
Addio a Giorgio Armani Il mondo della moda piange la perdita di un’icona senza tempo
Oggi, in un comunicato ufficiale, il gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo fondatore e storico direttore creativo, Giorgio Armani. Re Giorgio, come veniva soprannominato nei circoli della moda, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Come sempre, anche durante periodi di malattia, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni che vedremo il prossimo mese e ai numerosi progetti che hanno riscritto la storia della moda italiana e del Made in Italy in tutto il mondo. Il suo è un brand che ha saputo espandersi in ogni ambito del mercato, portando i principi della sua estetica e la sua ricerca di eccellenza senza compromessi dalla moda al design d’interni, dall’architettura all’hotellerie, dal lifestyle alla ristorazione.
Nato l’11 luglio 1934 a Piacenza, Giorgio Armani ha segnato un’epoca con il suo talento visionario e la sua dedizione al bello. Cresciuto in un’Italia segnata dalla Seconda Guerra Mondiale, si trasferì a Milano nel 1949, dove inizialmente intraprese studi di medicina presso l’Università Statale, interrotti dopo tre anni per il servizio militare. Un incontro fortuito con il mondo della moda cambiò il corso della sua vita. Dopo un’esperienza come vetrinista e commesso presso La Rinascente, nel 1965 fu assunto da Nino Cerruti per ridisegnare la moda del marchio Hitman, segnando l’inizio della sua ascesa nel fashion system. Nel 1974, la creazione della linea Armani by Sicons lo convinse a fondare un marchio personale. Così, nel 1975, insieme al compagno di vita e socio Sergio Galeotti, fondò la Giorgio Armani S.p.A., presentando la sua prima collezione prêt-à-porter nella prestigiosa Sala Bianca di Firenze.
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— Couture is Beyond (@CoutureIsBeyond) September 4, 2025
Fu l’inizio di un impero che avrebbe ridefinito l’estetica globale, con le sue iconiche giacche destrutturate, che eliminavano imbottiture e controfodere, rivoluzionando il design maschile e diventando un emblema dello stile italiano. Armani ha saputo coniugare eleganza e innovazione, ispirandosi al cinema in bianco e nero, alle atmosfere dell’America degli anni Venti e Trenta, e a culture orientali e arabe. Il suo stile, caratterizzato da tagli nitidi, colori freddi come il grigio, il beige e l’inconfondibile "greige” (una tonalità tra grigio e sabbia), ha ridefinito il concetto di lusso. Il tailleur femminile, rivisitato con audacia, e la linea di Haute Couture Armani Privé, che ha vestito star come Cate Blanchett, Julia Roberts e Renée Zellweger sul red carpet degli Oscar, hanno consolidato il suo ruolo di pioniere della moda da tappeto rosso. La sua visione si è estesa oltre l’abbigliamento, abbracciando l’Haute Couture parigina, come dicevamo, la profumeria, l’arredamento con Armani/Casa, hotellerie con gli Armani Hotel a Milano e Dubai, e persino il settore alimentare con Armani/Dolci. Nel 2008, Armani divenne patron della squadra di pallacanestro Olimpia Milano, sponsorizzandola con il marchio EA7 - Emporio Armani, che ha anche vestito la nazionale italiana ai Giochi Olimpici in diverse edizioni.
Tra i momenti salienti della sua carriera, il lancio di Emporio Armani, rivolto a un pubblico più giovane, l’accordo con il Gruppo Zegna per Armani Collezioni, l’inaugurazione di Armani/Silos a Milano, uno spazio espositivo che celebra i suoi 40 anni di carriera, e la sua scelta di sfilare a porte chiuse durante la pandemia di COVID-19, convertendo gli stabilimenti per produrre camici per il personale sanitario. Oltre al suo genio creativo, Giorgio Armani è stato un pioniere nell’impegno sociale. Durante la pandemia di COVID-19, ha donato cospicue somme agli ospedali italiani e ha convertito le sue fabbriche per produrre camici monouso. Nel 2022, ha scelto di sfilare senza musica in segno di rispetto per il conflitto in Ucraina, dimostrando una sensibilità unica verso le questioni globali. La sua attenzione per Milano, la città che lo ha accolto e consacrato, si è manifestata in numerosi progetti, dall’Armani/Teatro all’Armani/Silos, simboli del suo legame con la capitale della moda. Armani è stato anche un ambasciatore dello stile italiano, ricevendo onorificenze come il titolo di Cavaliere di Gran Croce e il Leone d’Oro a Venezia.
La notizia della morte di Giorgio Armani ha scosso il mondo della moda e non solo. La camera ardente sarà allestita a Milano, presso l’Armani/Teatro in via Bergognone 59, e sarà visitabile sabato 6 e domenica 7 settembre 2025, dalle ore 9 alle 18. I funerali, per espressa volontà di Armani, si svolgeranno in forma privata. Giorgio Armani non è stato solo l’ultimo stilista, ma un visionario che ha saputo dialogare con il pubblico, anticipare i tempi e creare un universo estetico che spazia dalla moda al design, dal cinema allo sport. La sua capacità di coniugare semplicità e raffinatezza, innovazione e tradizione, lo ha reso un simbolo universale di eleganza. Come lui stesso dichiarò famosamente in un’intervista: «L’essenza dello stile è trovare un modo semplice per dire qualcosa di complesso». Il mondo piange la perdita di un genio, ma il suo lascito continuerà a vivere nelle sue creazioni che hanno vestito generazioni e nei valori che ha trasmesso. La maison Armani, sotto la guida della sua famiglia e dei suoi collaboratori, porterà avanti il suo sogno, custodendo un’eredità che rimarrà eterna.














































