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Supreme sta diventando una religione?

Abbiamo parlato con l'artista che ha organizzato la Supreme Walk 2019, un pellegrinaggio per hypebeast

Supreme sta diventando una religione? Abbiamo parlato con l'artista che ha organizzato la Supreme Walk 2019, un pellegrinaggio per hypebeast

Supreme è diventato negli ultimi anni l'epicentro della cultura hypebeast, l'esercito di giovani appassionati (di marchi più che di moda) che ad ogni release occupano i marciapiede fuori dagli store in attesa di coppare l'ultima release. Vale la pena approfondire senza giudicare, in quanto gli hypebeast sono diventati una vera e proprio subcultura giovanile con valori (la realness), riti (il camp, discutere le release), controversie (il resell market) e luoghi sacri (i negozi, le pagine Instagram). Al centro di quest'universo c'è il rapporto tra il consumatore e il brand che nel caso di Supreme si declina come un amore incondizionato, paragonabile solo al sentimento religioso.

Ma si sa che la teoria spesso esagera la realtà, ma non sembra il caso della Supreme Walk 2019, una marcia organizzata dall'artista e hypebeast coreano Ho Chul Jason Lee in occasione del 25° anniversario del brand fondato da James Jebbia. In un piovoso pomeriggio newyorchese, Lee ed altri seguaci (in tutto non più di una decina) hanno camminato dal Dover Street Market fino al nuovo store Supreme sulla Bowery con una croce logata Supreme. L'intento di questa marcia, durata due ore, era quello di dimostrare l'accanimento e l'impegno con cui i fan seguono il brand, incanalando la loro passione in una sorta di rituale collettivo e art performance. 

L'episodio - per quanto ridicolo e laterale - ha riacceso il riflettore sulla cultura hypebeast, in continua crescita ma ancora stigmatizzata. Lo stesso fondatore di Supreme, James Jebbia, se l'è presa più volte con la comunità hypebeast, rea di gonfiare i prezzi sul mercato secondario e monopolizzare le release del brand. Inoltre, la fanbase di Supreme nei primi 15 anni di vita del brand era completamente diversa, alimentava una coolness da club segreto che è completamente svanita a partire dal 2013, quando il brand è entrato nel mainstream della moda mondiale. C'è chi ha difeso la comunità, come Kim Jones "Quando vedi le code per Supreme a New York o Londra, vedi così tanti tipi diversi di persone, e sono persone con cui ti puoi relazionare: sono intelligenti e hanno humor. Sanno quello che vogliono e sono molto leali, e un cliente fedele è una vera aspirazione per chiunque abbia un marchio ".

Per capire quale è il significato della marcia e dell'amore della comunità hypebeast per Supreme, abbiamo fatto qualche domanda ad Ho Chul Jason Lee, che oggi oltre ad essere un aspirante artista lavora come manager di un bar karaoke. Lee si è trasferito a New York appena due anni fa per cercare fortuna. Ha raccontato di venire da una famiglia estremamente povera e che è entrato in contatto con il brand appena due anni fa. 

"Per la mia filosofia artistica Supreme è Gesù. Il Gesù che la gente sostiene e segue ciecamente. Per me, Supreme è anche una donna", ha affermato Lee. 

 

#1 In quanto artista, cosa ti ha affascinato di Supreme più di tutti gli altri brand? 

Sono sbalordito dalla sua capacità di vendere qualsiasi prodotto in un minuto e aumentare il valore di una maglietta da $40 a $300, e volevo far parte di questo fenomeno.

 

#2 Secondo te cosa ha reso Supreme il fenomeno globale che è oggi?

Molti marchi cercando di espandersi a livello globale non appena hanno un po' di successo, cercando di imporsi sopra agli altri brand. Ma Supreme è già 'supremo' ed è alla guida di una Tesla da generazioni. Supreme non guarda quello che fanno gli altri brand, ha una sua filosofia, e preferisce dare vita ai trend piuttosto che seguirli. 

 

#3 Quali sono state le reazioni che hai avuto dal pubblico e dai passanti durante la marcia?

Quel giorno pioveva molto e non c'erano tante persone per strada, ma alcuni facevano il tifo per noi mentre ci scattavano delle foto. In generale comunque la gente si è divertita a prendersi gioco di noi, a volte facendo commenti sprezzanti, senza preoccuparsi veramente di capire il motivo dietro la passeggiata né la mia direzione artistica. Ma la marcia non era stata pensata per conquistare il cuore del pubblico.  

#4 Sei religioso?

No.

 

#5 Ti ritieni un fan di Supreme?

Sono un grande fan di Supreme. Colleziono personalmente capi di Supreme e di Chrome Hearts. 

 

#6 Vorresti che la Supreme Walk diventasse un evento annuale con un numero crescente di partecipanti? 

Assolutamente. Spero che la nostra marcia catturi l’interesse dei fan di tutto il mondo, così da dare via ad una catena di Supreme Walk globali.

 

#7 Qual era l'insegnamento che volevi trasmettere con questa marcia? 

Se c'è qualcosa che vuoi ottenere, vai e prendilo. Ama Supreme, non venerarlo. 

#8 Nei tuoi prossimi lavori vedremo altri brand o altre forme di culto?

Attualmente mi sto concentrando sul mio prossimo progetto, "WALL", nel quale darò vita al gigantesco muro che Trump vuole costruire. Sarà poi distrutto nel centro di New York, ricordando il momento in cui il Muro di Berlino è stato distrutto. Il progetto non ha come solo obiettivo quello di contestare Trump, ma vuole anche essere un mezzo per cancellare i confini tra razze, gruppi sociali e paesi diversi.