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Con Dot Swoosh Nike muove i suoi primi passi nel Metaverso

La nuova piattaforma del brand per avvicinare i suoi clienti al Web3

Con Dot Swoosh Nike muove i suoi primi passi nel Metaverso La nuova piattaforma del brand per avvicinare i suoi clienti al Web3

Sin dal principio gli NFT sono sembrati particolarmente affini al mondo delle collectibles, delle sneaker, di quella febbre di possesso per l'ultima uscita che ha portato lo streetwear a tirare le fila dell’industria della moda nello scorso decennio. Non sorprende dunque che tra tanti brand che si sono approcciati al Metaverso con fare goffo e fallimentare, la strategia del colosso Nike si sia invece rivelata vincente, soprattutto grazie al lungimirante acquisto dello studio di design digitale Rtfkt lo scorso anno. Infatti, grazie alle vendite NFT di Rtfkt prima dell'acquisizione, Nike ha già incassato almeno 185,3 milioni di dollari con i prodotti Web3, ed è in testa rispetto ai concorrenti, seguita da adidas con 11 milioni di dollari e Puma con 1,3 milioni. Ma ora l’azienda vuole allargare la rete dei destinatari della sua strategia Web3, andando oltre la base di clienti endemici di Rtfkt e attingendo ai propri, che potrebbero essere meno esperti nel mondo del Web3. «Non venderemo nulla subito. Ci prenderemo il nostro tempo per educare» dichiara Ron Faris a BOF, il vicepresidente di Nike Studios e capo del nuovo progetto Dot Swoosh, la nuova piattaforma ed ecosistema Web3 che ha sede nel dominio Swoosh.nike. Un progetto partito a maggio, quando il brand aveva acquistato il dominio ENS "dotswoosh.eth" per 19,72 ETH (circa 38.000 dollari all'epoca).

Dot Swoosh, la casa delle creazioni virtuali di Nike, sarà lanciato questo venerdì, sebbene gli utenti possano registrarsi già da oggi e la prima collezione digitale verrà lanciata solo a gennaio. Nonostante i meccanismi esatti siano ancora in fase di sviluppo, è certo che una componente chiave sarà la co-creazione, compresa la possibilità per le persone di contribuire agli elementi di design e di vendere i propri prodotti co-creati, guadagnando anche royalties sui beni virtuali, con la possibilità di esporre e vendere i propri prodotti sotto il dominio .nike. La piattaforma sarà inoltre un luogo in cui le persone potranno acquistare, mostrare e scambiare prodotti digitali e virtuali, sbloccare l'accesso a eventi, una scarpa virtuale potrebbe anche consentire ai possessori di preordinare una controparte fisica, attivare chat con i designer o sbloccare la possiiblità di indossare gli item tramite giochi interattivi. «Non vediamo il prodotto virtuale come la fine del percorso di acquisto, ma come l'inizio del percorso», afferma Faris. Il vicedirettore sottolinea anche che il team e la strategia di Rtfkt hanno influenzato fortemente i Nike Virtual Studios, ma che il progetto Dot Swoosh è esclusivo di Nike. Una sorta di percorso a step, che come primo obiettivo cerca di "alfabetizzare" i clienti al Metaverso con un tour di eventi in  sei città - Atlanta, Los Angeles, Charlotte, Tallahassee, Louisville e New York - non di certo note per il loro approccio innovativo alla tecnologia e per questo il target naturale del nuovo programma targato Nike.

Un progetto che sembra non temere la volatilità del mondo crypto e il forte momento di crisi che la realtà sta incontrando, focalizzandosi piuttosto sull'idea che il Metaverso possa diventare "una nicchia in espansione"«Ora siamo al punto in cui è giunto il momento di ampliare davvero le cose, per renderle più accessibili al mondo - afferma Faris, sottolineando che Nike è ancora in fase di sviluppo - e, se vogliamo farlo in modo ponderato e attento, soprattutto in questo clima, vogliamo assicurarci di iniziare con i principi che regolano il nostro lavoro, non per l'ossessione di essere i primi. Si tratta piuttosto di costruire un piano duraturo».