
Ora Trump vuole cambiare la ricetta della Coca-Cola Sì, anche qui c’entra la politica
Si dice che la ricetta della Coca-Cola sia rimasta invariata dal 1886, anche se già a partire dagli anni ’80 il brand ha iniziato a utilizzare lo sciroppo di mais come dolcificante al posto dello zucchero di canna. Ed è proprio lo zucchero di canna che, nelle ultime ore, ha scatenato l’ennesimo mental breakdown di Trump. Su Truth Social, infatti, l’ex presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di aver personalmente parlato con i dirigenti del colosso delle bevande per chiedere di sostituire nuovamente il dolcificante impiegato nella soda più famosa al mondo. Le ragioni dietro questa richiesta non sarebbero legate a semplici preferenze di gusto, anche se una motivazione del genere sarebbe perfettamente in linea con il carattere notoriamente impulsivo di Trump, ma sarebbero piuttosto di natura politica. In realtà, la combinazione degli ingredienti della Coca-Cola varia da paese a paese, proprio per permettere alla compagnia madre di sfruttare le risorse locali. Ed è anche per questo che il gusto della bevanda gassata può cambiare sensibilmente da una nazione all’altra. Negli Stati Uniti, non a caso, milioni di cittadini preferiscono la cosiddetta “Mexican Coke”, proprio per il suo utilizzo (rullo di tamburi) dello zucchero di canna al posto dello sciroppo di mais. Data la vicinanza geografica tra i due paesi, la variante messicana è facilmente reperibile in molti stati americani, motivo per cui la domanda per questo export continua a crescere.
"I have been speaking to @CocaCola about using REAL Cane Sugar in Coke in the United States, and they have agreed to do so. I’d like to thank all of those in authority at Coca-Cola. This will be a very good move by them — You’ll see. It’s just better!" –President Donald J. Trump pic.twitter.com/9L27oxlYUj
— The White House (@WhiteHouse) July 16, 2025
Non è la prima volta che il tema dei dolcificanti finisce al centro dei dibattiti politici negli Stati Uniti negli ultimi tempi. Il segretario alla salute statunitense e il suo movimento Make America Healthy Again, insieme a Robert Kennedy Jr., da tempo premono affinché le aziende eliminino ingredienti come lo sciroppo di mais, gli oli di semi e i coloranti artificiali dai propri prodotti, sostenendo che tali componenti siano all’origine di una lunga lista di problemi di salute. La campagna, però, non assume lo stesso tono istituzionale della missione portata avanti da Michelle Obama quando ricopriva la carica di First Lady, ma si inserisce piuttosto in un contesto segnato dalle teorie complottistiche di RFK Jr., spesso ritenute estremamente dannose per la salute pubblica. Più che contro gli zuccheri raffinati, la battaglia sembra infatti rivolgersi a tutto ciò che non viene percepito come “naturale”, come dimostra l’ossessione del nipote di JFK per il latte crudo. Curiosamente, però, Trump è un noto consumatore di Diet Coke, bevanda dolcificata con aspartame, un dolcificante chimico ed artificiale, al punto da aver fatto installare sulla scrivania Resolute dello Studio Ovale un bottone apposito per farsi servire la sua bibita preferita, secondo quanto riportato dalla BBC.
@travel_escapes Why is Mexican Coca-Cola so much better? #usa #mexico #traveltiktok #streetfood original sound - Jonathan
La BBC sottolinea come, oltre ad un impatto sull’export (e quindi su tutta la questione delle tariffe), un'eventuale decisione della Coca-Cola di passare allo zucchero di canna potrebbe avere un impatto negativo interno, proprio sui coltivatori di mais statunitensi. John Bode, presidente e CEO della Corn Refiners Association, ha infatti dichiarato che la sostituzione dello sciroppo di mais con lo zucchero di canna comporterebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro nell’industria alimentare americana, la riduzione dei redditi agricoli e un aumento delle importazioni di zucchero dall'estero, il tutto senza apportare alcun beneficio dal punto di vista nutrizionale. A confermare la sensibilità del tema, anche il mercato ha reagito rapidamente: secondo quanto riportato dal Financial Times, infatti, le azioni delle principali società quotate produttrici di sciroppo di mais, Archer Daniels Midland e Ingredion, hanno subito un crollo rispettivamente del 6,3% e dell’8,9% nelle contrattazioni after-hours di mercoledì, mentre le azioni di Coca-Cola invece sono rimaste invariate.














































