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Intervista a Daniel Beckerman

Il fondatore di SUPER by RETROSUPERFUTURE

Intervista a Daniel Beckerman  Il fondatore di SUPER by RETROSUPERFUTURE

La figura di Daniel Beckerman è circondata dal mistero nonostante con le sue idee e le sue creazioni abbia contribuito a rivoluzionare - e a formare - l’attuale mercato degli occhiali da sole: stiamo parlando del fondatore di SUPER by RETROSUPERFUTURE

Senza ombra di dubbio uno dei brand di eyewear più all’avanguardia del settore che da dieci anni definisce e plasma con le sue collezioni il gusto contemporaneo, abbiamo contattato il suo fondatore proprio nell’anno del decimo anniversario del brand per farci raccontare la sua storia e quella di SUPER.

Daniel Beckerman: l’uomo dietro SUPER by RETROSUPERFUTURE.

 

#1 Ciao Daniel, parliamo un po' di te. Cosa dobbiamo assolutamente sapere?

Onestamente…niente. Non c’è nulla che si “deve assolutamente sapere” o che debba essere reso pubblico su di me, ma mi piacerebbe si sapesse quanto sia stato duro il percorso per arrivare a dove sono ora: vengo da una famiglia che mi ha dato la "ricchezza degli strumenti", più che la ricchezza economica. E per questo li ringrazio due volte. Mi hanno consentito di essere più strutturato per affrontare la mia crescita come imprenditore nel miglior modo possibile, lavorando sodo.

 

#2 Cosa ti ha spinto a fondare SUPER e quale percorso ti ci ha condotto?

È stata la voglia, la necessità, di fare qualcosa di diverso da ciò che stavo facendo, il desiderio di decidere per me stesso. Prima di SUPER, facevo una rivista, PIG, con mio fratello quando ad un certo punto ho sentito il bisogno di diversificare ed entrare in un mercato meno “arido”, non a livello di stimoli ma a livello di crescita potenziale. Ho studiato il mondo intorno a me, le diverse possibilità e in base alle mie esperienze potevo puntare su due cose: musica o moda. Ho optato per la moda e, dopo aver fatto diverse ricerche, mi sono accorto della mancanza di un brand di riferimento per uno specifico target, quello degli early adopter.
Così è iniziata la mia avventura.

 

#3 Su quale estetica ti sei basato per la creazione della prima linea SUPER? C’era un mood particolare che avete continuato a seguire col passare degli anni?

Con la prima linea volevo presentare una forma classica ma che permettesse di esprimersi in maniera diversa da quella che era la tendenza del periodo, il nero e l’havana: volevo giocare col colore e se volevo giocare col colore, allora dovevo optare per una forma classica. Quando vedevi degli occhiali da sole colorati, venivano tutti da mercatini o erano nobranded, così ho scelto una silhouette pulita, "wayfarer-eggiante" e definita da un mood molto pop che poi, nel corso degli anni, si è andato a evolvere in modelli e silhouette dai toni più “seri”. Una volta uscita la prima linea, il trend è partito talmente forte e ha colpito così a fondo il mercato che persino Ray-Ban cavalcò quel mood fino ad esaurirlo… Il mood cambia e segue o precede le tendenze e noi di SUPER cerchiamo di evolverci e proporre sempre qualcosa di nuovo; al momento, per esempio, siamo orientati sul mondo dell’ottica.

 

#4 Da dove vengono le ispirazioni per i modelli SUPER? Quelli in acetato sono senza dubbio il frame più famoso, quale pensi sia la ragione di questo successo?

Al momento siamo un team e le fonti di ispirazioni sono molteplici, affrontiamo insieme questioni di design una volta alla settimana, tutte le settimane, e da lì si decide cosa sviluppare e in che modo. Le collezioni ora sono molto più complesse, più diversificate, è importante il confronto costante. Gli occhiali in acetato piacciono perchè sono belli. Alcuni hanno avuto più successo di altri e le ragioni sono molteplici, partendo dal fit fino all'endorsement. Ora non è più una novità, ma le nostre strategie di marketing sono state all’avanguardie e in molti ne hanno preso spunto: quando ho iniziato, l'endorsement era una cosa nuova non la norma. Ricordo quando Kanye West iniziò a portare i nostri occhiali e ci fu un modello che indossò per sei mesi di fila! Mi chiamava per chiedermene degli altri o modelli particolari che voleva provare e tenersi aggiornato.
Era un modo completamente nuovo di fare marketing.

 

#5 L'artigianalità italiana è una delle caratteristiche più importanti di SUPER, ma perché basarsi in Italia? In particolare, perché Milano?

Beh, inizialmente non consideravo l' “artigianalità italiana” come un valore, per me il valore era l’approccio al lavoro che stavo facendo. Producevamo in Italia per comodità e per il maggior contatto con i produttori, fare altrimenti all’epoca sarebbe stato impossibile. Il Made in Italy è diventato un valore aggiunto col passare del tempo e, persino ora che potrei produrre all’estero senza problemi di networking, preferisco continuare a stare in Italia nonostante produrre in Cina costerebbe meno.
Lo faccio perchè non concordo con quelli che sono i valori lavorativi esteri e, se non concordo con essi, allora non ci voglio lavorare... se non altro per il core del business.

 

#6 Una delle tue ultime collaborazioni è famosa a livello mondiale: sto parlando di quella con Gosha. Come nascono questo tipo di collaborazioni? Come viene decisa la silhouette finale?

