
Come è nata la serata delle cover di Sanremo?
Storia dell'evento più amato del Festival della Canzone Italiana
14 Febbraio 2025
Una delle serate più attese del festival di Sanremo è la cosiddetta “serata delle cover” o “serata dei duetti”, che dir si voglia. In realtà, la confusione tra le due definizioni è dovuta alle sue stesse origini e ai suoi successivi sviluppi, dato che è stata introdotta solo vent'anni fa e modificata negli anni secondo i cambiamenti dei direttori artistici e, di conseguenza, del regolamento del Festival della Canzone Italiana. A oggi, rimane l'evento più atteso della settimana di Sanremo, forse perché è proprio l'unica serata in tutto il Festival in cui i partecipanti possono lasciarsi andare e divertirsi sul palco dell'Ariston insieme agli invitati. La serata delle cover è nata nel 2005, creata dal direttore artistico della 55° edizione Gianmarco Mazzi e dal neoconduttore Paolo Bonolis nel tentativo di "svecchiare" il Festival. I due organizzatori apportarono una serie di modifiche significative al regolamento della kermesse, tra cui uno spietato sistema di eliminazione dei partecipanti e una suddivisione dei cantanti in cinque categorie: Uomini, Donne, Gruppi, Giovani e Classici. L’altra idea fu quella di introdurre una serata speciale in cui i cantanti rimasti in gara avrebbero eseguito una versione rielaborata del proprio brano: non un brano diverso, quindi, ma lo stesso con cui stavano effettivamente gareggiando, impreziosito però dall’ausilio di uno o più ospiti a scelta, sia italiani che internazionali e non necessariamente cantanti.
La potenza degli Zero Assoluto che portarono nella serata duetti Nelly Furtado nel 2007 quando era al top#Sanremo2024pic.twitter.com/N7n0ukTYmM
— alfonsoparty (@Alfons0Party) January 25, 2024
Fin dall’inizio, le ragioni dell’introduzione della "variante" erano più legate all’elemento della spettacolarizzazione dello show televisivo che alla gara in sé. Alexia, ad esempio, quell'anno si fece accompagnare dalla Gialappa’s Band, i Matia Bazar da Sergio Múñiz e Nicky Nicolai e Stefano Di Battista Jazz Quartet da Alessandro Preziosi. Naturalmente ci fu anche chi si avvalse di veri e propri musicisti e cantanti famosi: Dj Francesco chiamò Max Pezzali, Toto Cutugno l’amica Rita Pavone e Le Vibrazioni il loro concittadino milanese Elio (senza le Storie Tese). Antonella Ruggiero, invece, optò per una scelta più sofisticata della media nazionalpopolare, portando sul palco il duo chitarristico composto da Maurizio Colonna e Frank Gambale. All’inizio, quindi, non si trattava né di veri e propri duetti in senso stretto né tantomeno di cover, ma l'aggiunta di una serata speciale al Festival rappresentava comunque un cambiamento epocale per una delle più grandi tradizioni del Paese. La novità piacque molto sia al pubblico che agli addetti ai lavori, pertanto venne replicata in maniera pressoché analoga nelle tre edizioni successive, condotte rispettivamente prima da Giorgio Panariello con Ilary Blasi e Victoria Cabello, poi da Pippo Baudo con Michelle Hunziker e infine ancora Pippo Baudo e Piero Chiambretti con Bianca Guaccero e Andrea Osvárt.
