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5 film che parlano di moda senza parlare di moda

Da Matrix a Woody Allen, una raccolta di titoli di fine estate

5 film che parlano di moda senza parlare di moda Da Matrix a Woody Allen, una raccolta di titoli di fine estate

Una volta tornati dalle vacanze, in molti cominceranno a prepararsi per un nuovo percorso  scolastico o universitario che probabilmente li porterà a studiare in un’altra città. Per chi ha deciso (o sta valutando) di iscriversi a una scuola di moda, il consiglio è di adottare subito l’approccio tipico di ogni lavoro creativo: iniziare a trarre il maggior numero di idee e spunti possibili da ogni ambito culturale. Il cinema, per esempio, rappresenta un’ispirazione fondamentale per ampliare il proprio database culturale e sviluppare il proprio gusto personale attraverso uno studio approfondito di estetica e narrazione. Ed esiste forse momento migliore dell’estate per aggiornare la vostra film-list e al contempo aumentare la vostra preparazione? Ecco quindi una raccolta di 5 titoli da guardare durante le ultime  settimane di agosto se state per iniziare un corso in una scuola di moda. Certi che, insieme  a due cult che vi presentiamo in coda alla selezione, grandi classici del calibro di Matrix,  Marie Antoinette e Io e Annie si riveleranno utili sin dalle prime  lezioni. Per non parlare degli esami. 

 

Io e Annie (1977) 

Io e Annie, in inglese Annie Hall, è una commedia romantica anticonvenzionale diretta da Woody Allen che ha riscritto le regole del genere. Alvy Singer è il nome del comico newyorkese (interpretato dallo stesso Allen) che ripercorre i momenti della sua relazione con Annie Hall, conclusasi a malincuore in seguito ad una lunga serie di discussioni e riconciliazioni, tra alti e bassi, come spesso accade. Ad interpretare il ruolo di Annie è l’unica e sola Diane Keaton, icona indiscussa della moda anni ’80, nonché attrice premio Oscar (uno dei quattro riconosciuti alla pellicola). Un'icona di stile con indosso tailleur sartoriali e completi dal taglio maschile che hanno segnato un prima e un dopo nell’evoluzione dello stile androgino.  

 

Ragazze a Beverly Hills (1995) 

Cher Horowitz e Dionne Davenpor, ricche sedicenni di Beverly Hills, devono assolutamente  risollevare la media scolastica. Note in tutto il liceo per il notevole impegno sociale e soprattutto per il loro stile, le studentesse interpretate da Alicia Silverstone e Stacey Dash hanno dettato le regole della moda Nineties (insieme a Brittany Murphy, che veste i panni di Tai Fraiser) tra divise scolastiche e tenute ginniche, abiti sottoveste e make-over con le amiche. Chi sostiene di non avere presente i twinning look indossati in cortile da Cher e Dionne, l’uno giallo pieno e l’altro black and white, mente. Non dimenticate di prestare attenzione ai dettagli: usare la catena dorata di una borsa Chanel come porta bottiglie (idea presentata in passerella anche da Karl Lagerfeld), esaltare tutte le mise con cloche, cilindri e cocktail hat. Dallo slip dress bianco di Calvin Klein al tubino rosso di Alaïa, i costumi di Clueless, titolo originale del teen-movie, sono stati ideati da Mona May.

 

Matrix (1999) 

Scritto e diretto dalle sorelle Wachowski, nel 1999 Matrix ha stabilito i codici estetici, tecnici  e narrativi del genere distopico. Sin dal suo esordio, ha riscosso un grande successo e ha avuto un impatto culturale senza precedenti – per questo è stato seguito quattro anni dopo da Reloaded, Revolutions e, nel 2021, da Resurrections. Un immaginario, quello cyber-punk riproposto in chiave pop nel lungometraggio con protagonisti Neo e Trinity (interpretati da  Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss), che ha creato una vera e propria estetica e che ancora oggi rappresenta una solida certezza nel mondo della moda. Da John Galliano a Demna, abbinare occhiali con le lenti scure, lunghissimi trench e stivaletti di pelle come Kym Barrett (costumista della serie) è un cult.  

Marie Antoinette (2006) 

Quando nei primi anni Duemila Sofia Coppola ha rivisitato in chiave cinematografica la biografia di Maria Antonietta scritta da Antonia Fraser, ha diviso la critica. Ma se c’è una cosa certa, è che l’estetica insieme pop, 90s, pastellata, eccentrica e insieme romantica della regista americana è ancora un punto fermo per chi studia moda. Non mancano i colpi di scena: la scarpiera di Kirsten Dunst, che veste i panni della regina di Francia, è quasi interamente disegnata e prodotta da Manolo Blahnik e, in un’altra scena, compaiono anche un paio di Converse Chuck-Taylor All Star color malva. Il tutto tra dolci deliziosi, pasticcini colorati, fragole, torte glassate e succulenti macaron. Da mangiare con gli occhi.  

 

In the Mood for Love (2000) 

Considerato uno dei migliori lungometraggi di sempre, In the Mood for Love è un film  romantico interamente curato da Wong Kar-wai con la minuziosa fotografia di Christopher Doyle. Ispirandosi al romanzo di Liu Yicahng, Intersection, il pluripremiato regista racconta la storia di due condomini vissuti nella Hong Kong degli anni ’60 – durante il crollo degli imperi coloniali, che si innamorano dopo aver scoperto che i loro stessi coniugi sono amanti.  Ma a un tratto il signor Chow (Tony Leung Chiu-wai) e la signora Chan (Magghie Cheung)  si allontanano e si perdono per alcuni anni nonostante i continui tentativi di ritrovarsi. Poi alcune coincidenze li portano a un passo dall’incontrarsi. Nel mentre, i costumi di Magghie Chung, dagli abiti tradizionali cinesi al lungo trench rosso sangue, sono protagonisti, arricchendo la narrazione di sensazioni e particolari insieme ai completi e alle cravatte indossate da Tony Leung Chiu-wai. Pierpaolo Piccioli ha chiamato l’ultima collezione autunno inverno di Valentino In the Mood for Love.