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Frank Ocean è il nuovo volto di Prada

“Programming Rhythms And Dancing Again”

Frank Ocean è il nuovo volto di Prada “Programming Rhythms And Dancing Again”

Era bastato un anorak nero di Prada a Frank Ocean per rubare la scena al Met Gala 2019 - il cui tema, il “camp”, pareva in netto contrasto con la scelta minimal e normcore del proprio outfit. La jacket di Prada, diventata immediatamente un oggetto di culto per i fan dell’artista, era stata abbinata a camicia e cravatta nera, seguendo un trend - quello del suit&tie - che lo stesso Ocean ha portato avanti per buona parte del 2019, comprese le varianti business casual con cui aveva lanciato le Cactus Plant Flea Market VaporMax a maggio. La capacità di Frank Ocean di riuscire a creare attorno a se stesso un immaginario estetico così ben definito, e farlo in quelle che - per gli standard degli anni ‘10 - sono apparizioni pubbliche davvero sporadiche, raccontano della capacità di Ocean di influenzare non solo il mondo della musica, ma anche quello della moda

Non è dunque sorprendente che Prada abbia scelto proprio Frank Ocean come volto della nuova campagna per la SS20 Menswear - assieme all’attore Justin Butler e al regista Nicolas Winding Refn. Nel comunicato rilasciato da Prada, si legge dei tre protagonisti che:

«Ognuno incarna una singola identità dell'uomo Prada, un aspetto, una prospettiva, moltiplicato per ogni immagine, ogni definizione».

Frank Ocean ad esempio è stato in grado, fin dal suo esordio ufficiale in “Channel Orange”, di riscrivere completamente i canoni della mascolinità nera, ergendosi a simbolo di un nuovo modo di intenderla, lontana dagli stereotipi a cui i protagonisti delle declinazioni più moderne di black music erano stati associati. Insieme a lui, anche ASAP Rocky, Young Thug e, più tardi, Tyler The Creator erano stati capaci, soprattutto attraverso la moda, di sfidare alcuni degli storici taboo imposti all’estetica nera, puntando forte su di un immaginario più androgino, femminile e curato. Quanto fatto da Frank Ocean però, è stato leggermente eppur fondamentalmente diverso. Come ha scritto Pryia Elan nel 2016 sul Guardian:

«Musicalmente e stilisticamente, Ocean sovverte aspettative e norme. Non è un cantante R&B e non si veste come Kanye West. Come persona di colore, la sua immagine anti-pavone reimposta il sottotesto su come vestiranno celebrità e cantanti neri».

La maturazione dell’estetica di Frank Ocean, passata da quella skating di Los Angeles, fatta di Vans e Supreme, al business casual più newyorkese era già stata evidente negli anni passati, dalle collaborazioni con Calvin Klein e Band of Outsiders, oltre che dagli outfit Dior o Raf Simons e, ovviamente, l’Anorak in color blocking indossato nello shooting con W Magazine

La nuova campagna Prada, scattata dal fotografo David Sims, prova a restituire questa evoluzione dell’estetica di Frank Ocean, attraverso una coppia di ritratti dove il cantante è rappresentato da una parte in full body - con indosso un cappotto, una shirt oversize e quella che sembra essere una cravatta texana - e da un ritratto in bianco e nero, all’interno del quale campeggia una rielaborazione dell’acronimo di Prada: “Programming Rhythms And Dancing Again”. Stando al comunicato ufficiale, la reinterpretazione del brand name è l’essenza della nuova campagna: «influenzata da idee astratte, pensieri, nozioni: provocano, a volte aggiungono contesto, a volte presentano una contraddizione, stimolano sempre il pensiero». Tutti i protagonisti della campagna infatti, sono stati scelti per la loro capacità di raccontare una storia: quella di Frank Ocean sembra incontrare alla perfezione le intenzioni di Prada, che ha scelto di puntare - come tante altre case di moda - sugli artisti urban, i veri protagonisti del passato e del futuro decennio, ma in maniera diversa: alla maniera di Frank Ocean