come lo spieghi a chi non è italiano l'effetto che la serata cover ha sulle nostre vite durante ogni sanremo? #Sanremo2025 pic.twitter.com/DPl6PvHQCh
— frà #Sanremo2025 (@HhamMerss) January 26, 2025
Nel 2006, gli ospiti scelti dagli artisti furono tutti musicisti, con la presenza di alcune colonne portanti della canzone italiana affiancate ad altrettante figure imponenti: Roberto Vecchioni, ad esempio, si aggiunse ai Nomadi per la loro Dove Si Va, mentre Tosca e Loredana Bertè affiancarono Ron per L’uomo delle stelle. L'anno seguente a spiccare fu, invece, la presenza degli ospiti internazionali, con alcune combinazioni altamente improbabili come le Supremes insieme a Marcella e Gianni Bella oppure Nelly Furtado con gli Zero Assoluto o la cantante indonesiana Anggun con Dj Francesco e Roby Facchinetti, come in una sorta di anticipazione inaspettata del metaverso. Per la serata dei duetti del 2008 si cercò di fare un mix delle varie tendenze messe in campo nelle edizioni precedenti, aggregando ospiti non musicali come il Mago Forrest (insieme a Tricarico), cantanti italiani importanti come Marina Rei e Paola Turci (insieme a Max Gazzè) e artisti internazionali di livello assoluto come la grande cantante tropicalista Gal Costa (insieme a Sergio Cammariere) o l’ex cantante degli Spandau Ballet, Tony Hadley, abbinato a Paolo Meneguzzi.
E comunque ricordiamoci che fu Paolo Bonolis a salvare Sanremo nel 2009 perché stavano quasi chiudendo baracca, quindi Paolo grazie è anche grazie a te se abbiamo questo mitico due oggi #Sanremo2022 pic.twitter.com/e5RYVehDYs
— Ellittica (@ellittica_) January 31, 2022
A rinnovare seppur solo parzialmente la formula ci pensò nuovamente Paolo Bonolis nel 2009, quando decise di estendere la pratica dei duetti anche alla categoria Giovani. I debuttanti del festival vennero così affiancati a dei “cantanti senior”, scelti tra varie figure iconiche della musica italiana: Malika Ayane cantò con Gino Paoli la sua Come Foglie, piazzandosi al secondo posto tra le nuove proposte dietro ad Arisa e alla sua Sincerità, eseguita col supporto del maestro Lelio Luttazzi al piano. Il resto dei “duetti big” fu il solito mix di avanspettacolo (Michele Placido con Al Bano, Teo Teocoli con Alexia e Mario Lavezzi), e artisti internazionali di prestigio (vedi l’esibizione di Patty Pravo che unì in un colpo solo tre musicisti d’eccezione come Todd Rundgren, Dave Weckl e Nathan East).
Il primo cambiamento significativo arrivò solo nel 2011, di nuovo grazie a Gianmarco Mazzi affiancato da Gianni Morandi, quando vennero finalmente introdotte le cover. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia si decise, infatti, di affidare agli artisti rimasti in gara il compito di celebrare la canzone italiana, cantando un brano storico del nostro repertorio come Il cielo in una stanza, Il mio canto libero, ‘O surdato ‘nnammurato. La scelta di farsi affiancare da un ospite fu in quel caso facoltativa e in realtà la maggior parte degli artisti optò per una versione solista del brano (tra le poche eccezioni Tricarico, con L’Italiano insieme a Toto Cutugno). I duetti con gli ospiti non sparirono nel 2011, perché si tenne comunque la consueta esibizione della canzone in gara rivisitata: tra gli highlight della serata ricordiamo la PFM insieme a Roberto Vecchioni per Chiamami Ancora Amore - canzone vincitrice dell'edizione - e il trio siciliano composto da Luca Madonia, Franco Battiato e Carmen Consoli.
Negli anni successivi al 2011, ogni direttore artistico si è sbizzarrito nel tentativo di rinnovare la formula dei duetti e delle cover per trovare la combinazione vincente in grado di assicurare la giusta dose di arte e intrattenimento. Nel 2012 fu ancora la coppia Mazzi-Morandi a provare a introdurre una ventata di novità, proponendo il format “Viva l’Italia nel mondo”: questa volta i cantanti dovettero eseguire solo brani italiani che avevano avuto successo all’estero, accompagnati da un ospite rigorosamente straniero. A vincere questa sorta di gara nella gara furono, a sorpresa, gli outsider Marlene Kuntz con la cover di Impressioni di Settembre cantata insieme a Patti Smith. Nel biennio successivo, guidato da Fabio Fazio, il tema “celebrativo” cambiò ancora: prima solo canzoni appartenute alla storia del Festival (con il format “Sanremo Story”) e poi anche brani d’autore pubblicati al di fuori del contesto sanremese (serata “Sanremo Club”).
