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10 figure professionali che rappresentano il futuro della moda

I nuovi ruoli da conoscere per decidere (ora) quale strada prendere

10 figure professionali che rappresentano il futuro della moda I nuovi ruoli da conoscere per decidere (ora) quale strada prendere

La decisione più difficile, per chi sogna una carriera nella moda, riguarda la scelta della propria professione. Anche se la leggenda narra che questa non sarà mai unica e sola, perché la più grande esigenza di editor, recruiter e HR è la versatilità, avere una competenza precisa è diventata la vera prerogativa per farcela. Entrare nel fashion system non richiede per forza una laurea in moda, ma è bene spianarsi la strada il prima possibile scegliendo l’area accademica più adatta, dalla grafica al design o alla comunicazione. La tappa successiva, di conseguenza, risulta fondamentale. Al confine tra freelance e assunzione, quando il desiderio nasce da una grande passione l’obiettivo è sempre la prospettiva migliore possibile: per arrivare a destinazione, è importante considerare sempre quali sono le figure di cui l’industria ha maggior bisogno.

 

Il digitale, la sostenibilità e l’inclusività sono solo alcune delle aree di competenza attorno alle quali c’è più interesse a livello di domanda di lavoro. La crescente rilevanza della moda, che ha in parte sostituito la musica e il cinema come industria culturale trainante dei cambiamenti, ha reso necessario un profondo cambiamento su qualsiasi livello – artistico, economico e strategico. È per questo che, in campo creativo così come in ambito commerciale, ogni profilo professionale richiesto prevede sempre più spesso un collegamento con il mondo 3D, con la multiculturalità e la sostenibilità. Un CGI artist e un sustainability manager costituiscono l’esempio perfetto: non è incredibile pensare di poter disegnare un piccolo metaverso o di scendere in campo per sconfiggerel’inquinamento? In questo senso, tutto è pronto per scoprire il segreto del successo. Per questo abbiamo elencato qui in basso le 10 figure professionali che saranno più richieste nel futuro della moda.

3D Artist

Dopo un anno trascorso nel mondo virtuale, la fashion industry non è più disposta a rinunciare al vantaggio (e al fascino) di un capo, di un progetto editoriale o di un evento digitale basato sulla tecnologia CGI. Time, money e space saver, il ruolo del 3D artist è diventato indispensabile nel panorama contemporaneo. Il suo compito è quello di ideare immagini computer-generated, in perfetto equilibrio tra aspetto tecnico e lavoro creativo: non a caso, oltre a un solido background in ambito grafico è richiesto avere un occhio da art director. Tra le scuole di moda, la Naba propone due corsi triennali e uno di laurea magistrale all’interno dell’area di Media Design mentre il sito ufficiale dello IED dispone di una pagina dedicata che, tra le altre cose, introduce ai corsi di CG Animation nelle sedi di Roma e Milano; senza dimenticare un corso di formazione sul software CLO3D a Torino.

Data Editor

Questa figura professionale ha il potere di prevedere il futuro. A pensarci bene, in un momento come quello che stiamo vivendo, una holding di lusso non potrebbe chiedere di meglio. Fuori dal tunnel dei tempi bui, un data editor è in grado di studiare il mercato, analizzando il comportamento dei consumatori e anticipando il piano per il migliore investimento. Il suo ruolo può giocare, al contrario, dalla parte degli acquirenti più appassionati che amano informarsi sui sempre nuovi trend. Fare questo lavoro è un po’ come essere un detective: curiosità e determinazione sono le carte vincenti per diventare un analista. Tanto per cominciare, si può intraprendere questa strada con una laurea triennale in campo matematico e statistico, ma anche economico-finanziario. Per un secondo momento, l’Università Bocconi presenta sempre nuovi corsi di specializzazione in materia Data Analysis.

