Vedi tutti

Nel 2020 l'industria della moda ha perso il 93% dei profitti

Come testimonia il report 'The State of Fashion 2021'

Nel 2020 l'industria della moda ha perso il 93% dei profitti  Come testimonia il report 'The State of Fashion 2021'
Fotografo
nss magazine

Non c'erano dubbi sul fatto che il 2020 fosse stato un annus horribilis per il mondo intero e con esso l'industria della moda. È dallo scorso marzo che dapprima in Europa e in seguito nel resto del mondo si cerca di avere un quadro preciso delle perdite e delle devastanti conseguenze economiche che la pandemia ha avuto e sta avendo sul settore. A fornire dati più precisi ci ha pensato McKinsey & Company, che come ogni anno ha stilato il report The State of Fashion 2021, che fotografa la situazione attuale dell'industria e identifica futuri trend e innovazioni da implementare.  

All'interno del report colpisce immediatamente un dato, che racconta bene come sono andati gli ultimi dodici mesi. Nel 2020 l'industria della moda ha perso il 93% dei profitti, dopo che nel 2019 i profitti erano cresciuti del 4%. Dati certamente drammatici, ma non totalmente inaspettati, e che con molta probabilità non si replicheranno nel 2021, visto un generale miglioramento nella situazione sanitaria grazie all'arrivo del vaccino e la ripresa promettente del mercato cinese

In generale il report rivela un certo ottimismo, dato che la pandemia ha quanto meno avuto il merito di accelerare cambiamenti già in atto, come il crescente focus verso il digitale e il potenziamento dell'e-commerce. Con l'attenuarsi delle misure restrittive, anche il turismo e l'indotto commerciale ad esso collegato, soprattutto quello legato alla moda, farà risollevare le sorti dell'industria. È in particolare la grande ripresa che si sta verificando in Cina a far auspicare per il meglio, nonostante si tratti del mercato del lusso al momento più forte al mondo. Il report di McKinsey & Company stima infatti una crescita nelle vendite dal 5 al 10% in Cina rispetto al 2019, mentre l'Europa soffrirà maggiormente l'emergenza ancora in atto e la mancanza di turisti, facendo registrare un aumento delle vendite dal 2 al 7% rispetto al 2019. In generale, si tornerà a livelli di vendita pre crisi solo nel 2022, mentre per gli Stati Uniti il ritorno alla normalità richiederà più tempo: qui le vendite continueranno a scendere nel prossimo anno, con un calo tra il 7 e il 12% rispetto al 2019, e con la prospettiva di una ripresa che sarà visibile non prima del 2023.