A Guide to All Creative Directors

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"Ballerina" è una buona operazione di fanservice

Grazie a reshoot e Keanu Reeves, il personaggio di Ana de Armas passa in secondo piano

Ballerina è una buona operazione di fanservice  Grazie a reshoot e Keanu Reeves, il personaggio di Ana de Armas passa in secondo piano

Il cinema d’azione ama le eroine, ma fino a che punto? Ballerina, spin-off a cui non può mancare la dicitura From the World of John Wick, è la dimostrazione che anche un genere considerato machista e dopato può avere una protagonista donna in grado di conquistare e convincere il pubblico, sempre però in parte e soprattutto con una piccola spintarella. La prova è la scelta della protagonista, la Ana De Armas che avremmo voluto vedere in un altro possibile spin-off, quello di Paloma, personaggio che in circa dieci minuti ruba la scena nel capitolo finale del James Bond di Daniel Craig in No Time to Die. Un’agente segreto che, spuntando fuori dal nulla, fa domandare chi sia, cosa faccia nella vita, quali siano le sue altre missioni e perché non è possibile seguirla in un’avventura tutta sua. Da subito, l’ex detentrice dei diritti di 007, Barbara Broccoli, ha smentito l’occasione di sfruttare la spia per un film o una serie incentrati sul personaggio, il che ha reso evidente l’intenzione di ingaggiare De Armas in occasione dell’ulteriore espansione del John Wick Universe, già cresciuto con la miniserie The Continental e che vedrà persino un ulteriore ampliamento con il confermato quinto capitolo legato al protagonista di Keanu Reeves.

La scelta di casting in Ballerina è funzionale e furba, ed effettivamente ha pagato per la presenza e la forza dell’interprete sul grande schermo, sebbene meno spumeggiante della scheggia Paloma, a causa anche del background sofferto e conflittuale della sua Eve Macarro (il nome della protagonista che interpreta Armas nel film). Avendo assistito all’esecuzione del padre e nascostasi fin dalla giovane età nella comunità della Ruska Roma, la protagonista entra a far parte delle Kikimora della matrona interpreta da Anjelica Huston, la Direttrice a capo di un gruppo di assassini e assassine destinati a compiti mortali. Un’entità che prosegue la tradizione mitologica del folclore tirato in ballo da John Wick, ancora una volta uno spirito maligno i cui servigi, però, servono a proteggere gli altri, sempre a cifre spropositate quanto il pericolo a cui vanno incontro. A differenza del protagonista Wick, Mrs Macarro non ha la possibilità di dimostrare di saper camminare con sicurezza sulle proprie gambe, e un veloce sguardo al trailer ufficiale ne è un primo indizio. Con John Wick disponibile, e senza paura di usarlo, il film ha puntato da subito sul richiamare l’attenzione degli spettatori concedendo alla figura di Baba Yaga un discreto spazio nei due minuti di video.

In Ballerina, non si ha mai la sensazione che Wick sia soltanto uno dei personaggi laterali, un'aggiunta a posteriori che portato a innumerevoli reshoot di Ballerina e al conseguente ritardo della sua uscita per un risultato in cui Reeves diventa quasi personaggio principale, specialmente nel terzo atto della storia. Nel mezzo di una diatriba in cui si vorrebbe Chad Stahelski, originario regista di John Wick, aver diretto ed “aggiustato” il film rigirando la maggior parte delle nuove scene di Ballerina nei ben due/tre mesi di riprese supplementari, sembrerebbe che ciò che andava sistemato del film era solo la sua parte d’azione, non la narrativa. È anche quanto dichiarato dal Leni Wiseman di Underworld, regista in carica del film il quale, insieme a Stahelski, sta inoltre smentendo la sua presunta assenza durante i reshoot. Visto il risultato finale, è chiaro che l’unica maniera trovata per risolvere la questione è stata dare più spazio ad un John Wick da principio marginale, facendolo diventare un’asse fondamentale se non della storia in sé, di certo della sua componente action. Un lavoro che riguarda dunque la spettacolarità cinematografica, riportando Wick protagonista nelle scene in cui si entra nel vivo dell’azione. C’è perciò da domandarsi se l’effettiva riuscita di Ballerina sia stata solo un’operazione di fanservice per fare felici gli appassionati della saga, il cui scetticismo si portava dietro la semi-delusione della miniserie The Continental in cui Reeves non compariva affatto.

Dunque sì, il cinema d’azione ama le eroine, ma solo - o per non usare assolutismi, spesso - se c’è un eroe a dare loro una mano. Ballerina è un film al di sopra di Red Sparrow, che prendeva il mondo della danza e lo ribaltava in termini di spionaggio e lotta, ma ben al di sotto di Atomica Bionda - con Charlize Theron che avrebbe potuto risolvere il problema della James Bond donna con una trilogia dedicata alla spia del MI6, ma il cui passaggio dei diritti da Universal a Netflix ha rallentato di anni la produzione del sequel, di cui al momento si è persa traccia. Il film di Wiseman, che lancia slogan come «Combatti come una femmina», non va a fondo nell’esplorazione delle tecniche e della personalità di Eve, di un’interpretazione discreta ma non folgorante di Ana De Armas, di momenti di intrattenimento divertenti seppur non dimenticabili - tutti coloro che sceglieranno d’ora in avanti di utilizzare dei lanciafiamme dovranno fare i conti con il paragone con C’era una volta a…Hollywood di Quentin Tarantino. Di un cinema appartenente a un universo a cui è concesso di espandersi solo se il suo vero protagonista decide di farne parte. E così Ballerina non tenta di essere nient’altro che secondario. Un film buono, gradevole, ma pur sempre secondario.