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Come la Gen Z sta rileggendo i codici del punk

Non più ribellione, ma auto-espressione

Come la Gen Z sta rileggendo i codici del punk Non più ribellione, ma auto-espressione
Credits: Bethany Vargas
@uglyworldwide by Jack Bridgland
@cassyette by Jack Bridgland
@teddycorsica by Jack Bridgland
Robert Pattinson by Jack Bridgland
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney

Chi sa lasciare un segno in questo mondo, non muore mai. Non è una parafrasi spiccia di “Punk’s Not Dead”, ma una verità che viviamo sulla nostra pelle ogni giorno. Siamo schiavi e monarchi di una costante contaminazione di stile che col passare degli anni, ciclicamente, si riveste di nuovi significati a seconda della realtà che ci circonda. Pamela Rooks aka Jordan Mooney ci ha lasciati a 66 anni a causa di un cancro raro e pericoloso, il colangiocarcinoma. Era la modella di punta delle prime collezioni di Vivienne Westwood, la ragazza bionda in catsuit fotografata davanti al negozio “SEX” negli anni ’70, sempre in prima fila ai concerti dei Sex Pistols, con il trucco asimmetrico e pasticciato su tutta la faccia. Il suo motto e i suoi outfit urlavano “Don’t dream it, be it”, rivendicando con le unghie l’urgenza di un cambiamento, culturale e sociale, nello zeitgeist di quell’epoca. Jordan Mooney se n’è andata ma, inconsapevolmente, ne celebriamo ogni giorno lo stile. E anche se la moda di oggi non si può definire al 100% punk, ogni la coscienza collettiva viene assalita dal desiderio di frugare nel cassetto dei ricordi e di indossare di nuovo quella giacca di dieci anni fa, abbinandola diversamente. E negli ultimi mesi c’è stata una nuova ondata di punk, un mash-up tra quello londinese di Jordan Mooney e il pop-punk degli anni 2000. L'estetica punk non ha risparmiato nemmeno il mondo degli NFT con il progetto CryptoPunks, una collezione di non-fungible token ispirata alla scena punk londinese e al movimento cyberpunk.

Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney
Jordan Mooney

La parola chiave? Ostentazione. Questo nuovo stile che non sappiamo ancora bene chiamare per nome si genera nel segno di un’originalità dirompente e disruptiva. Lo vediamo sfilare veloce nelle movenze meccaniche e soldatesche dei modelli della SS22, coprire qualche lembo di pelle delle modelle di Miu Miu, ribellarsi sulle chiome spinate di Burberry Erry e Lil Uzi Vert, che ha definitivamente abbandonato il diamante sulla fronte per stupirci con una capigliatura estrema. Ciò che negli anni ’70 era un grido alla libertà, oggi è uno statement dal gusto pop ed irriverente, che prende forma negli abiti e nell’hairstyle delle celebs più amate e chiacchierate.

Robert Pattinson by Jack Bridgland
@teddycorsica by Jack Bridgland
@cassyette by Jack Bridgland
@uglyworldwide by Jack Bridgland

Chi si sarebbe mai immaginato di vedere Robert Pattinson, quel bravo ragazzo dal viso pulito e candido, sfoggiare dei biondissimi spiky hair in stile Offspring, sulla copertina di GQ di marzo? Ebbene, dopo lo shock del Joker di Jared Leto, tatuato in faccia e con il grill dorato, il nuovo Bruce Wayne ha i capelli ossigenati. Il fotografo di quel servizio, Jack Bridgland ha continuato a coltivare quell'estetica scattando sempre nel corso di questi mesi anche Cassyette, Jazzelle Zanaughtti e Teddy Corsica. E dopo di lui, in terra nostrana, arriva anche Salmo, agli albori dell’annuncio del nuovo album, con una deco biondissima e i capelli appuntiti verso l’alto in pieno stile pop punk. 

In realtà, questo trend malinconico dai gusti early 2000’s ha raggiunto l’apice grazie al ritorno del sound emo-punk nella scena musicale internazionale, con artisti del calibro di Machine Gun Kelly, Travis Barker, Yungblud e Avril Lavigne, recentemente tornata agli onori della cronaca. Il ritorno di gloria delle sonorità pop punk ha risvegliato l’attenzione dei social, sui cui feed sono prontamente tornati in auge minigonne scozzesi, calze a rete strappate e capigliature che sfidano la forza di gravità.

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E non c’era momento migliore di questo per annunciare l’arrivo di una  nuova serie, diretta da Danny Boyle, il regista di Trainspotting, che riconferma il successo di questo viral trend: Pistol, sei episodi che raccontano la vita e la carriera dei Sex Pistols. L’epopea punk di Johnny Rotten, Sid Vicious, Steve Jones, Paul Cook e Glen Matlock debutterà il 31 maggio sulla piattaforma streaming Hulu e ripercorrerà le origini della band che ha inventato e diffuso il movimento punk. 

Il punk è tornato? Forse, ma è comunque diverso da quello che ci ricordavamo. Se da un lato sono andati persi quello spirito di ribellione e quella lotta contro l’establishment e il sistema, dall’altro si fa strada un altrettanto feroce desiderio di stupire e reinventarsi, facendo emergere la propria unicità attraverso i codici della moda e il linguaggio del corpo. E la cosa più punk che potesse succedere è che proprio la Gen Z, in preda alla nostalgia di ciò che non ha mai vissuto, riporti in alto la bandiera di una sottocultura che ha spezzato le catene (in tutti i sensi) tra strada e moda, arricchendola con nuovi valori.