Virtual Showroom Designer / Virtual Visual Merchandiser

Il bello di realizzare un allestimento in uno spazio virtuale è che non ci sono limiti alla creatività. Rapidamente evolutisi nel corso della pandemia, gli showroom e gli store digitali sono aumentati in modo esponenziale oggi. A un virtual showroom designer spetta il compito di disegnare un ambiente ideale, eppure estremamente reale che possa essere più semplice, comodo e rapido da usare per il cliente e, al contempo, che riesca a facilitare la comunicazione aziendale. Al suo fianco, la figura del visual merchandiser ha una valida ragione per trasferirsi nel mondo virtuale. La preparazione grafica, in entrambi i casi, va completata con un forte senso estetico e una buona dose di psicologia applicata. Per partire dalle basi e studiare visual merchandising, Naba e Accademia del Lusso promuovono corsi di formazione specifici. Scegliendo di conseguire il BA Degree in Fashion Styling presso l’Istituto Marangoni, inoltre, è possibile specializzarsi in materia dal secondo anno in poi.

Fashion Lawyer

Senza alcun dubbio, quella dell’«avvocato della moda» è una delle nuove figure professionali più affascinanti. La ragion d’essere della sua ascesa è da ricercare nella costante crescita di cause per plagio, contraffazione o concorrenza sleale, ma anche di appropriazione culturale e collaborazioni che richiedono di essere regolamentate a livello legale. In equilibrio tra diritto commerciale, civile e penale, il fashion lawyer può lavorare in studio o essere assunto da un’azienda: in entrambi i casi, oltre alla competenza giuridica è richiesta una profonda conoscenza del settore. Con una grande quantità di occupazioni possibili, è auspicabile un’ulteriore specializzazione: privacy e tutela del Made in Italy sono alcuni esempi. Dal Milano Fashion Institute, che presenta un corso intensivo della durata di un mese, al Master dell’Università LUISS fino a quello della Camera della Moda Italiana, che debutta nel 2021 con la prima edizione, il numero dei percorsi di studi per aspiranti fashion lawyer è in costante aumento. Con una laurea in Giurisprudenza o in Scienze Giuridiche alle spalle, il successo è assicurato.

Sustainability Manager

La sostenibilità è ormai un parametro fondamentale, nelle redazioni come nelle aziende. E per quanto il cup of tea di questo ruolo simbolo del panorama contemporaneo possa sembrare ovvio, il suo contributo non è scontato. Il sustainability manager segue dal principio l’intero processo produttivo di una collezione, assicurandosi che tutto rispetti le normative ambientali con l’obiettivo di ridurre (o eliminare) ogni tipo di inquinamento o di spreco. Quello che non tutti sanno è che svolge anche un ruolo di coordinamento generale e che spesso siede al tavolo delle principali decisioni aziendali. Premesso che nella moda, specialmente in questi casi, non esiste un percorso lineare, il più delle volte queste figure professionali dispongono di una laurea in Ingegneria Gestionale o altri settori accademici inerenti – vedi Scienze Ambientali. Scuole come il Polimoda presentano Master specializzati, ma trattandosi di competenze manageriali, se c’è uno step fondamentale riguarda il conseguimento di certificazioni riconosciute in ambito internazionale. In Italia, il CEPAS è il principale punto di riferimento.

Customer Experience Manager

Mentre i consumer digitali diventano sempre più esigenti – tra prodotti irreperibili, rari servizi e spedizioni bilaterali, i brand hanno bisogno di qualcuno che possa prendersi cura di loro. Vista la concorrenza tra i grandi leader del settore, garantire la migliore esperienza possibile di shopping online è diventata la prerogativa di brand e luxury retail. Di conseguenza, la figura professionale del customer experience manager ha assunto una nuova rilevanza. Ma la bellezza di questo lavoro non risiede solo nella conoscenza dei clienti e dei loro comportamenti: in una continua sfida con se stessi, la competenza fondamentale riguarda la capacità di battere sul tempo qualsiasi problema. È utile cominciare con un corso triennale in Fashion Business e/o in Brand Management, mentre i programmi di studio più adatti per ricoprire questo ruolo sono quelli che, dopo il diploma, vedono protagonista la comunicazione omnichannel e l’e-commerce, come il Master dell’Istituto Marangoni e quello in Retail Brand & Customer Experience Management in IULM. A dicembre 2021 parte il Master presso la 24 Ore Business School e, a livello manageriale, l’Università Bocconi offre un corso di formazione mirato sul tema.

