
Il legame tra Giorgio Armani e il cinema ha radici profonde «La vita è un film e i miei capi di abbigliamento sono i costumi»
Sono tantissime le star del cinema internazionale e italiane che ieri si sono unite al cordoglio per Giorgio Armani, lo stilista che si è spento ieri all’età di 91 anni. Sofia Loren, Claudia Cardinale, Julia Roberts, Anna Hathaway, Leonardo DiCaprio, Reese Witherspoon, Michelle Pfeiffer, Russell Crowe, Morgan Freeman sono solo alcuni degli attori che hanno scelto di ricordare Armani pubblicamente con un post sulle loro pagine social o una comunicazione. È dagli anni ’80 che Armani veste il grande schermo, dall’eleganza suprema di American Gigolo in cui Richard Gere indossa alcuni dei completi più memorabili nella storia del cinema. «Ho disegnato i costumi per molti film - ricordò Armani in un’intervista - Ma la mia prima collaborazione cinematografica è avvenuta per caso, come tutte le avventure davvero entusiasmanti, quando un giovane regista di nome Paul Schrader mi chiese di vestire Richard Gere. Schrader era affascinato dalla modernità del mio stile. Il film era American Gigolò e il resto, come si suol dire, è storia».
Grazie a una silhouette unica nel suo genere, una linea che oggi definiamo classica, ma che negli anni '80 era pura innovazione, è impossibile non riconoscere un completo di Armani al cinema. Che si tratti di un look d’archivio - come nel caso di The Wolf of Wall Street, in cui DiCaprio ha avuto accesso agli abiti anni ’80 della maison - o di completi realizzati appositamente dallo stilista per le star. Dopo il successo di American Gigolo, tra gli anni ’80 e ’90 il nome Giorgio Armani si è affermato sempre più nell’industria cinematografica, portando lo stilista a lavorare a progetti cult come The Untouchables di Brian De Palma, o Quei Bravi Ragazzi e Casino di Martin Scorsese, con le immagini dello stilista insieme a Scorsese e a De Niro che vengono riprese tutt'ora dall'industria della moda per ispirazione e moodboard. Armani ha anche firmato gli abiti di opere italiane d’autore, tra cui di Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore e Paolo Sorrentino, oltre ad aver supportato il cinema italiano sponsorizzando più e più volte kermesse del calibro della Mostra del Cinema di Venezia.
Anche nel nuovo millennio ci sono stati attori, registi e costumisti che hanno scelto l’equilibrio indimenticabile di Armani sul grande schermo, in televisione e sul red carpet. Oltre a The Wolf of Wall Street, ritroviamo la silhouette disegnata da Re Giorgio - l’iconica giacca con le spalle ampie e la vita stretta - in Miami Vice, dove Don Johnson indossava le giacche direttamente sulla pelle, ne Il Cavaliere Oscuro, quando Batman diventava il misterioso e affascinante Bruce Wayne, ma anche nella trilogia Ocean’s Eleven, in cui George Clooney e Brad Pitt devono interpretare un duo di ladri eleganti per riuscire a intrufolarsi nel casinò Bellagio di Las Vegas.
Classici e red carpet look a parte (restano memorabili gli abiti che lo stilista ha realizzato per Sophia Loren, sua grande amica, Cate Blanchett, e il completo indossato da Julia Roberts ai Golden Globes del 1990), ciò che forse ha segnato maggiormente il legame tra Giorgio Armani e il cinema è stata la collaborazione di lunga data con il regista americano Martin Scorsese. Presentato nel 1990 alla Mostra del Cinema di Venezia, il documentario Made in Milan ruota proprio attorno alla figura di Re Giorgio. Nel film vengono esplorati non solo la vita e il lavoro di Armani, ma anche il rapporto del designer con la città di Milano.
Made in Milan è un ritratto poetico di Giorgio Armani, un’opera che testimonia il duro lavoro dello stilista e la sua visione innovativa del vestire - un’idea che influenza tutt’ora lo stile maschile. Il titolo stesso del documentario dimostra non solo l’impatto di Armani nella moda italiana, ma nella cultura generale del Paese e nella città di Milano, raffigurata più e più volte come protagonista secondaria e sfondo sublime della storia. Vediamo Armani esporre al meglio la sua identità, raccontare ciò che lo ha formato e il suo approccio alla creazione. Scorsese restituisce al pubblico un’immagine raffinata, colta e pura dello stilista, trasmutando sul grande schermo tutte le caratteristiche che hanno reso Giorgio Armani un’icona per Milano, l’Italia e il mondo intero.








































































