
Come sta cambiando l’urbanistica di Milano
Nuove inchieste hanno portato all’introduzione di regolamenti più stringenti
15 Maggio 2025
Negli ultimi due anni, Milano è stata protagonista di un complesso e delicato caso urbanistico che ha fatto discutere molto sul modello di sviluppo della città. Il caso fa riferimento a una serie di inchieste giudiziarie su presunte irregolarità nell'approvazione di importanti progetti edilizi. Al centro delle indagini c’è l'accusa che diverse costruzioni di grandi dimensioni siano state realizzate ricorrendo impropriamente alla SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, una procedura semplificata normalmente destinata a interventi edilizi minori. Secondo i magistrati, in certi casi si sarebbe dovuto invece richiedere un vero e proprio permesso di costruire, che comporta in genere un iter più lungo, maggiori controlli, oneri economici più elevati e una valutazione dettagliata dell’impatto urbanistico e sociale delle nuove costruzioni. Un'interpretazione più flessibile della legge, invece, secondo la procura avrebbe violato le regole urbanistiche e causato un danno alla collettività – sia in termini economici, sia per l’impatto sul tessuto urbano. Il cuore del problema risiederebbe nella modalità con cui certe commissioni del Comune di Milano avrebbe gestito – negli anni – i permessi per costruire, che avrebbero consentito di utilizzare la SCIA anche per progetti molto estesi. Questa tendenza avrebbe permesso di accelerare i tempi di approvazione e avvio dei cantieri, limitando le possibilità di controllo preventivo da parte della pubblica amministrazione.
This is Milan's 1889-1926 masterplan. The entire orange area was marked out for development, mainly as five-storey courtyard apartment blocks. pic.twitter.com/e4P4qTS0QA
— Samuel Hughes (@SCP_Hughes) November 2, 2024
La SCIA è uno strumento che consente di iniziare i lavori subito dopo la presentazione della documentazione, con i controlli del Comune che possono avvenire successivamente. È molto utile in caso di lavori di manutenzione o ristrutturazioni di lieve entità, ma non è pensata per interventi che comportano impatti significativi sull’ambiente urbano. Eppure, come sostengono le inchieste, questa misura sarebbe stata impiegata anche per costruire grandi complessi residenziali. A seguito dell’apertura delle inchieste giudiziarie, l’urbanistica di Milano si è praticamente bloccata. Da mesi, infatti, non vengono quasi più approvati progetti per nuove costruzioni, e molti cantieri già avviati sono stati fermati aspettando che ci fosse maggiore chiarezza normativa. Per fronteggiare questa paralisi, il Comune di Milano ha introdotto nuove regole con l’obiettivo di accelerare la ridefinizione delle procedure in corso, sbloccando così moltissimi cantieri in attesa. In particolare, è stato deciso che per edifici superiori ai 25 metri o per interventi che modificano la sagoma dell’edificio originario sarà obbligatorio ricorrere a un piano attuativo. Quest’ultima è una procedura urbanistica più articolata che impone una pianificazione dettagliata, in accordo con gli uffici tecnici del Comune, e che permette di valutare attentamente l’impatto del progetto sulla zona circostante. Anche il cambio di destinazione d’uso degli immobili – ad esempio da commerciale a residenziale – sarà sottoposto a controlli più stringenti.
@alessandrocolli7 Hai comprato casa su carta? Peccato che al posto del tuo appartamento ti ritrovi con un cantiere fermo e un bel nulla di fatto. A Milano, il sogno della casa nuova diventa un incubo tra inchieste, burocrazia e promesse non mantenute. 150 cantieri fermi, 1.600 famiglie bloccate. Perché? Perché chi doveva garantire regole chiare sull’urbanistica si scriveva le leggi su misura. Ora che sono sotto inchiesta, i lavori si fermano e chi ci rimette sono sempre i cittadini. La soluzione? Protestare. Le famiglie senza casa si riuniscono per chiedere risposte a Palazzo Marino. E mentre loro aspettano, i soliti noti continuano a fare affari senza problemi. La verità è una sola: se hai comprato casa da un costruttore senza i giusti “agganci”, rischi di restare appeso per anni. Ma tranquilli, il Comune ci dirà che “è tutto sotto controllo”. E tu? Conosci qualcuno che sta aspettando casa da anni? Dimmelo nei commenti e tagga chi è ancora in attesa di un cantiere che si sblocchi! #Milano #CantieriBloccati #SalvaMilano #Casa #Speculazione #Urbanistica #Inchieste #PalazzoMarino #FamiglieOstaggi #Immobiliare suono originale - Alessandro Colli
I progetti che sono stati coinvolti nelle indagini sono diversi. Tra questi, compaiono la Torre di via Stresa, la palazzina Liberty di via Crema, il Bosconavigli di San Cristoforo e le Park Towers di via Crescenzago. L’inchiesta è stata avviata con l’edificio chiamato Hidden Garden, nella zona nord-est di Milano: dato che si trova in un’area circondata da altri palazzi, secondo la procura il complesso sorge al centro di un cortile condiviso, per questo non avrebbe mai dovuto ottenere il via libera alla costruzione. La vicenda ha assunto anche una dimensione sociale molto sentita. Sono nate associazioni come Famiglie sospese, vite in attesa, che chiedono provvedimenti urgenti per tutelare chi ha comprato sulla carta in buona fede – oltre 1.600 famiglie, infatti, sono rimaste senza abitazione, nonostante avessero pagato anticipi anche molto consistenti per appartamenti in fase di costruzione. L’idea di fondo è quella di portare avanti le istanze di chi si è trovato suo malgrado coinvolto nella questione.
Quello che sta emergendo a Milano viene denunciato da pochi e da anni.
— Segnali di ripresa (@Brunomgiordano) March 6, 2025
Il cementificio non ha colore.
Il decreto salva Milano era un regalo alla speculazione edilizia.
Le olimpiadi invernali sono la scusa per ulteriori scempi.
Lo si dice dai tempi di Expo.
Dall’inizio del 2024, il Comune di Milano e la maggior parte dei principali partiti italiani avevano sollecitato il governo a intervenire con una riforma normativa per sbloccare l’edilizia milanese, dopo che le nuove pratiche edilizie erano crollate di oltre il 50%. In questo contesto è nata la proposta della cosiddetta legge salva-Milano, che introdurrebbe una sorta di sanatoria retroattiva per gli interventi edilizi oggi contestati dalla procura. I sostenitori del provvedimento ritengono che la norma rappresenti il riconoscimento di una prassi urbanistica già adottata in numerosi altri Comuni italiani e che sia soprattutto una misura necessaria per tutelare i professionisti e gli investitori penalizzati dal blocco dei cantieri. Al contrario, urbanisti e comitati ambientalisti denunciano che la legge equivarrebbe a un condono, destinato a favorire ulteriormente la cementificazione indiscriminata. Di recente, anche il Comune di Milano ha ritirato il proprio sostegno alla legge, a seguito dell’introduzione di nuove regole ad hoc più severe pensate per aumentare i controlli preventivi sugli interventi edilizi. Va detto che in Italia le norme urbanistiche sono particolarmente complesse e lasciano ampi margini di interpretazione: ogni Comune può adottare approcci più o meno restrittivi. Milano ha comunque sempre difeso le proprie scelte, sostenendo che le autorizzazioni edilizie contestate sono state rilasciate nel rispetto della legge, secondo modalità peraltro già applicate in passato.