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Perché tutti stanno parlando di Billie Eilish

L'artista dall'immaginario dark che sta scalando le classifiche di tutto il mondo

Perché tutti stanno parlando di Billie Eilish L'artista dall'immaginario dark che sta scalando le classifiche di tutto il mondo

Come sembra succedere molto spesso in un'industria musicale che viaggia ormai alla velocità della luce, che scova i suoi talenti sui social e con la stessa velocità con cui li trova li distrugge, c'è sempre un nome che per un periodo di tempo preciso sale alla ribalta della cronaca, e negli ultimi mesi quel nome è stato Billie Eilish
Negli Stati Uniti è ovunque, passa da ospitate all'Ellen Show, da Jimmy Fallon e Jimmy Kimmel, a Sneaker Shopping con Complex, fino a festival come il Coachella, dove si esibirà questo weekend e anche il prossimo. Su Instagram ha 17,5 milioni di follower, e un seguito sempre più solido. In Italia la stiamo scoprendo ora, soprattutto dopo l'uscita del suo disco di debutto When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, ma Billie Eilish resta un personaggio difficilmente inquadrabile. 

Nata nel 2001 a Los Angeles, Billie Eilish Pirate O'Connell fa parte di una famiglia di attori e musicisti, viene educata in casa, e frequenta il Los Angeles Children's Chorus, dove scopre il suo talento musicale. Una figura fondamentale non solo agli inizi della sua carriera, ma ancora oggi, è il fratello, Finneas, cantautore e musicista. Billie inizia a cantare e a scrivere canzoni a 11 anni, e quello che diventerà il suo primo singolo, qualche anno dopo, nasce totalmente per caso. Billie frequentava infatti una scuola di ballo e il suo insegnante sapeva che lei si dilettava anche con la musica, per cui le chiese di scrivere e registare una canzone per una coreografia. Billie si mette all'opera insieme al fratello, insieme danno vita a Ocean Eyes, una volta finita la postano su SoundCloud - così da passare il link all'istruttore di ballo - e se ne vanno a letto. Quando si svegliano la mattina dopo, la canzone è già virale. 

Inizia così il turbinio che è la carriera di Billie: nel 2017 esce l'EP Don't Smile at Me, l'anno successivo Apple la nomina Newest Up Next Artist, e qualche settimana fa viene pubblicato l'album di debutto, When We Fall Asleep Where Do We Go?, che contiente i singoly Bury A Friend e You Should See Me In A Crownin cima alle classifiche di mezzo mondo. Definire l'esatto genere musicale che fa Billie è piuttosto complesso, visto il gran numero di influenze e ispirazioni: Eilish è cresciuta ascoltando hip-hop e R&B, e questo è evidente nelle basi delle sue canzoni, ma come punto di riferimento ha spesso citato Lana Del Rey, un'influenza chiara soprattutto nei testi e in quel mood malinconico che le accomuna. Ascoltando Billie è difficile non pensare alla Lorde dei primi tempi, una voce esile, delicata, sussurrata, che quasi si nasconde dietro a basi lavorate e strutturate, andando a creare un contrasto forte - e vincente - tra una vocalità fortemente femminile e suoni più duri e pesanti. L'immaginario estetico di Billie è dark, a tratti gotico, Eilish sembra essere particolarmente affascinata dall'inconscio, dal mondo dei sogni e degli incubi soprattutto, i meandri della mente sono il labirinto in cui ama perdersi. Billie ha raccontato che quando scrive le piace indossare una maschera, diventare qualcun'altro, quando parla di morte, di uccidere e seppelire un amico, come fa in Bellyache, lo fa come il personaggio che si è creata, un personaggio che può dare voce a tutto ciò che pensa senza conseguenze. 

In due delle interviste citate sopra, Billie ha dato modo al pubblico e ai fans di scoprire due aspetti della sua personalità finora nascosti. Ospite da Ellen DeGeneres, infatti, Billie ha parlato per la prima volta della sindrome di Tourette con cui convive da quando è piccola. Dopo che su YouTube era diventato virale un video che era una sorta di compilation di tutti i tic di Billie, è stata la stessa artista a voler parlare della sua condizione: 

E' qualcosa con cui convivo da sempre, per me non è nulla di particolare. Non ho mai voluto parlarne perché non volevo che fosse questa cosa a definire chi sono. Non volevo diventare 'Billie Eilish, l'artista con la sindrome di Tourette'. Parlandone però ho anche scoperto che molti dei miei fans ce l'hanno, il che mi ha fatto sentire a casa in un certo senso. Ho sentito che c'era un legame.  

Basta dare un'occhiata ai suoi post su Instagram per farsi un'idea dello stile di Billie: tantissime stampe, silhouette oversized, logomania, colori fluo, anelli e collane sovrapposte, e soprattutto sneaker, tantissime sneaker. Una passione di cui Eilish ha parlato durante un episodio di Sneaker Shopping con Complex. A 11 anni va in un negozio di seconda mano, dove vede il primo paio di Nike Air Jordan della sua vita: è amore a prima vista. Nel tempo diventa una vera e propria collezionista, il suo modello preferito è l'Air Jordan 15 - una delle silhouette più odiate di sempre -, e lo scorso anno è apparsa in una campagna di Jordan Brand al fianco di Russel Westbrook e Don C. Secondo gli ultimi rumors, Billie sarebbe pronta a collaborare con Jordan alla realizzazione di una sneaker da donna. 

A 18 anni avere un'identità così definita e riconoscibile è sicuramente raro, ed è infatti questo uno dei punti di forza di Billie Eilish. L'artista ha riportato in voga un immaginario dark, quasi emo, rivisitato però in chiave contemporanea, facendosi portavoce di un pop gotico ma comunque commerciale. Non sappiamo quanto Billie reggerà la fama, l'attenzione, la pressione inevitabile del secondo disco, ma intanto si è imposta come uno dei talenti più interessanti degli ultimi anni, e When We All Fall Asleep, Where Do We Go? è uno dei dischi migliori del 2019.