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Il Tumblr di Virgil Abloh è un viaggio sul viale dei ricordi

Come il creativo americano ha documentato la sua era

Il Tumblr di Virgil Abloh è un viaggio sul viale dei ricordi  Come il creativo americano ha documentato la sua era

C'è stato un periodo all'inizio dello scorso decennio, in cui la cultura, la moda e la musica sembravano una cosa sola più di quanto non lo siano oggi. Un periodo di transizione, che ci stava portando all'era moderna eppure conservava ancora in sé qualcosa di eccentrico delle influenze dagli anni '90 e Duemila. L'aria che si respirava tra il 2011 e il 2012 era unica: ora i social sono la normalità, così come le fotocamere sui cellulari e l'abitudine di instagrammare tutto quello che ci capita sotto al naso, ma dieci anni fa, la prospettiva di registrare tutto ciò che accadeva non era poi così comune. Eppure se c'è una cosa che Virgil Abloh amava fare sin da allora era comunicare, esprimersi anche col più insignificante post social. Senza Instagram, il diario di Virgil Abloh era Tumblr, un social che solo a nominarlo ci riporta ad un passato fatto di moodboard ed estetica retrò in cui i contenuti più disparati trovavano spazio in un'unica piattaforma. Il fatto che Virgil la utilizzasse è una fortuna, perché tramite il suo account Tumblr si può scoprire un mondo sommerso, effettivamente lontano da quello che abitiamo oggi. Come un reporter, Abloh ha catturato col suo cellulare attimi della sua vita e di quella degli altri, raccontandoci una dimensione distante fatta di dj set, foto di gruppo, ma anche immagini di automobili viste in strada e borse di Vuitton, una specie di capsula del tempo forse pensata proprio per cristalizzare le strade di allora e conservare quelle stesse immagini per il futuro. D'altronde, stiamo pur sempre parlando degli anni di Watch The Throne e Yeezus, della nascita di Been Trill, dell'estetica vista in bianco e nero da Abloh.

Foto che inquadrano con precisione tutto quello che c'è stato prima dell'hype per un paio di Nike x Off-White. La pagina @virgilabloh.tumblr su Instagram scava nell'archivio del creativo di Chicago per ripescare testimonianze dei suoi thirties, gli anni in cui è esploso, si è fatto conoscere, ha vissuto al massimo. Lo confermano le foto dei suoi primi lavori, la cover di Otis di Kanye West e Jay-Z, le locandine delle serate di Been Trill o i pass per il backstage nei concerti del Watch The Throne Tour. E poi gli snapback, gli screenshot dell'iPhone 4 coi vecchi loghi di Twitter e Tumblr, le grafiche di Riccardo Tisci da Givenchy. 

Col passare degli anni, la comunicazione social di Virgil si è evoluta, completando la transizione dall'ecosistema di Tumblr a quello di Instagram. Se prima Abloh raccontava la sua vita costantemente con un filtro apposito, fino a pochi giorni prima della sua morte, su Instagram ha optato per una comunicazione più 'istituzionale', volta più a promuovere sé stesso piuttosto che a 'collezionare' ciò che lo ispirava del mondo circostante. Il suo account Instagram era interessante da seguire, per il suo taglio personale: una foto del logo di una Maybach e un selfie non possono essere paragonate. Di fatto, gli ultimi anni di Abloh sul social fondato da David Karp sono stati dimenticabili, col suo feed che era diventata una semplice vetrina per quello che ideava da Off-White: si era smarrita la creatività o era semplicemente passato il tempo? Ora che Virgil ci ha lasciati, di lui rimarranno sicuramente le idee illuminanti, la visione avveniristica, i progetti di successo, ma anche i  trascorsi  documentati su Tumblr, forse un po' ingialliti dal tempo, ma indelebili nella memoria collettiva. Virgil Abloh era come noi: la sua vita era un sogno, il suo e quello di tanti, e lo era a tal punto che anche lui non credeva ai suoi occhi. Per questo ricorreva così spesso al flash della fotocamera del suo iPhone, voleva immortalare il suo stesso vissuto e dimostrare a sé stesso e a chi gli era intorno che i sogni, talvolta, possono avverarsi.