La Fashion Week Men’s a Milano è spesso imprevedibile. Certe volte si vedono per lo più stagioni commerciali e altre volte si trovano designer che sperimentano nuovi concetti e approcci verso il menswear. Che è quello che, per fortuna, è successo in questa stagione. Ciò che i designer milanesi hanno fatto quest’anno è stato esplorare una maniera di cancellare i limiti fra menswear classico e streetwear e, nel farlo, ripensare la definizione della mascolinità contemporanea.
Silvia Venturini Fendi è stata una delle protagoniste della settimana, presentando una collezione moderna con elementi sia classici che street, sia maschili che femminili. Una varietà di giacche di pelle, cappelli, stivaletti stilizzati e cappotti monogrammati accoppiati con grande precisione a pantaloni e giacche sartoriali. Fendi ha anche saggiato il terreno del genderless, con alcuni modelli maschili che sfoggiano giacche dal taglio corto e pantaloni avvolgenti che si muovevano come gonne.
Alessandro Michele, invece, che celebrava il suo quinto anniversario in
Gucci, ha colto l'occasione per sfidare del tutto la definizione moderna della mascolinità. La sua collezione ha decostruito i principi tradizionali dell'abbigliamento maschile e li ha assemblati senza soluzione di continuità con aspetti femminili, dando vita a
una collezione dall’aspetto gender-neutral. Invece di scegliere uno degli estremi nello spettro dei generi, si è posizionato a metà. Ogni look era tanto adatto alla donna quanto all'uomo, sia che si tratti di un mini abito, che di un crop-top o di un abito classico. In omaggio al proprio anniversario, il designer ha anche rivisitato alcuni dei suoi pezzi più popolari. Gli iconici
mule Princetown di Gucci hanno fatto un ritorno così come alcuni altri pezzi storici.
Anche
Miuccia Prada ha fatto riferimento al passato creando una collezione che fungesse da
ponte tra due opposti: il passato e il futuro, il vecchio e il nuovo, lo sportivo e il formale. Durante questa stagione ha immaginato un mondo in cui un presente orientato allo streetwear si incontra a metà strada con la sartoria classica delle origini. La collezione ha visto una serie di
uomini in completo che sfoggiano classici tre pezzi e due pezzi con sottili tocchi di modernità. Si va dall’aderente all’abbondante, dai colori vivaci al bianco e nero, e naturalmente dal mood più atletico con alcuni look proposti nel nylon dal sapore streetwear fino a una sartorialità più pulita con
abiti classici sempre in nylon.
Lo show di Marni, d'altra parte, è stato un deliberato tentativo di rinunciare ai principi della sartoria maschile classica.
Francesco Risso ha creato una collezione da scarti di tessuto sovradimensionati, troppo larghi o troppo lunghi. Ogni look è stato realizzato con
un approccio avant-garde alla sostenibilità. Più un pezzo vestiva male, meglio appariva. Gli orli del cappotto differivano per altezze e texture, mentre taglia e vestibilità variavano dal piccolo al XL in una varietà di colori vivaci.
Il designer britannico
Samuel Ross ha presentato il suo lavoro al pubblico milanese per la prima volta in questa stagione. Come protetto di Virgil Abloh, il suo lavoro documenta l'evoluzione dello streetwear. Il designer di
A-COLD-WALL* ama scavare in profondità per i suoi concetti, e in questa stagione ha tratto ispirazione dai 300,000 anni di storia dell’homo sapiens sulla Terra. La collezione stessa era
un crossover tra streetwear e workwear. Dettagli intricati emergevano da modelli e colori vivaci. Anche se non è lo spettacolo plateale che molti si aspettavano, il designer ha spostato la sua attenzione sulla creazione di una collezione di vestiti facilmente spendibili nel mercato dello streetwear.
Il marchio italiano
Sunnei ha presentato una collezione ugualmente commercializzabile. Producendo pezzi co-ed, ha proposto una collezione che includeva pezzi che avrebbero potuto essere indossati da Kylie Jenner e Billie Eilish. Il sex appeal di alcuni look sembrava aumentato, mentre altri hanno giocato con sagome oversize.
Se ci sono previsioni da trarre da questa stagione, una è che nel 2020 le distinzioni troppo drastiche scompariranno. I contrasti sono la novità, mascolinità e femminilità non sono più cose separate, lo streetwear e il menswear classico hanno incontrato una via di mezzo e ogni marchio punterà ad aprire le proprie proposte sempre di più per attirare un pubblico sempre più ampio.