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Come ha fatto l’italo disco ad arrivare al Coachella Il genere musicale tipico degli anni Ottanta è sempre più popolare tra i giovani

Di recente, è stata annunciata la line-up del Coachella, festival musicale che si svolge ogni anno a Indio, una città della California a circa 200 chilometri da Los Angeles, e che è probabilmente il più famoso al mondo insieme al Glastonbury. Tra grandi nome come The Strokes, Justin Bieber, The XX e tanti altri, nel cartellone del Coachella compaiono anche i Mind Enterprises, duo italiano molto apprezzato all’estero per la loro estetica anni Ottanta e il loro sound tipico dell’italo disco. «Il vero nome del fondatore del duo è Andrea Tirone, un passato da fonico e la passione per le tute acetate vintage, T-shirt e accessori raccattati in vecchi bar. Lo affianca Roberto Conigliaro, ex batterista e compagno di dj set. Il loro successo arriva dopo più di un decennio di gavetta sulla scena musicale londinese e un contratto con Because Music, etichetta di culto», spiega Rivista Studio. Il genere musicale a cui si rifanno i Mind Enterprises ha a che fare con la disco music che veniva prodotta in Italia tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. In quel periodo, artisti come Giorgio Moroder e i Righeira (quelli di “Vamos a la playa” o “L’estate sta finendo”) contribuirono a diffondere e definire il sound dell’italo disco a livello internazionale.

I brani riconducibili all’italo disco ancora oggi condividono una serie di tratti distintivi che li rendono piuttosto riconoscibili. I giri di basso e la ritmica – traendo ispirazione dal genere funky – sono “caldi”, incalzanti e ripetitivi, mentre le melodie sono quasi sempre molto orecchiabili e arricchite da voci o cori. Oggi come in passato le canzoni appartenenti a questo filone sono pensate per funzionare soprattutto su un dancefloor. Quando si parla di italo disco, poi, viene spesso messo in risalto il suo carattere “tecnologico”: nella maggior parte dei brani l’uso dei sintetizzatori era predominante, e non di rado venivano impiegati anche strumenti come il vocoder – capace di rendere quasi “robotica” la voce dei cantanti – e la drum machine. Nel documentario “Italo Disco. Il suono scintillante degli anni ’80”, uscito nel 2022, si capisce quanto l’attenzione per le nuove tecnologie musicali fu essenziale per il successo del genere. Questo interesse non si limitava soltanto agli aspetti sonori, ma si rifletteva spesso anche nei testi, che in numerosi casi affrontavano tematiche legate alla fantascienza.

Da dove arriva l'italo disco

Le origini della italo disco sono oggetto di opinioni contrastanti. La teoria più accreditata è che l’espressione fu coniata da un produttore polacco che all'inizio degli anni Settanta fondò in Germania l’etichetta indipendente ZYX Records. La label divenne in breve tempo un punto di riferimento per l’importazione della musica italiana nel Nord Europa: inizialmente, insomma, il termine aveva un valore puramente geografico, ed era per l’appunto usato per riferirsi alla disco music prodotta in Italia, che questa etichetta discografica tedesca intercettava e ripubblicava attraverso compilation dedicate. A partire dagli anni Ottanta, con il successo internazionale di artisti e gruppi come Pino D'Angiò o Jo Squillo, tra i tanti, il termine “italo disco” smise di indicare soltanto una specifica provenienza geografica, e la corrente si affermò come un vero e proprio genere musicale. La popolarità del fenomeno crebbe al punto che, con il tempo, l’etichetta “italo disco” venne attribuita anche a musicisti non italiani. Tra questi figurano nomi di grande richiamo, come i tedeschi Boney M.

Parallelamente, molti artisti provenienti da altri generi scelsero di avvicinarsi a questo stile, attratti soprattutto dal suo forte potenziale commerciale. Ma a contribuire alla definizione del sound dell’italo disco furono anche artisti inizialmente poco noti, le cui produzioni non ottennero subito un riconoscimento internazionale, ma vennero riscoperte anni più tardi, rivelandosi di grande influenza. Oggi, in effetti, il genere è stato pienamente rivalutato ed è considerato una delle principali fonti di ispirazione per la musica dance europea. Gruppi e artisti contemporanei, come i Mind Enterprises o i Nu Genea, hanno saputo reinterpretare e rielaborare gli elementi caratteristici di questo stile, ottenendo un ampio successo anche a livello internazionale. Non a caso, il tour europeo dei Mind Enterprises è già quasi tutto sold out.