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Le 5 cose che forse non sai sul logo adidas

C'entrano due bottiglie di whiskey, il brand finlandese Karhu e le Olimpiadi del 1972

Le 5 cose che forse non sai sul logo adidas C'entrano due bottiglie di whiskey, il brand finlandese Karhu e le Olimpiadi del 1972

È una storia che inizia alla fine della prima guerra mondiale, quando Adolf "Adi" Dassler tornò nella sua città natale Herzogenaurach, in Baviera. Lì doveva pensare a come mantenersi e aiutato dal padre e dai fratelli iniziò a progettare e costruire scarpe da corsa. Siamo agli inizi degli anni '20, le condizioni non erano delle più semplici: le prime scarpe adidas vennero prodotte nel retrocucina/lavanderia della madre dei fratelli Dassler e gli attrezzi utilizzati per la costruzione erano a pedali per la mancanza di elettricità. 

Poi arrivarono i Giochi olimpici del 1936 a Berlino con i 4 ori vinti da Jesse Owens con al piede un paio di adidas - fu lo stesso Adi a convincere il velocista americano ad indossare un paio di adidas; il conflitto e la separazione dei fratelli Dassler - Adolf e Rudolf (che nel 1948 fondò la sua azienda, PUMA); il "dominio" nel calcio grazie alla Nazionale tedesca; i Run DMC con il pezzo "My adidas"; e per finire Kanye West e le YEEZY. Ma qui non vogliamo raccontare la storia di adidas, vogliamo parlarvi del suo logo "The Three Stripes" che è diventato simbolo identificativo del brand. 

Come per Nike e lo Swoosh, adidas viene ormai fatta coincidere con le tre strisce, la storia forse è meno "romantica" rispetto a quella che si nasconde dietro lo Swoosh ma non meno interessante e con qualche fun fact che merita di essere raccontato.

Per questo abbiamo deciso di mettere insieme le 5 cose che forse non sapete sul logo adidas.

 

1. La forma che segue la funzione

Originariamente la Gebrüder Dassler Schuhfabrik, quella che oggi tutti conoscono come adidas, utilizzava due strisce all'esterno delle scarpe da corsa per dare maggiore stabilità e supporto ai piedi durante la gara. Quando la compagnia si sciolse nel 1948 a causa delle frizioni mai sanate tra i due fratelli Dassler, ad adidas non fu permesso di continuare ad utilizzare le due strisce di supporto e quattro erano troppe. Beh, vien da se che era ovvio utilizzarne tre ma non era così semplice. Questo ci porta immediatamente al secondo punto.

 

2. Due bottiglie di whisky e 1600€

Quando Adi Dassler pensò che il modo migliore per rappresentare la sua azienda appena nata fossero le tre strisce "di supporto", scoprì però che i diritti di quel logo non erano liberi. Appartenevano ad un'altra azienda che produceva calzature sportive: la finlandese Karhu fondata nel 1916 - che grazie a Kanye West che ne indossò un paio nel 2017 vide le vendite schizzare alle stelle. Adi non si perse d'animo, era deciso a mettere le mani su quel logo e avrebbe fatto di tutto per riuscirci. La trattativa però risultò abbastanza facile, la neonata adidas acquistò il logo dopo il 1952 - anno in cui gli atleti che vestivano Karhu e le tre strisce vinsero ben 15 medaglie d'oro alle Olimpiadi tenutesi proprio in Finlandia, ad Helsinki - per due bottiglie di buon whisky e una somma di denaro equivalente agli attuali 1600€. Non male se ci pensate. 

 

3. Il Trifoglio 

Col passare del tempo adidas si rese conto che era arrivato il momento di sviluppare un logo che riflettesse allo stesso tempo la modernità e la vera natura dell'azienda e nel 1972 - in occasione delle Olimpiadi di Berlino - venne introdotto il cosiddetto "trifoglio". Spesso associato alla sezione adidas Originals, il logo nacque per rappresentare le 4 principali masse continentali: Asia, Africa, Europa, e le Americhe. Il trifoglio è stato il simbolo identificativo di adidas dal 1972 fino al 1998.

 

4. L'evoluzione delle "Three Stripes"

Dal 1998 in poi le tre strisce hanno subito un restyling che è quello che conosciamo oggi, arrivano le "Three Bars". La forma è quella crescente in altezza - dalla più bassa alla più alta - questo design è stato studiato con lo scopo di evocare una determinata sensazione nei possibili clienti: quella di superare ogni volta i propri limiti, come se si stesse scalando una montagna (il logo adidas infatti visivamente richiama proprio una montagna). Considerato il successo planetario di adidas diciamo che ha funzionato benino. 

 

5. Payless ShoeSource e i 305 milioni di dollari 

Nel 2008 una giura dell'Oregon obbligò un'azienda che vendeva scarpe a pagare ad adidas la bellezza di 305 milioni di dollari perché, a quanto pare, la Payless ShoeSource - questo il nome dell'azienda in questione - vendeva scarpe con due, tre e quattro strisce laterali oblique che richiamavano in maniera troppo evidente le Three Stripes di adidas. La causa iniziò nel 1994 e all'inizio si chiuse con un accordo secondo il quale Payless non avrebbe più venduto sneaker con strisce laterali oblique, a prescindere dal numero. Payless effettivamente smise di vendere scarpe con tre strisce oblique ma credendo di fare una furbata, continuò a produrre e a vendere con due o quattro strisce verticali e dritte. Quelli di adidas non la presero bene e scattò il maxi risarcimento di 305 milioni di dollari ridotti poi a 65 milioni.