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La reazione dei siti di resell al Coronavirus

“Il mio archivio di sneaker è il mio conto in banca”

La reazione dei siti di resell al Coronavirus “Il mio archivio di sneaker è il mio conto in banca”

Mentre la diffusione del Coronavirus tiene abbassate le serrande dei negozi di sneaker in tutto il mondo, il commercio digitale non ha subito particolari interruzioni, così come il mercato del resell. I siti che si occupano del resell di sneaker, come ad esempio StockX e Stadium Goods, hanno sì chiuso le loro venues ma non hanno riportato significativi crolli in termini di vendite. Tanto che un portavoce di StockX ha detto a Complex:

Abbiamo apportato qualche cambiamento e usiamo più precauzioni nei nostri spazi di lavoro, ma il nostro marketplace online rimane aperto, stabile e forte. Come il resto del mondo, stiamo tenendo sotto controllo questa situazione mutevole e prendiamo tutte le misure necessarie per proteggere la nostra comunità. 

Mentre insomma i brand di moda e di sportswear come Nike e adidas si ritrovano a fronteggiare pesanti perdite economiche, il mercato secondario dello streetwear, per la sua stessa natura digitale, non basata su negozi fisici, non ha ancora subito significativi scossoni.

A essere più a rischio è invece la figura del reseller indipendente – una seconda carriera per molti, i cui presupposti si basano sull’esistenza di negozi fisici e drop in-store, e che con la chiusura dei retail iniziano a percepire le prime difficoltà. Andre Arias, reseller e curator di @solestreetsneakerco, pur lamentando i problemi derivanti dalla chiusura dei retail fisici, nota comunque che il traffico online non sembra essersi fermato anche se l’emergenza sanitaria ha generato una leggera flessione dei prezzi. Il problema maggiore è per quei reseller indipendenti che non possiedono uno stock sufficiente a garantire un income durante la quarantena. Arias ha messo la questione in termini chiarissimi: “Il mio archivio di sneaker è il mio conto in banca”. Un problema, comunque, facile da eludere con una buona organizzazione. A creare potenziali difficoltà potrebbe invece essere la fluttuazione del tasso di cambio nelle valute internazionali, che durante un momento di incertezza economica possono andare a svantaggio del reseller.

Durante l’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo il mondo a resistere meglio sono tutte quelle realtà che negli ultimi anni hanno sviluppato con successo il proprio lato contactless. Paradossalmente, è proprio il mondo digitale che, essendo immune da qualunque virus che non sia informatico, non ha subito la pesante crisi che affligge invece ora il business più tradizionale. Resta però da vedere quali saranno le conseguenze sul mercato secondario di una potenziale crisi più prolungata di quello primario, da cui comunque, il mondo secondhand rimane dipendente.