Le collaborazioni avvengono in diversi modi. I brand ci contattano o noi contattiamo loro, una collaborazione nasce come nasce un’amicizia: perché si è entrambi predisposti a crearla. C’è poi anche un team creativo che fa ricerca e propone brand con cui collaborare e, una volta vagliate tutte le alternative, si decide cosa andare a sviluppare.
In termini di design, il discorso è simile ma dipende molto dalla figura con la quale ti interfacci: se dall’altra parte c’è Gosha Rubchinskiy ovviamente lui ci metterà del suo nell’atto creativo mentre altri brand o designer ci affidano l’intero processo. È una questione di fiducia e conoscenza reciproca di quelle che sono le capacità e le competenze specifiche dell’altro. Nel caso di Gosha, ci ha contattato lui e la collaborazione ha avuto un’altissima risonanza. Un dettaglio tipico delle collaborazioni è la produttività ridotta e il successo dipende molto anche dalla brand awareness e con Gosha è stato un successo.

 

#7 Entriamo nel personale: quale è il tuo modello preferito? Ce n’è qualcuno con cui ti senti particolarmente connesso?

L’occhiale è una cosa estremamente personale e il mio, Daniel Beckerman, è l’America, total black o havana, non importa. Da qualche tempo indosso molto anche il Paloma Duo Lens perchè… beh, perchè è una bomba. Non è un occhiale facile e comunicarne tutte le peculiarità non è certo semplice, ma una volta che lo si incontra, ci si accorge che è leggerissimo, il frame non è acetato, è tutta lente e la visione che offre è completa e senza interferenze, il look è classico, insomma: una bomba. Ah, poi c'è il Francis, con le aste d’oro, il Francis Classic o, meglio ancora il Flat Top: il primo vero occhiale iconico di SUPER anche grazie a Kanye West - ora è stato indossato da praticamente ogni rapper del pianeta. Un legame affettivo ce l’ho invece con la prima collezione - che spero ritorni in un futuro - proprio in virtù di questa sua estrema “svalutazione” a livello di trend. È stato un trend talmente forte che potrebbero passare anche vent’anni prima di tornare anche se, già adesso, il colore, un po' più tenue, sta tornando.

 

#8 Ripensando a quando hai iniziato, cosa pensavi sarebbe successo nel giro di dieci anni? Che consiglio daresti al te di dieci anni fa?

Io penso di essere una persona ambiziosa e mi piace sognare in grande. Sognare è gratis! Dopo magari mi ritrovo a dover far un passo indietro, o dieci, e a riflettere, ma quando ho iniziato non avevo idea di dove sarebbe arrivato il brand, ma ho sempre fatto tutto il possibile per costruirlo in virtù del suo massimo successo. Il consiglio che darei al me di dieci anni fa… beh, sono contento di tutte le scelte che ho fatto, non ho rimorsi magari qualche rimpianto ma non avrei potuto fare altrimenti.
Il consiglio che mi darei è quello che potrei darmi solo oggi alla luce di ciò che ho fatto fino ad ora, un esempio è la collezione con Kanye West. Avrei potuto lanciarla e magari sarebbe stato un flop anche se, col senno di poi, so che sarebbe stato un successo ma, ecco, non l’avrei lanciata comunque perchè in fin dei conti non mi piaceva un granché. Un altro esempio è il successo di SUPER. Non mi sarei mai immaginato di stravolgere in questo modo il mercato degli occhiali e che da me sarebbero poi nati brand “simili” che sarebbero diventati miei concorrenti - e lo sono diventati grazie al finanziamento di esterni mentre la mia azienda non è mai stata finanziata, almeno fino ad ora che ho trovato un socio. Ed è successo ora perchè mi sono posto la domanda che mi hai fatto tu, e la risposta è stata che mi sarei dovuto trovare un socio come quello che ho ora, Renzo Rosso.

 

#9 Che cosa dobbiamo aspettarci nel futuro di SUPER?

Io sono molto eccitato. Se dieci anni fa avevo le idee molto chiare su quello che volevo fare, adesso sono più confuso e se non lo fossi sarei presuntuoso. Oggi il mercato è talmente rapido e diverso che ha confuso tutti e sono eccitato proprio perchè credo che io, insieme al mio team, saremo in grado di interpretarlo nel modo giusto. Sarà una cosa che vivremo insieme, noi di SUPER e chi ci segue proprio perché le opportunità sono talmente vaste da essere devastanti. È una cosa che ti stimola anche se spaventa. Noi sicuramente stiamo valutando tutta una serie di opportunità e con il nostro nuovo partner le esprimeremo sicuramente con una forza e un potere maggiore, anche grazie alla sua esperienza. Proprio con Renzo Rosso vuole poi nascere una collaborazione come per i nostri progetti speciali che, per l’uomo che è lui, sarà un’esperienza di condivisione immensa. 

 

#10  Ultimo ma non meno importante: perché "SUPER"?

Volevo un nome che fosse internazionale, corto e riconoscibile... e in più pensavo che i nostri occhiali fossero super. Ho poi aggiunto "RETROSUPERFUTURE" perché mi serviva una versione più distintiva, che rappresentasse l’azienda. Mentre realizzavo la prima collezione mi è capitato di sfogliare un vecchio numero di PIG in cui ho trovato questo servizio fotografico, chiamato proprio RETROSUPERFUTURE, in cui uno dei modelli indossava dei Wayfarer colorati e mi è sembrato veramente il destino. Ho controllato il dominio online, era disponibile e mi sono detto: "Andata".