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È finito l'esilio di Travis Scott?

A sette mesi dalla tragedia dell'Astroworld il rapper si prepare al ritorno sulle scene

È finito l'esilio di Travis Scott?  A sette mesi dalla tragedia dell'Astroworld il rapper si prepare al ritorno sulle scene

Sono passati sette mesi dalla tragedia dell’Astroword, il festival costato la vita a dieci persone e diventato un apparente punto di non ritorno per la carriera di Travis Scott. Sette mesi, infatti, è stato il tempo utile per rendere Scott, un tempo una divinità della musica e dello show business, un semplice essere umano dal futuro quanto mai incerto. Accordi commerciali svaniti, la release di un disco posticipata a data da destinarsi e una collezione con Dior cancellata dopo una presentazione in pompa magna durante la Paris Fashion Week dello scorso giugno. La presenza di Travis Scott dalla narrativa pop era stata praticamente azzerata in una sorta di damnatio memoriae tale da spingere la produzione di The Kardashian a posticipare l’uscita dello show pur di eliminare qualsiasi riferimento al festival.

Ma tolto il fascino dato dall’idea quasi perversa di vedere la fama e il successo di una star come Scott scomparire in un singolo colpo, il vero punto interrogativo era legato soprattutto alla durata effettiva di questo esilio mediatico per La Flame, alla sua lontananza dalle scene e dai palchi, ma soprattutto dai contratti e dalle release di sneaker. Se da un lato c’era uno stuolo di fan pronto ad accogliere a gran voce il ritorno del rapper, dall’altro c’era - e forse c’è ancora- un’opinione pubblica di tutt’altro avviso, ben lontana dall’idea di perdonare quello che, per molti, è l’unico e grande colpevole della questione. Lo scorso aprile Highsnobiety scriveva commentato così i cartelloni comparsi nell’area del Coachella per anticipare l’uscita del nuovo album di Scott: «Sono problematici per due motivi. Il primo, è troppo presto; e il secondo è che la loro cattiva esecuzione perpetua la sua posizione apatica, insensibile e incolpevole nei confronti di ciò che è accaduto alle vittime e alle loro famiglie». Ma quanto può durare il «troppo presto»? Ad oggi Scott e Live Nation sono alle prese con un’enorme causa, arrivata secondo Billboard ad avere 4900 querelanti, ma nonostante tutto «the show must go on» e pochi giorni fa il rapper è tornato a esibirsi dal vivo durante i Billboard Music Awards, rimettendo piede su un palco dopo mesi e riaccendendo la polemica sulla sua figura.

Poco importa però, perché a stretto giro è arrivata anche la conferma, prima ufficiosa e poi ufficiale, di un altro ritorno, quello della collaborazione con Nike, messa in stand-by a novembre e pronta a tornare a colpi di raffle tra pochi giorni con la release delle Air Max 1 e delle Air Trainer 1. In attesa dell’uscita su larga scala fissata per il 27 maggio, pochi giorni fa le due sneaker sono state rilasciate sul sito ufficiale di Scott facendo registrare la cifra record di oltre un milione di utenti nella mezz’ora di tempo a disposizione. Bot a parte, la partecipazione di massa sembrerebbe un chiaro segnale sullo stato di salute della carriera di Scott, lontana dai livelli di semi divinità di qualche anno fa, ma comunque distante da quelli di esiliato dei mesi passati. Questo però è solo l’inizio e la verità arriverà probabilmente più avanti, quando tra l’uscita di un nuovo disco e il ritorno ai live   vedremo davvero chi urlerà più forte tra i fan di Travis Scott e i suoi detrattori.