
Il Made in India diventerà il nuovo Made in China? Il nuovo accordo tra Shein e Reliance sembra l’inizio di una nuova era
Ora che il mercato USA è chiuso con la sospensione delle importazioni cinesi, il fast fashion si sta riorganizzando. Come riporta BoF, infatti, Shein ha deciso di spostare la produzione dei propri capi in India attraverso una partnership con Reliance Retail, il ramo commerciale del colosso indiano Reliance Industries, guidato da Mukesh Ambani. L’obiettivo è aumentare la base di fornitori indiani dagli attuali 150 a ben 1.000 nell’arco di un solo anno, e iniziare a esportare capi a marchio Shein prodotti in India verso i mercati esteri, in particolare Stati Uniti e Regno Unito, entro un periodo compreso tra sei e dodici mesi. Questa accelerazione produttiva e commerciale rappresenta una risposta diretta ai cambiamenti nel commercio globale e alla necessità di diversificare la supply chain in un paese come l’India che, con una forza lavoro ampia e costi competitivi, si presenta come una soluzione ideale. Una cosa interessante, comunque, è che, secondo quanto riferito da BoF, le trattative tra Shein e Reliance erano in corso già prima che Washington imponesse le nuove tariffe. In effetti, Shein era stata prima introdotta con un certo successo, poi bandita dal governo nel 2020 a causa di tensioni tra Cina e India ed è tornata l’anno scorso grazie a un accordo di licenza con Reliance, che ha lanciato la piattaforma SheinIndia.in vendendo capi prodotti esclusivamente in fabbriche locali. Questo elemento distingue il mercato indiano dagli altri siti Shein nel mondo, che continuano a offrire quasi esclusivamente merce di provenienza cinese. Come osserva BoF, questa operazione non è solo una rientrata commerciale, ma un progetto ambizioso di rilocalizzazione della produzione.
@twinscott After a 5 year ban, Shein will re-enter the Indian market via Oil Billionaire Mukesh Ambani and his daughter Isha. #shein #india #ambani #mukeshambani #ishaambani #fastfashion #news original sound - Scott Staniland
Secondo quanto emerso e riportato anche da BoF, il primo passo sarà la messa in vendita dei capi prodotti in India sui siti Shein di Stati Uniti e Regno Unito. Il calendario esatto dell’espansione dipenderà dalla velocità con cui saranno integrate nuove fabbriche. Dal punto di vista tecnologico e produttivo, Reliance punta a replicare il modello “on-demand” di Shein: produzione iniziale di 100 pezzi per ogni modello, da incrementare in base alle performance di vendita. Questo approccio consente di evitare sovrapproduzioni, contenere i costi e rispondere più rapidamente alle tendenze del mercato. Per implementare efficacemente questo modello, alcuni dirigenti di Reliance si sono recati in Cina per studiare il sistema di Shein, definito “innovativo”, “data-driven” e “disruptive” da Manish Aziz, vicepresidente Shein India, in un post su LinkedIn. Aziz ha lodato l’efficienza e la velocità del modello Shein, sottolineando il potenziale del progetto in India. Anche BoF ha notato come Reliance stia cercando di importare competenze e macchinari adatti a colmare le lacune del tessile indiano, soprattutto nella produzione di tessuti sintetici, oggi limitata. I dati di mercato confermano il forte interesse del pubblico indiano: secondo Sensor Tower, l’app Shein India è stata scaricata 2,7 milioni di volte su Apple Store e Google Play, con una crescita media mensile del 120%. Nei primi quattro mesi di attività, il catalogo ha raggiunto 12.000 design, ancora una frazione dei 600.000 disponibili sul sito statunitense, ma un segnale chiaro della strategia di espansione progressiva. Un esempio significativo è la categoria abiti da donna, dove il prezzo più basso in India è 349 rupie (circa 4 dollari), leggermente superiore rispetto ai 3,39 dollari praticati sul sito USA al 9 giugno.
Good to see the 'Made in India' label at several clothing stores in the US. India really needs to become a manufacturing powerhouse to generate jobs. pic.twitter.com/u6tGrMgNOB
— Bhandari (@GurugramDeals) June 7, 2025
Sempre secondo BoF, Reliance sta anche testando la capacità dei fornitori indiani di replicare i best-seller di Shein a costi inferiori. L’approccio è parte di un processo di ottimizzazione e scalabilità che punta alla costruzione di una filiera completamente interna e autosufficiente con investimenti diretti nei fornitori per migliorarne capacità produttiva e tecnologia. Il Ministro indiano del Commercio e dell’Industria, Piyush Goyal, ha dichiarato in parlamento che l’accordo tra Shein e Reliance ha l’obiettivo esplicito di creare una rete di fornitori indiani per l’export globale di prodotti a marchio Shein. Come riferito anche da BoF, questa operazione si inserisce nel contesto di un crescente interesse verso l’India da parte di altri grandi player globali del retail, come Walmart, spinti dalla necessità di svincolarsi dalla dipendenza produttiva dalla Cina, acuita dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il valore strategico dell’India risiede nella combinazione di basso costo del lavoro, capacità industriale in crescita e dimensione del mercato interno – qualcosa di simile a ciò che, produttivamente, succedeva nella Cina degli anni ’80 e ‘90. La collaborazione con Reliance sembra preludere a una nuova fase nella creazione di fast fashion attraverso nuovi modelli di decentralizzazione operativa, produzione flessibile e penetrazione nei mercati locali attraverso partner locali oltre che replicabilità su scala mondiale.














































