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Cosa non va nei meme pubblicati da Di Maio

La black face, soprattutto sotto forma di umorismo o ironia, rimane offensiva, specialmente da parte di un Ministro degli Esteri

Cosa non va nei meme pubblicati da Di Maio La black face, soprattutto sotto forma di umorismo o ironia, rimane offensiva, specialmente da parte di un Ministro degli Esteri

A soli due mesi da quello che il New York Times ha descritto come il più grande movimento per i diritti civili nella storia degli Stati Uniti, presto estesosi a tutto il mondo, Italia inclusa, con folle di manifestanti scese in piazza per marciare al grido di Black Lives Matter, il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha pubblicato una carousel di meme su Instagram che ne ritraggono il viso photoshoppato sul corpo di Michael Jordan, inserito a fianco di Totòtruffa '62 e in mezzo al cast de I Jefferson. Una serie di immagini che arriva solo una settimana dopo che Instagram e Facebook hanno bannato ufficialmente i contenuti in cui era presente la black face categorizzandoli simboli di odio.

Il ministro degli Esteri non è comunque l'autore dei meme in questione ma li ha solo ripostati. Le immagini originali photoshoppate sono emerse da Twitter dove un gruppo di utenti anonimi intendevano scherzare sulla scurissima abbronzatura che di Di Maio aveva sfoggiato in occasione di un incontro con  il Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi.

Rimane, al di là dell'intrinseca natura offensiva della black face come fonte di humor, anche il pessimo tempismo della pubblicazione dei meme. La prima immagine della serie mostra - non così ironicamente - l'iconico Jump di Micheal Jordan, ed è stata pubblicata nelle stesse ore in cui i giocatori NBA stavano decidendo di boicottare la Lega per protestare contro i police shootings di Kenosha che ha visto il ventinovenne afroamericano Jacob Blake colpito da sette pallottole davanti ai propri figli durante un confronto con le forze dell'ordine. 

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Purtroppo questo tipo di contenuti razzisti non costituiscono una sorpresa scioccante: la politica italiana ha una ricca e recente storia di razzismo palese e nascosto. Dalle molte esternazioni di Matteo Salvini fino alla famigerata battuta di Berlusconi su Obama dopo la visita alla Casa Bianca, i politici italiani non sanno ancora cosa sia accettabile e inaccettabile. Di Maio non è il primo personaggio pubblico italiano a fare humor sulla black face: negli ultimi cinque anni, il comico Gabriele Pellegrin aka Dado, la cantante Roberta Bonnona, il politico Gianluca Buonanno, i musicisti Palla e Chiatta e persino la compagnia aerea Alitalia l'hanno impiegata credendo di fare dell'innocuo umorismo.

14 ore e 3.000 commenti dopo, il ministro Di Maio sembra ancora del tutto ignaro di quello che sta succedendo, tanto da scrivere un altro post per incoraggiare le persone a votare. Il fatto che il Ministro degli Affari Esteri del Paese - l'uomo che ha il compito di fare da tramite tra l'Italia e paesi e culture straniere - non conosca o non si interessi delle origini della black face, del suo significato culturale e della sensibilità razziale nel 2020, significa semplicemente che non è qualificato per il suo lavoro. Per fortuna, nei commenti al post, gli utenti hanno sottolineato la gravità della situazione, fra cui quello di Marcelo Burlon che ha commentato: «SEI UNA VERGOGNA. LA TUA IGNORANZA NON HA LIMITI. DOVRESTI TOGLIERE QUESTE FOTO E CHIEDERE SCUSA. E le persone che ti dicono "bellissima autoironia" sono ignoranti quanto te».

Anche se molti di questi commenti condannano Di Maio per le sue azioni, ci sono anche molte persone che lo difendono in nome dell'umorismo, il che rende l'incidente ancora più serio per quanto riguarda il livello di ignoranza e insensibilità alla questione razziale che esiste nel paese. Sapendo che questo tipo di ignoranza è culturale e parte dai capi di stato per arrivare fino al livello del Paese Reale, questo caso evidenzia la grande distanza tra gli standard morali di Di Maio e del resto della classe politica italiana rispetto all'attuale realtà contemporanea.

Si spera solo che, in sede di voto, le fasce di elettori più giovani possano fare percepire alla classe politica le conseguenze di questo tipo di comportamento.