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D'estate le province italiane si riempiono d'arte Più ancora delle grandi città d'inverno

Le metropoli italiane d’estate si svuotano, mentre i lidi e le province vicino al mare si riempiono di cose da fare. C’è la spiaggia, ci sono le sagre, i concerti e le serate di cinema all’aperto e, finalmente, le mostre. E se l’offerta artistica delle province italiane è sempre stata più ricca d’estate, c’è da dire che, negli ultimi anni, lontano da Milano, da Roma ma anche dall’aristocratica Venezia le piccole città si sono rimboccate le mani più del solito. Inoltre, gli spazi che stanno accogliendo le mostre più innovative in Italia sembrano proprio essere particolarmente isolati, a stretto contatto con la natura e rimossi dal caos urbano. Sull’isola di Filicudi, che fa parte dell’arcipelago delle Eolie, si sta tenendo in questi giorni una retrospettiva su Ettore Sottsass, designer italiano nato a Innsbruck che negli anni ’80 scelse questa destinazione per costruire una casa tutta bianca insieme a Barbara Radice. La nuova esposizione mette in mostra alcune delle opere più famose del designer, come la Superbox Torno Subito, le ceramiche smaltate e alcune fotografie, tutte in dialogo con lo spazio circostante a dimostrazione dell’influenza mediterranea dell'isola nel lavoro di Sottsass. Oppure a Domodossola, a pochi passi dalle Alpi piemontesi, i Musei civici di Palazzo San Francesco ospiteranno opere di artisti del Novecento del calibro di Pablo Picasso, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Paul Klee e Marc Chagall. Più a sud, Marche e Abruzzo si preparano a un calendario fitto di inaugurazioni, da Antonio Marras e Cecco D’Ascoli al Forte Malatesta di Ascoli Piceno al centenario dalla nascita di Mario Giacomelli a Fabriano, dall’esposizione sui tessuti identitari a L’Aquila a Playgrounds di Linda Fregni Nagler a Pescara. 

Come con Sottsass a Filicudi, l’arte conversa con il luogo che la accoglie in Alta Langa, in Piemonte, dove verrà inaugurata la prima edizione di Olimpia, Biennale d’Arte Contemporanea che riunisce i talenti emergenti dell’arte contemporanea italiana, anche appartenenti al mondo della musica e letteratura, e che ha lo scopo di promuovere il loro lavoro insieme ai comuni del territorio attraverso un percorso artistico in mezzo alla natura. Intanto in Puglia, a Conversano sono arrivate ben ottanta opere dell’artista olandese Escher prima di atterrare a Milano questo settembre, mentre il magazine milanese Flash Art l’estate scorsa ha inaugurato Casa Falsh Art a Ostuni che ospita mostre e altre attività nel rilassante meridione italiano durante i mesi più caldi dell’anno. Anche la Toscana si difende bene in quanto a mostre di grossa portata: a Pontedera, in provincia di Pisa, fino ai primi di settembre è atterrata la street art contemporanea di Banksy, Andy Warhol, David Lachapelle, Damien Hirst e Obey, e a Firenze - che non si può di certo definire a una piccola provincia - fino al 20 luglio è stata visitabile invece una retrospettiva sulla dirompente Tracey Emin. Allestita a Palazzo Strozzi, si tratta della più grande mostra dedicata all'artista inglese, attiva nel settore dagli anni ’90, forse la prova più tangibile di quanto l’Italia sia rimasta indietro sui grandi nomi dell’arte contemporanea. 

I motivi del successo delle mostre lontane dai centri metropolitani sono forse da trovare non tanto nelle disponibilità economiche (che al giorno d’oggi scarseggiano in tutto lo stivale, figuriamoci in provincia), quanto nelle risorse di tempo e di spazi che le città medio-piccole riescono a dedicare agli artisti ospiti. Per fare un esempio, mentre la mostra organizzata dal Mudec di Milano per Martin Parr nel 2024 aveva allestito oltre duecento scatti del fotografo in una stanza-labirinto al di fuori del museo che, piena di gente durante un qualsiasi giorno di visita, non permetteva al visitatore di gustare con calma le opere (il tutto per un ingresso dalla modica cifra di 27 euro), quest’estate l’artista volerà a Monopoli, in Puglia, in quanto protagonista d’eccezione del Festival internazionale di fotografia e arte della città. In occasione del decimo anniversario del Phest, Monopoli ospiterà anche esposizioni sulla fotografia di Yorgos Lanthimos e su Francisco Goya, insieme a progetti per i creativi emergenti e serate con musica live e dj-set. Il successo di artisti di fama mondiale nelle provincie italiane è la conferma di quanto l’arte non sia solo di una bellezza da incorniciare per i ricchi, come vogliono far credere progetti come la mostra visitabile solo su invito di Maurizio Cattelan a Capri, ma anche un bene condivisibile, capace di fare informazione pubblica tanto quanto la scuola e le università - per questo da rendere accessibile a più persone possibili.