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Adesso Google suggerisce i dupe

Sempre più utenti cercano imitazioni economiche

Adesso Google suggerisce i dupe  Sempre più utenti cercano imitazioni economiche

Anni fa era bastato un look di Jennifer Lopez a far nascere Google Images, e oggi la piattaforma di ricerca prende spunto da TikTok per i suoi nuovi aggiornamenti. Non è come pensate: Google non si ridurrà a mostrarvi video a scorrere sul suo sito, non vi permetterà di mettere mi piace ai link o di fare un duet. Nel nuovo aggiornamento della piattaforma sono sbarcati i dupe, una forma di imitazione che, nel mondo della moda e del beauty, aiuta a risparmiare sui prodotti virali più costosi sul mercato. Lascia stare il Clinique Black Honey, che costa fino a €30, e compra il Lip Shine di Elf a €7, non comprarti la classica City Bag di Balenciaga, investi in una copia al prezzo di un rossetto. L’effetto è lo stesso e nessuno verrà a controllare il tuo beauty case o l'etichetta. Con l’aggiunta del tasto dupe tra gli strumenti di ricerca, Google fornisce agli utenti un motivo in più per preferire la loro pagina a TikTok, il social media preferito della Gen Z, anche per lo shopping. Secondo quanto riportato da un portavoce dell’azienda a BoF, l’opzione è stata inserita in risposta alla domanda degli utenti

Da qualche tempo, Google aggiunge parole chiavi in maniera automatica a seconda delle ricerche più gettonate. Una funzione nata per aiutare l’utente a trovare risposte nel minor tempo possibile, sono stati gli aumenti di click su dupe a far nascere il nuovo tasto sotto lo barra di ricerca. L’aggiornamento, di per sé innocuo, potrebbe avere serie conseguenze in materia legale. Nonostante una politica Google impedisca la vendita di oggetti contraffatti, è possibile che i brand che vendono i dupe - pur non dichiarando apertamente di produrre repliche - traggano vantaggio da questo nuovo strumento. Fino ad adesso, lanciare sul mercato un prodotto riconosciuto sui social come replica riusciva a non comportare gravi rischi - ad eccezione di quando viene riprodotta l'etichetta stessa del marchio - ma, adesso che potrebbe comparire nelle stesse ricerche dell’originale, aumenterà la concorrenza tra marchi, specialmente se lo stesso criterio verrà applicato anche alla selezione di dupe di abbigliamento e di accessori. Un utente di X ha incontrato l'opzione "dupe" anche cercando una collana disegnata da Elsa Peretti. Senza digitare nella barra di ricerca la parola chiave, la piattaforma ha proposto all'utente diversi brand. 

Nell’ultimo anno i dupe hanno riconosciuto una fama formidabile. L’inflazione e la preoccupazione dei consumatori per il costo della vita sta spingendo anche i fanatici dello shopping a risparmiare. Già nel 2022, la piattaforma di ricerca Think with Google aveva riportato un aumento di ricerche del 40% di articoli dupe, una cifra che ha raggiunto il +123,5% nel corso degli ultimi mesi, giustificando così l’aggiunta della keyword tra gli strumenti di ricerca di Google. Nonostante questi rilevamenti, uno studio di NIQ pubblicato lo scorso novembre dimostra che sia i brand che producono imitazioni, sia i marchi “originali” hanno riportato una crescita di fatturato questo 2023, rispettivamente del +42,1% e del +53,5%. Dupe o no, il mercato del fashion e del beauty non si arrende.