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Quando Maria Grazia Chiuri comprava i jeans in Via Sannio

La designer ne ha parlato a Muschio Selvaggio, parlando di identità e di quando l’economia circolare era una necessità

Quando Maria Grazia Chiuri comprava i jeans in Via Sannio La designer ne ha parlato a Muschio Selvaggio, parlando di identità e di quando l’economia circolare era una necessità
Bobby Bag
Diorcamp Bag
Diorcamp Bag
Bobby Bag
Dior SS18
Dior Resort 2021
Dior FW21
Dior FW20
Dior FW17

Dopo Alessandro Michele, l’ospite dell’ultima puntata di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez e Luis Sal, è stata Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior e prima donna alla guida alla guida dello storico atelier francese. Nel corso della puntata, durata un’ora e un quarto, sono stati toccati molti temi, tra cui la sua carriera, il femminismo, i valori del Made in Italy. Ma uno dei dettagli più interessanti che è emerso nel corso della puntata riguardava l’adolescenza della designer e i suoi primi anni alla scoperta della sua passione per la moda. Anche Maria Grazia Chiuri, come tantissimi altri giovani appassionati di moda, amava le bancarelle vintage – e la storia che ha raccontato nel podcast di ieri ha fatto emergere alcune delle sue principali ispirazioni.

Dior Resort 2021
Dior FW21
Dior FW20
Dior FW17
Dior SS18
Diorcamp Bag
Diorcamp Bag
Bobby Bag
Bobby Bag

Prima di tutto, la designer, parlando della propria infanzia a Roma, ha spiegato il suo amore per i jeans e l’apparel militare – due elementi ricorrenti nelle sue collezioni, specialmente nella FW17 di Dior, interamente incentrata sul colore blu e sull’estetica da surplus militare; ma anche nella SS18 e nella più recente FW21: 

«Io ho avuto una madre che mi vestiva sempre con i vestiti di mia cugina. L’economia circolare era proprio di fatto [ride]. Non esisteva roba mia che non fosse circolare. È ovvio che quel tipo di generazione, che è la mia, ha avuto un approccio, un desiderio di identificarsi con abiti che erano propri – perché ti venivamo messi vestiti di altri. Non ti appartenevano, non erano una tua scelta. Io andavo in Via Sannio a cercare un paio di jeans… I jeans per me rappresentano la libertà. Le giacche militari usate… Poi mi ci mettevo sopra i ricami fatti a casa, perché mia madre aveva una sartoria».

Chiuri è poi andata avanti raccontando delle sue prime borse fatte in casa, con i cerchi di bambù e la stoffa ma, come lei stessa dice: «Il mio sogno era fare la bisaccia militare» ma anche «la tolfa, la prima borsa di cuoio con la patta, quella era super-aspirazionale». Proprio la tolfa, una borsa nata che prende il nome dall’eponimo borgo nei pressi di Roma dove era nata come bisaccia per i contadini – una suggestione estetica confluita poi nella Bobby Bag di Dior, ma anche nella linea Diorcamp che ricorda l’estetica delle bisacce militari.

La storia raccontata da Chiuri può facilmente inserirsi e spiegare il recente trend del recupero del vintage: sia dal punto di vista dei brand, che usano il vintage e l’archivio come riferimento e identità per i propri design, sia per quello del lusso second-hand, che guarda al passato e all’economia circolare, democratizzando la moda per le nuove generazioni.