Siamo soddisfatti del finale di Squid Game? La terza e ultima stagione sorprende tutti

Siamo arrivati alla fine dei giochi. Squid Game, il fenomeno mondiale che ha tenuto il pubblico col fiato sospeso, arriva alla sua terza ed ultima stagione, per una conclusione che se non darà certo pace ai protagonisti, ne darà almeno agli spettatori provenienti da ogni parte del globo. E forse anche qualcosina di più, visto il piglio con cui il ritorno si presenta in piattaforma. Un titolo di successo per Netflix, che aveva visto però leggermente un’inversione nella curva di apprezzamento da parte del pubblico e, soprattutto, di interesse verso la stagione precedente. La suddivisione da parte dello streamer ha potuto così spalmare su più mesi la ripresa dell’acclamato show coreano dopo la prima stagione, un autentico evento che ne ha risentito però da un punto di vista del racconto e del suo sviluppo, risanato da una conclusione che è effettivamente degna del lavoro svolto da parte del regista e showrunner Hwang Dong-hyuk

@netflixit Ogni gioco deve arrivare alla fine. Squid Game. L’ultima stagione. 27 giugno. #TUDUM suono originale - Netflix Italia

Avendo riservato il maggior grado di tensione alle sue ultime sei puntate, ed essendo uscito da quella sensazione di déjà-vu che aveva suscitato il suo ritorno nel dicembre 2024, lo show trova una propria dimensione, che permette alla storia non solo di attaccarsi alle proprie origini, ma anche di addentrarsi su un sentiero insolito e inesplorato. Squid Game 3 riprende così da dove si era fermato e cambia rotta. Cruento lo è sempre, esagerato e melodrammatico anche, ma i destini che ha in serbo Hwang Dong-hyuk per i suoi personaggi li conducono su traiettorie imprevedibili. Legate solo dall’inevitabilità della morte, che è il filo-guida di tutte le prove della serie, ma che si intrecciano al punto da far crescere dentro lo spettatore un senso di irrimediabilità e disperazione che è ciò che ha poi riportato il protagonista Seong Gi-hun all’interno della trappola fatale da cui non riesce a rimanere anestetizzato.  

Subite altre gravi perdite e dovendo affrontare l’idea di essere stato il responsabile della morte di compagni che si erano affidati alla sua leadership, il protagonista interpretato da Lee Jung-jae sprofonda in un vortice di ineluttabilità e indolenza con cui dovrà confrontarsi se deciso a voler sopravvivere ai giochi e vendicare tutti coloro che ne sono stati fatti fuori. Nel frattempo, anche il resto dei personaggi proseguirà sulla propria strada, andando a delineare sempre di più i concetti di religione, credenza, potere, pietà e misericordia che sono poi i pilastri su cui si fonda la struttura narrativa di Squid Game. E che portano il personaggio del Front Man, l’attore Lee Byung-hun, a porre la fatidica domanda alla sua nemesi Seong Gi-hun: «hai ancora fiducia nelle persone?» Ma con la terza stagione di Squid Game il vero quesito da rivolgere al pubblico di Netflix è: c’è ancora l’intenzione di proseguire uno show che non ha brillato col suo ritorno, ma che potrebbe sorprendere col finale?