
Come la Hi-Fi culture è diventata la nuova ossessione di moda e arte Dalle strade di Kingston alle gallerie di Londra
La Hi-Fi Culture, intesa non solo come alta fedeltà audio, ma come venerazione del sound system in quanto oggetto, architettura e rituale, è l'ultimo culto che ha conquistato l'alta società creativa. Quello che era nato nelle strade polverose della Giamaica negli anni '50 come un gesto democratico e radicale – portare la musica ad alto volume nelle comunità con torri di altoparlanti costruite in casa per contrastare la scarsità di sale da ballo – è oggi un accessorio di lusso, simbolo esposto nei flagship store e negli spazi espositivi per elevare l'esperienza dei visitatori.
La riscoperta del sound system oggi è iniziata con la diffusione dei listening bar giapponesi in Europa, fenomeno che ha invaso le metropoli globali da Londra a Milano. Questi spazi minimali che offrono un'esperienza d'ascolto quasi sacrale (deep listening da vinile) attorno a sistemi audio impeccabili elevano l'ascolto della musica da sottofondo a rito consapevole. Il fenomeno ha riqualificato le apparecchiature audio – amplificatori valvolari, giradischi vintage e, soprattutto, diffusori imponenti – da nerd-hobby a elemento di interior design e lifestyle.
Il sound system nell'arte come affermazione politica
Il revival dei sound system è anche un omaggio tardivo alle radici della cultura audio, che arrivò nel Regno Unito con la Windrush Generation fondando la scena musicale underground con il heavy, rib-tickling bass che avrebbe influenzato intere generazioni, dal Dub al Jungle. Ma la vera consacrazione dei sound system è arrivata quando la speaker stack ha fatto irruzione nei templi dell'alta cultura, con artisti come Peter Doig che hanno integrato interi sound system nelle loro mostre, come House of Music alla Serpentine Gallery, trasformando le gallerie in spazi di ascolto immersivo.
Anche Theaster Gates ha fatto del vinile e della condivisione musicale una parte centrale delle sue performance, una provocazione che inietta l'energia tellurica del bass e l'etica della condivisione nello spazio asettico del museo. Progetti come il collettivo Black Obsidian Sound System stanno attualizzando questa architettura sonora come risorsa comunitaria e spazio queer, ridefinendo il suo potenziale radicale.
L'estetica sonora nella moda
@enlighten.whale Transparent CDJ 2000NXS2 Skeleton by Pioneer DJ c/o Virgil Abloh - 2019 Part of Ablohs exhibition “Figures of Speach” looking at his connections transcending industries connecting music, fashion and architecture. Abloh “As a means to give a new look and feel to the industry standard CDJ and DJM I aimed to design a see-thru and non labeled rendition of the classic models to inspire a different sound while DJing. And perhaps a new way for music technology, and human interaction to equal a different result. What do you think, would you use these? Let us know in the comments. Work by @AlphaTheta/Pioneer DJ Global x Virgil Abloh #art #pioneerdj #lightingart #dj #djing #offwhite #virgilabloh #design #accesories #audiotech #clubbing #homedecor #contemporaryart #modernart original sound - enlighten.whale
La moda non poteva restare indifferente allo status symbol dei sistemi audio, dato che l'Hi-Fi è la perfetta rappresentazione del lusso discreto e performativo. Già Virgil Abloh, DJ prima che designer, aveva predetto questa confluenza influenzando figure come Devon Turnbull (il cui progetto OJAS ha costruito listening room acusticamente perfette), mentre oggi i marchi di lusso espongono sistemi audio di alta gamma come vere e proprie sculture.
Recentemente, Valentino ha collaborato con Terraforma per l'Atelier Sonoro, una listening room al secondo piano della boutique del brand di Madison Avenue, mentre Celine sotto la direzione creativa di Hedi Slimane ha spesso fatto leva su possenti impianti acustici per le proprie sfilate, come nel caso della SS22. La speaker stack è diventata l'equivalente di un'installazione artistica, un segno che il brand è sintonizzato non solo sull'estetica visiva, ma anche su quella sonora.
I segni di una resistenza analogica
La ragione dell'ascesa della Hi-Fi Culture è duplice: da un lato, riflette l'influenza crescente di creativi di origine afro-caraibica nelle arti e nella moda, così come la volontà da parte dell'industria di attingere da storie culturali radicali (sebbene spesso sterilizzandone la dimensione di resistenza). Dall'altro, in un'epoca dominata dallo schermo e dalla gratificazione istantanea degli auricolari, investire in un sistema audio impattante è l'atto definitivo di resistenza analogica. È la scelta di dedicare uno spazio, un tempo e una spesa significativa a un'esperienza fisica e collettiva.














































