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Il trend della varsity jacket e il ritorno dell’estetica Americana

Il capo-simbolo del trend della moda d’archivio

Il trend della varsity jacket e il ritorno dell’estetica Americana Il capo-simbolo del trend della moda d’archivio
Celine FW21
Louis Vuitton FW21
Number (N)ine FW08
Raf Simons FW02
Saint Laurent FW13
Y/Project FW21
@laurentbentil
@shezimanezi
@shezimanezi
@shezimanezi
International Stussy Tribe
International Stussy Tribe (1987)
Michael Jackson in the 80s
Michael Jackson in the 80s
Run DMC
International Stussy Tribe
Kanye West in the early 00s
Diana Spencer
Pharrell Williams

Durante questa Milan Fashion Week, un item in particolare è diventato ricorrente tanto nelle presentazioni dei brand che per la strada, indosso ai fashion insiders che in questi giorni hanno invaso la città: è la varsity jacket - un item che, pur godendo di una popolarità ininterrotta dagli anni ’50 a oggi, quest’anno è diventato un go-to di stagione dopo essere apparso, all’inizio dell’anno scorso, in numerose collezioni diverse, e in special modo nella FW21 di Louis Vuitton. Vuoi un po’ per la sua aura nostalgica da college americano, vuoi un po’ per il culto degli abiti vintage  e d’archivio, la varsity jacket è apparsa quest’anno sulla passerella dello show di Boss x Russell Athletic in un campo da baseball, come prodotto di punta della collezione di Ghali x Benetton e anche indosso ai membri del pubblico delle sfilate, catturati nei nostri reportage di Milano, Londra e Parigi.

@shezimanezi
@shezimanezi
@shezimanezi
@laurentbentil

La frequenza con cui il varsity è riapparso nel corso degli ultimi mesi è la spia del ritorno in auge dell'estetica e dell'immaginario americani - quelli cioè di un paese che forse più di tutti gli altri in occidente ha dovuto ripensare e confrontare seriamente la propria identità. Un processo che, come Federica Salto ha spiegato sulle pagine di Rivista Studio, ha portato a una New York Fashion Week e a un Met Gala in cui la novità ma soprattutto l'innovatività sono diventati il nuovo paradigma con nuovi tipi di creatori, nuovi tipi di marketing, nuovi tipi di pubblico e, soprattutto, una concentrazione tanto forte sulle nuove generazioni da far sospettare l'esistenza di una profonda esigenza di rinnovamento dell'identità della società e della moda americane.

L’origine del trend

Come si diceva sopra, la popolarità della varsity va avanti da decenni – si potrebbe quasi dire che è il pezzo è nato per diventare vintage grazie alla inerente robustezza della sua costruzione in lana e pelle. Al di fuori delle sue origini preppy, la popolarità del modello inizia negli anni ’60 e ‘70 con gli skinhead e gli scooterboy che rendono popolari le flight jacket ritrovate nei surplus militari dell’epoca. Più avanti, con l’inizio degli anni ’80 e la popolarità dei teen movie, la giacca da baseball degli high school americani, simbolo degli atleti e dei quarterback, diventa il modello più popolare. In tutte le sue forme la varsity indica appartenenza – ed è per questo che Shawn Stussy la sceglie nel 1987 per le sue giacche dedicate alla International Stussy Tribe, facendola entrare di fatto nel vocabolario dello streetwear.  

International Stussy Tribe (1987)
International Stussy Tribe
International Stussy Tribe
Michael Jackson in the 80s
Michael Jackson in the 80s
Diana Spencer
Run DMC
Kanye West in the early 00s
Pharrell Williams

Da lì la giacca entrò nel vocabolario degli artisti hip-hop dei primi 2000 che la indossarono in quanto capo-simbolo di quell’estetica sportswear che un brand come Tommy Hilfiger aveva reso estremamente popolare già dieci anni prima. In tutti i casi, la giacca poteva essere personalizzata, ricamata, decorata con lettere di ciniglia e simboli – ma soprattutto era diventata il simbolo per eccellenza del sognante immaginario dell’American High School che generazioni intere di giovani in tutto il mondo seguirono in centinaia di film e serie tv. Sulla scorta di Stussy, di Nigo e di quella wave aspirazionale di stile preppy che travolse il mondo hip-hop a partire grosso moda dalla release di The College Dropout di Kanye West nel 2004, la varsity divenne il capo più lussuoso del repertorio streetwear dell’epoca, ed entrò di schianto nel linguaggio della moda con la FW13 di Saint Laurent quando Hedi Slimane mandò in passerella la sua celeberrima Teddy Jacket ispirandosi all’estetica delle subculture di Los Angeles dell’epoca. 

Il ritorno del vintage

Raf Simons FW02
Number (N)ine FW08
Y/Project FW21
Saint Laurent FW13
Louis Vuitton FW21
Celine FW21

Oggi, la passione della moda d’archivio che ha fatto riscoprire a milioni di appassionati di moda i bomber di Raf Simons per collezioni come Riot! Riot! Riot! e Virginia Creeper oltre che la passione del vintage alimentata sia dall’esigenza di consumi più sostenibili sia dalla crescente ricerca di realness nella moda (ossia di uno stile che non dipenda necessariamente dall’hype) ha portato al ritorno in voga dello stile, delle sue grafiche e dei suoi lettering massimalisti e fantasiosi. Un comeback che è stato anche supportato anche dalla fioritura di numerose pagine Instagram e shop/showroom digitali dedicati al recupero di capi vintage come @silverleague, @unsdoundrags e @middleman.store o, in Italia, @archiviofuorviante e @cocci.it che hanno creato intorno alla varsity, così come intorno agli stivali western, ai completi workwear e alle felpe Letterman, un’intera cultura di studio e approfondimento ma, soprattutto, di culto.