilancio di Miss Sixty, mentre le celeberrime felpe con cappuccio con la scritta "Gay" sul davanti di Balenciaga ricalcano l'estetica delle classiche felpe vintage di Gap. Secondo Vogue US, dopo l'uscita del documentario White Hot: The Rise & Fall of Abercrombie & Fitch a fine maggio, Poshmark ha segnalato un'impennata nelle ricerche sul sito, mentre Depop rileva che nell'ultimo anno le ricerche di Abercrombie & Fitch e PacSun sono aumentate del 53%, mentre quelle di Bebe del 56%. La nostalgia è, ovviamente, uno dei motivi principali per cui si cercano questi marchi. Dai cargo pants, alla vita bassa, passando per le micro gonne e i top striminziti, un look off-duty e allo stesso tempo da club, che coniuga la freschezza di Laguna Beach con gli outfit massimalisti di Geordie Shore.

Tra i motivi che hanno portato i consumatori a esplorare Vinted, oltre una rinnovata consapevolezza per le problematiche ambientali e una nostalgia estetica che perdura, c'è, secondo la direttrice globale di Vogue Runway, Nicole Phelps, il declino della qualità nei capi economici. H&M, Cos, Zara e Forever 21: il fast fashion offre tutti gli stili di abbigliamento immaginabili a prezzi stracciati, ma con un ritmo di produzione che rende impossibile mantenere la qualità dei marchi accessibili che un tempo tanto amavamo. L'avvento del fast fashion non solo ha messo un freno alla qualità dei marchi dei centri commerciali, ma ha anche trasformato l'atteggiamento dei consumatori: la moda diventa usa e getta. Ed è allora che la Gen Z ha invaso Vinted, Vestiare, Depop, oltre ai mercatini delle pulci, rinominando come Vintage quello che qualche mese avremmo definito semplicemente 'usato'. Alle voce vintage, secondo Treccani, corrisponde la definizione di "status e valore di un oggetto prodotto almeno un ventennio prima del tempo presente", ma, ora che il trend dell'archivio ha inglobato le collezioni presenti portandoci a rivalutare la moda con una nuova consapevolezza (e nel caso delle ultime generazioni conoscenza) del passato, tutto è diventato vintage, senza limiti qualitativi o temporali.