Vedi tutti

Anche le case di produzione devono diventare un brand

Come il cinema indie sta salvando se stesso

Anche le case di produzione devono diventare un brand Come il cinema indie sta salvando se stesso

È passata quasi una settimana da quando Netflix ha comunicato di aver perso 200.000 abbonati dall’inizio del 2022, un dato che ha aperto le porte alla crisi del gigante dello streaming ma che, di riflesso, ha anche riaperto nuovamente la discussione sullo stato del cinema nell’epoca post-pandemica. Se vi chiedete cosa abbiano in comune Netflix e il cinema, due entità probabilmente agli antipodi, la risposta è nel contenuto, quello che da un lato muove abbonamenti e dell’altro fa staccare biglietti. Se il servizio streaming ha pagato la sua mancanza di contenuti di qualità, la sala sembra invece prigioniera dello strapotere dei blockbuster commerciali, quelli che, dati alla mano, stanno dominando il box-office mondiale e che vedono in The Batman e Spider-Man: No Way Home i due incassi più importanti degli ultimi dodici mesi. Ma se da un lato questo genere di film garantisce pubblico in sala, dall’altro rappresenta la crisi di tutti i progetti a basso e medio budget, sospesi in un limbo fatto di release in streaming e timidi tentativi di uscita in sala. The Northman, ad esempio, con un budget di circa 90 milioni di dollari ha incassato al momento solo 26 milioni, mettendo seriamente in dubbio le possibilità di raggiungere il suo break even point.


Alla ricerca di una soluzione per riavvicinare il pubblico verso i propri progetti, le case di produzione hanno la necessità impellente di trovare nuove strategia di promozione non solo dei propri film, ma soprattutto di se stesse. La prima a capirlo è stata la A24, la casa di produzione da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges nel 2012, trasformatasi nel corso degli anni in un vero e proprio brand di culto che, al di là dei film, offre anche un merch composto da memorabilia e soprattutto apparel. Un “A24 Movie” non è un semplice film, è un piccolo evento per gli appassionati ormai diventati fedeli alla causa, pronti ad andare in sala indipendentemente da trama, genere, cast e regia. Anche per questo, la sua ultima mossa è stata il lancio di un servizio di membership tramite la quale, pagando 10$ dollari al mese o 99$ all’anno, si ha accesso a una serie di privilegi pensati per i propri fan. Accessi esclusivi, merch in anteprima ed eventi: tra i vari privilegi dedicati ai membri di AAA24 c’è anche un fanzine quadrimestrale pensata per allargare ulteriormente l’offerta della casa di produzione pronta a diventare ancora di più un brand nel senso più classico del termine.


Nulla di diverso da quanto accadeva anni fa, quando studios come Universal vendevano nei propri parchi a tema il merch con sopra il proprio logo in un meccanismo di autoproduzione che oggi, però, ha cambiato di senso e importanza: se in passato si trattava di semplice business, oggi è un'operazione di fidelizzare il pubblico in un modo diverso rispetto al passato. Per questo, in mancanza di servizi streaming o saghe capaci di durare dieci anni, il cinema indie si trova davanti alla necessità di reinventarsi per uscire dalla dimensione puramente distributiva e produttiva, trasformandosi nell’influencer di se stesso per promuoversi costantemente e salvare il cinema dall’ennesimo film su Spider-Man.