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I trend da riciclare su TikTok stanno per esaurirsi

Dopo l’indie sleaze e i nuovi anni ’10, ci resta solo il presente

I trend da riciclare su TikTok stanno per esaurirsi Dopo l’indie sleaze e i nuovi anni ’10, ci resta solo il presente

TikTok è stato, negli ultimi anni, il principale propulsore e accelerante della passione per la moda di generazioni nuove e vecchie. E, in effetti, nell’ultimo anno la vastissima community globale dell’app ha riciclato e recuperato ogni tipo di trend immaginabile; ha promosso in ugual misura il fast fashion con Shein e con gli haul video, la moda sostenibile con i progetti di re-conditioning e riciclo, il vintage, i brand indipendenti e, ovviamente, la classica moda di lusso. Una costante corsa verso il nuovo trend, il nuovo trick per acquistare più abiti o crearne di nuovi a casa che presenta certamente problemi legati al sovraconsumo, alla sovraproduzione e alla sostenibilità – ma che ha portato la moda e le sue molte community a recuperare trend del passato con crescente bramosia, razziando le mode decennio dopo decennio in una specie di binge nostalgico che però, ora, sta per esaurirsi. Se il 2021 è stato l’anno dello style Y2K, oggi vengono celebrati gli anni dal 2007 al 2014 con il nome di indie sleaze – ma cosa succederà quando avremo riciclato i trend post-2016? 

Tradizionalmente, anno più anno meno, i trend della moda seguono cicli ventennali – con continui corsi e ricorsi che però l’app ha accelerato alla follia. Lo stesso si può dire per la “cultura delle subculture” nata nell’app: ora che oltre alla dark academia esistono la light, la soft e la chaotic academia; ora che il cottagecore si è espanso nel witchcore, nel goblincore, nel forestpunk (esiste davvero) ma anche nel villagecore, nel farmcore e nel prairiecore, le subculture hanno smesso di essere movimenti sociali caratterizzati da stili di vita, credenze e visioni del mondo comuni e specifiche per ridursi a fantasie aspirazionali, criteri compositivi di moodboard e scelte di stile individuali o adozione di trend visuali per i propri social media. Ovvero dei “contenitori culturali” eclettici e cross-genere che includono di tutto, da letteratura e cinema a videogame e giochi da tavolo trasformandoli in canoni culturali pronti di prodotti da consumare, che si tratti di film, di musica o di moda. È una ricerca della propria identità, nulla di sconcertante, ma che nel caso della Gen Z si collega a ritmi di consumo accelerati dagli algoritmi dei social media. Secondo una ricerca di McKinsey, la Gen Z, che compone il 60% degli utenti di TikTok, vede «il consumo come accesso piuttosto che possesso, il consumo come espressione dell'identità individuale e il consumo come questione di interesse etico». 

@thedigifairy Reply to @rebimacrae the cheugy to cool girl pipeline #cheugy#emmachamberlain#devonleecarlson#christiangirlautumn#flaredleggings#cheugymillenial ACOUSTIC HARP - James Madsen

Secondo la tiktoker @thedigifairy, però, seguendo questa velocità «il ciclo dei trend sta collassando», mentre secondo Bianca Borissova di Screenshot: «il problema dell’influenza che TikTok ha sulla moda è che ora i micro-trend non durano più tra i tre e i cinque anni ma scompaiono nel giro di qualche mese». La tendenza al collasso dei trend è dovuta in larga parte ai brand di fast-fashion come Shein che producono nuovi stili di abiti alla velocità della luce per poi promuoverli attraverso gli shopping spree pubblicizzati su TikTok sotto l’hashtag #sheinhaul che a oggi conta 4,3 miliardi di views. Il che, nella moda, ha portato a un recupero del concetto di timelessness in tempi recenti e, in generale, a una ricerca di stabilità che vada oltre il sempre più effimero ciclo vitale di questa o quella estetica. Non di meno, dato che la moda segue il mercato, al massimo anticipandone i gusti, e non viceversa, il continuo ricambio delle estetiche delle varie epoche e decenni che domina la coscienza collettiva della società porrà l’industria creativa di fronte a un muro: quando avremo razziato l’immaginario dell’ultima subcultura, quando avremo rievocato l’ultima epoca del passato recente e usato l’ultima reference culturale del passato, non ci rimarrà che il presente – qualunque aspetto esso abbia.