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Come portare la Gen Z negli store fisici

L’esperienza dello store tra web experience e soluzioni digitali

Come portare la Gen Z negli store fisici L’esperienza dello store tra web experience e soluzioni digitali

Secondo quanto riporta l’ultima indagine di Klarna, emerge una connessione sempre più evidente tra shopping experience fisica e online. Tendenzialmente i consumatori - il report evidenzia che si tratta di un’abitudine in fase di sviluppo per 8 utenti su 10 tra Millennial e Gen Z- s’informano sul web per poi recarsi nello store. Il problema, continuando nella lettura dell’indagine condotta da Klarna, è che il punto vendita non viene valorizzato al massimo tanto dai consumatori, che lo riducono a punto di ritiro, quanto dai retailer stessi. 

Scenario confermato da un recente studio di Scandit riguardante l’impatto della tecnologia in store che sottolinea come il 51% dei principali retailer europei combineranno esperienze on e offline. Il 41% degli intervistati ha affermato inoltre di voler migliorare la customer experience, esigenza particolarmente avvertita dai brand di moda. È proprio la piattaforma Smart Data Capture di Scandit ad aver stilato una lista di consigli per rendere più invitante l’esperienza dello store, tenendo conto delle esigenze dei Millennial e della Gen Z. Il primo passo è quello di semplificare e agevolare il più possibile la fase di acquisto, evitando le lunghe code alle casse. Nel caso specifico, i retailer potrebbero affidarsi a metodi di pagamento alternativi in-store fornendo delle soluzioni intelligenti per acquisire i dati su smartphone e accelerare le operazioni di checkout. Operazioni rese ancora più snelle dalla possibilità di scansionare direttamente i prodotti dal proprio smartphone e pagare presso le casse self-service. Garantire una maggiore dose di autonomia, insomma, renderebbe l’esperienza dell’acquisto più appetibile per la fascia generazionale più giovane.

Un’altra questione da prendere in considerazione è la conoscenza e la reperibilità di informazioni in merito ai prodotti in vendita: l’assenza di consigli, di taglie o colori in store può generare frustrazione. L’uso di tecnologie operative può effettivamente facilitare le mansioni in ambito retail, puntando su smartphone abilitati a soluzioni di smart data capture che consentirebbero al personale di scansionare rapidamente uno scaffale per trovare, ad esempio, il prodotto desiderato dal cliente. In ultima analisi c’è da considerare il fattore coinvolgimento: per essere certi di soddisfare le nuove abitudini di acquisto di Millennial e Gen Z, i retailer e i brand dovrebbero essere in grado di combinare al meglio i punti di forza della web experience con quelli in store. Da qui la possibilità di ricorrere alla realtà aumentata come soluzione alternativa per offrire ai clienti una shopping experience digitale effettivamente innovativa. Oltre a fornire un’esperienza educativa, l’obiettivo principale di questo servizio è dare più potere e libertà ai consumatori.