Metaverse Expert

Se l’arrivo del metaverso è sempre più vicino, ogni brand avrà bisogno al più presto di un professionista in grado di gestire (e governare) il cambiamento: è per questo che l’interesse nei confronti di coloro che possiedono skill in ambito grafico, informatico e videoludico è in costante aumento. Tra avatar, NFT e virtual store, gli addetti al settore del futuro dovranno saper trasferire l’immaginario di un marchio nell’universo digitale dove i consumer della Gen Z trascorreranno una sempre maggiore quantità di tempo. La figura di riferimento per chi si sente attratto dall’idea di ricoprire questo ruolo professionale in ambito fashion è Cathy Hackl, Metaverse Expert e Brand Consultant – i due titoli vanno di pari passo. Per avere piani di studio di alta formazione specializzati è ancora presto, ma il consiglio è quello di iniziare a conoscere l’argomento scegliendo programmi accademici incentrati sul design, l’innovazione e le nuove tecnologie, oltre a informarsi sempre sul mondo del gaming, della digital art e del metaverso.

Chief Diversity Officer

Il professionista che si occupa di mantenere la promessa più bella della moda, tra equity e inclusion, ha il nome di chief diversity officer. Il numero di brand e holding che scelgono di dare sempre più valore alla questione dell’inclusione è in costante crescita, ma non si tratta solo di una questione d’immagine: il ruolo di questa figura manageriale in ascesa è quello di dare vita a un vero e proprio cambiamento culturale che combatta qualsiasi forma di discriminazione, favorendo l’integrazione all’interno della realtà aziendale. Tra le skill richieste, non può mancare una profonda conoscenza delle questioni di genere, politiche e sociali, insieme a problem solving e spiccate capacità comunicative e interpersonali. Il percorso passa dalle facoltà inerenti al settore accademico delle risorse umane, da completare con master e percorsi di alta formazione perché anche in questo caso è necessario mettere in conto di conseguire una serie di certificazioni professionali. In Bocconi c’è un corso dedicato ai professionisti già avviati che vogliono diventare CDO.

Corporate Responsibility Expert

Nel panorama moda contemporaneo, è indispensabile restare al passo con i tempi. Negli ultimi anni si è parlato spesso di appropriazione culturale e di rappresentazione sociale. Quante volte è capitato che un brand si dovesse scusare per essere stato scorretto o superficiale nei confronti di una minoranza? Per mantenere le promesse e per migliorare la comunicazione aziendale, la figura del corporate responsibility expert svolge un ruolo chiave. Scegliere questa professione richiede una formazione trasversale su scala globale – storica, politica e ambientale, ma anche una rapida inventiva, una grande empatia e delle ottime capacità relazionali. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze Politiche e/o Sociali, Economia, Sociologia o Lingue e Letterature Straniere, è bene iscriversi a un corso specifico che proietti il percorso nel mondo della moda. Il modulo Fashion Socialite del corso di Fashion Critique and Curation del Polimoda potrebbe fornire un’ottima infarinatura.

Smart Inventory Manager

Ottimizzare gli spazi è sempre una buona idea. Tra gli addetti al settore più richiesti del momento – specialmente dopo il periodo di pandemia, spiccano coloro che sono in grado di rivoluzionare la gestione dell’inventario riducendo o neutralizzando gli sprechi meglio di chiunque altro. Non a caso, il compito di uno smart inventory manager è pianificare lo spostamento della merce in-store considerando in modo realistico la velocità con cui i trend nascono, crescono e si spengono negli ultimi tempi. Tra le scuole italiane, la LIUC Business School offre un intero percorso formativo a tema Demand, Inventory & Supply Planning, dove spicca il modulo Inventory Management. Interessante anche il Master in Supply Chain and Operations per il 2022 della Bologna Business School.