@sanremohistory #Sanremo2015 - Campioni - Torneo delle Cover - 1° posto - Nek - "Se telefonando" (1966) Signori, siamo alla canzone vincitrice del Torneo delle Cover del Festival di Sanremo 2015, e la vittoria va a Nek con "Se telefonando", canzone datata 1966, un successo di Mina! Si tratta di un testo che racconta la fine di un amore. Più esattamente di una passione intensa, improvvisa e delicata che si spegne così velocemente da non dare a nessuno il tempo di una spiegazione di quanto sia successo. Si legge anche "Il famoso testo al condizionale ben trasmette questa sensazione di impotenza e incompiutezza.". Di Maurizio Costanzo, Ennio Morricone e Gaetano "Ghigo" De Chiara: "Se telefonando". Dirige l'orchestra il Maestro Luca Chiaravalli, canta Nek! Mamma mia che potenza questa cover, che bravo, vince Nek ed evviva Nek! #sanremohistory #sanremo2015 #nek #setelefonando #canzoni #canzoniitaliane #canzonistupende #instavideo #video #instamusic #music #italianmusic #songs #likes #follow #videooftheday #musicfestival @Nek Filippo Neviani suono originale - Sanremohistory
La vera e propria “Serata delle Cover” fu istituita ufficialmente sotto la prima direzione artistica di Carlo Conti - dal 2015 al 2017 – nella forma di torneo a eliminazione che vide vincere prima Nek con la sua rilettura moderna di Se Telefonando, poi gli Stadio con La Sera dei miracoli e infine Ermal Meta con Amata terra mia. Nel biennio 2018-2019 ci fu la cosiddetta “restaurazione” di Claudio Baglioni, direttore artistico che abolì sia le eliminazioni che la serata della cover, riportandola alla sua formula originale dei duetti che prevedevano la semplice rivisitazione del brano in gara. Il primo anno non ci fu nessun riconoscimento, il secondo anno invece il premio per il miglior duetto votato dalla Giuria D’onore andò a Motta e Nada per Dov’è l’Italia.
ricordiamo la cover migliore pic.twitter.com/LlX51UfMyx
— noraha visto albi!!! (@diecimilaascale) February 10, 2025
Il quinquennio della direzione artistica di Amadeus (2020-2024) ha sancito una sorta di compromesso storico tra parti con la reintroduzione del torneo delle cover, in stile Carlo Conti, ma abbinato a un tema celebrativo, che almeno all’inizio si rifaceva alle precedenti edizioni di Fabio Fazio. Nel 2020 erano ammesse solo canzoni della storia sanremese per festeggiare i 70 anni del Festival (vinse Tosca insieme a Silvia Perez Cruz con Piazza Grande); l’anno dopo la serata venne estesa alla canzone d’autore italiana in generale, vinta da Ermal Meta con Caruso. I tre anni successivi allargarono ulteriormente lo spettro delle possibilità, secondo alcuni forse pure un po’ troppo. Per il 2022 valeva qualsiasi brano, non solo italiano ma anche internazionale, a patto che appartenesse agli ultimi cinque decenni del XX secolo (vinsero Morandi e Jovanotti con un medley di loro canzoni). Nel 2023 si arrivò a includere anche le canzoni pubblicate negli anni 2000, ma vinse comunque Marco Mengoni con Let it be dei Beatles insieme al Kingdom Choir. Quell’anno scattò anche l’obbligatorietà di farsi accompagnare da un ospite - in precedenza lasciata come scelta facoltativa. Si arriva alla fusione completa dei concetti di “cover” e di “duetto” nel 2024, con l'eliminazione di qualsiasi riferimento temporale o culturale riguardo la scelta della canzone. Lo stesso regolamento vale anche per questa nuova edizione del Festival di Sanremo, diretta da Carlo Conti, ma quest'anno c'è una regola in più: i duetti possono avvenire tra cantanti in gara. Vale praticamente tutto, infatti abbiamo persino chi (Lucio Corsi) canterà con Topo Gigio.