
Come funziona "Bee", il nuovo wearable di Amazon? L’acquisizione della startup ha rinnovato il dibattito sul futuro della tacnologia
Di recente Amazon ha acquisito Bee, startup statunitense che ha sviluppato un dispositivo indossabile basato sull’intelligenza artificiale. «È un’operazione strategica – commenta Repubblica – che rilancia le ambizioni di Amazon nel campo dei dispositivi personali intelligenti». Bee, nello specifico, entrerà a far parte della divisione Amazon Devices, con l’obiettivo di portare la tecnologia sviluppata dalla startup all’interno di un ecosistema di dispositivi personali basati sull’intelligenza artificiale, con Alexa a fare da apripista. Bee si presenta come un bracciale da polso dal design sobrio e minimale, ma è pensato per funzionare come un assistente personale, interagendo con l’utente e offrendo – tramite feedback – un supporto definito «discreto» da Repubblica. In sostanza, Bee è un prodotto tecnologico ibrido, a cavallo tra un cosiddetto “wearable computer” (per esempio uno smartwatch) e un assistente vocale (come per l’appunto Alexa), unendo però le potenzialità di un sistema basato sull’intelligenza artificiale alla praticità di un dispositivo indossabile.
«Per servirci davvero, l’intelligenza artificiale deve vivere al nostro fianco, imparando non solo dai comandi, ma dalla trama delle nostre vite: le nostre relazioni, emozioni e aspirazioni. Solo immergendosi nella nostra quotidianità potrà comprendere davvero chi siamo e cosa conta davvero per noi» si legge sul sito di Bee. Tuttavia, prodotti simili sono già stati presentati in passato, e un eventuale fallimento non rappresenterebbe una sorpresa per gli addetti ai lavori. L’idea alla base di AI Pin, ad esempio, andava in una direzione simile a quella di Bee: si trattava di un dispositivo progettato per essere indossato – in quel caso come una spilla – e pensato per accompagnare l’utente ovunque, fungendo da assistente personale intelligente, grazie a un sistema integrato di intelligenza artificiale. Malgrado l’hype mediatico e i molti fondi raccolti al momento del lancio, AI Pin non è riuscito a imporsi sul mercato, e lo scorso febbraio i suoi creatori hanno annunciato la fine del progetto.
Has anyone figured out anything cool to do with the relic Humane Ai pin yet? pic.twitter.com/ZdfvJhrnk6
— Drake (@TheRealDriiZZy) June 27, 2025
L’interesse verso la cosiddetta “tecnologia invisibile” è comunque elevato, e quasi tutti i principali player del settore tecnologico stanno investendo in progetti che vanno in questa direzione. L’obiettivo è quello di sviluppare dispositivi sempre più compatti e discreti, capaci di interagire con gli utenti in modo naturale e intuitivo, senza però sacrificare funzionalità e comodità. Tuttavia, questa ambizione si scontra con limiti tecnologici e culturali ancora significativi. Un elemento chiave da considerare è l’assenza dello schermo, che rappresenta un punto di rottura non da poco rispetto ai dispositivi tradizionali: anche per questo, molti prodotti indossabili finora hanno faticato a guadagnare quote significative di mercato rispetto agli smartphone. C’è poi una certa diffidenza (sia tra gli sviluppatori che tra i consumatori) verso i dispositivi che più o meno indirettamente puntano a sostituire un prodotto così profondamente diffuso come lo smartphone – sempre più efficienti e al contempo familiari a ormai praticamente tutte le fasce della popolazione.
@ridergpt Amazon just bought a wearable AI startup that listens to everything you say… on purpose. Amazon’s acquisition of Bee shows their interest in wearable AI. This wristband listens, transcribes, and summarizes audio throughout the day. Would you ever wear an AI that listens to all of your conversations? #amazon #bee #ai #wearable #tech #techtok #wearables original sound - Rider Harris
La stessa natura umana è fortemente legata alla percezione e all’elaborazione delle informazioni attraverso la dimensione visiva. Di conseguenza, la mancanza di un’interfaccia tradizionale con cui interagire rappresenta un ostacolo non solo tecnico, ma anche cognitivo e culturale. Nonostante ciò, è evidente che il progressivo sviluppo delle intelligenze artificiali stia favorendo nuove modalità di fruizione e interazione, che non si basano esclusivamente sulla mediazione di uno schermo. In particolare, l’interazione vocale sta guadagnando terreno, diventando un approccio sempre più utilizzato per attività come rispondere a messaggi o impartire comandi, grazie ai continui miglioramenti nel campo. Tuttavia, bisogna anche ammettere che la prospettiva di vivere in un ambiente tecnologico caratterizzato da dispositivi indossabili è però ancora lontana, sebbene non così irrealistica: prima di tutto, sarà necessario arrivare a un equilibrio complesso tra progresso tecnologico, accettazione sociale e adattamento culturale – tutti fattori, questi, che dovranno evolvere parallelamente per consentire una reale diffusione di prodotti come Bee.












































