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Perchè il party di Bottega Veneta a Berlino ha fatto arrabbiare tutti

Per le celebrità non esiste lockdown

Perchè il party di Bottega Veneta a Berlino ha fatto arrabbiare tutti Per le celebrità non esiste lockdown

Bottega Veneta è finita in un'altra bagarre sui social questo weekend: lo scorso venerdì il brand ha presentato la sua nuova collezione al Berghain di Berlino rinnovando il format dello show segretissimo e a porte chiuse. Una serie di celebrità, fra cui Virgil Abloh, Honey Dijon, Skepta e anche il nostro Roberto Bolle, è arrivata in città da mezzo mondo per la presentazione che è stata seguita da un after-party al Soho House. Le reazioni online dei cittadini della capitale alla notizia non sono state positive: come un po’ tutti, in Europa, anche i berlinesi devono affrontare lockdown e il coprifuoco alle nove, l’emergenza Covid-19 è ancora grave in città e le chiusure vanno avanti ormai da un anno – eppure i friends & family di Bottega Veneta sono, a quanto pare, al di sopra di regole e precauzioni sanitarie.  

Ciò che i social hanno mostrato è una valanga di celebrity senza mascherine (anche se a onor del vero alcuni le indossavano, come si può vedere dalle foto), arrivate in città dall’America, dall’Italia e dal Regno Unito senza reali motivi di lavoro, che non solo hanno festeggiato tutta la notte al Soho House ma (secondo alcuni rumor) si sarebbero anche trasferiti in una location segretissima dopo, entrando dal retro e proseguendo la festa nel segreto più assoluto.

Un utente di Instagram ha definito, giustamente, l’evento come «un iconico schiaffo in faccia all’intera città» e persino il quotidiano Der Taggesspiegel, ha scritto un articolo sulla faccenda sottolineando come la polizia di Berlino non sia stata in grado di fornire particolari sulla faccenda - considerando come nessuna di queste celebrity abbia rispettato l'obbligatoria quarantena di cinque giorni che si richiede a chiunque arrivi dall'estero in Germania.

L’aspetto più problematico della vicenda è lo sfacciato elitismo dell’evento, la sgradevole sensazione che esista una corsia preferenziale per la casta dei VIP dove le regole possono semplicemente essere aggirate e, infine, la completa insolenza e mancanza di sensibilità che ci sono state nell’organizzare un evento simile in un momento così delicato per Berlino e la Germania arrivando pure a postare video nelle proprie storie – per poi cancellarli alle prime avvisaglie di controversia. Per di più, considerando che Bottega Veneta non ha più social media, è impossibile rivolgergli critiche direttamente oppure ottenere uno statement dalle persone coinvolte: se con il precedente show di Londra Salon 01 il glamour era alimentato dalla segretezza, questa volta è come se Daniel Lee avesse detto al resto dei mortali «Che mangino le brioche».