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Nel 2021 il 22% degli italiani ha smesso di usare i social

Tra le ragioni, l’insofferenza verso i contenuti, le fake news e le preoccupazioni per la privacy

Nel 2021 il 22% degli italiani ha smesso di usare i social  Tra le ragioni, l’insofferenza verso i contenuti, le fake news e le preoccupazioni per la privacy

Secondo il report Digital (Consumer) Evolution pubblicato di recente da Deloitte, relativo ai consumi digitali nel 2021 in Italia, «il 22% dei rispondenti italiani ha smesso di utilizzare almeno una piattaforma social, sia temporaneamente o in modo permanente: per questi, le tre ragioni principali di questa scelta sono l’essersi stancati dei contenuti in piattaforma, la presenza eccessiva di fake news e le preoccupazioni per la propria privacy». Sempre nel nostro paese, il 73% di chi possiede uno smartphone utilizza social media e app di messaging ogni giorno mentre il 23% degli utenti trova notizie sui social media, anche se solo un quarto degli utenti li ritiene una fonte affidabile – percentuale battuta dal 37% di rispondenti che invece preferisce la televisione come fonte. Sempre secondo il report, c’è «una correlazione tra chi crede nelle teorie cospirazioniste e l’utilizzo dei social come mezzo di informazione».

Tra le altre ragioni che hanno portato gli utenti ad abbandonare i social media ci sono la negatività di post e commenti, l’effetto dei post sulla salute mentale degli utenti, la dipendenza dai social network stessi, preoccupazioni sull’uso dei dati, il desiderio di non essere esposti alle teorie del complotto e, infine, il cyber-bullying. Una lista di problematiche che è, in definitiva, una sorta di riassunto delle traversie affrontate negli scorsi da Meta – come dimostrato da una ricerca interna alla società e come ripetuto davanti al Congresso americano dalla specialista di dati Frances Haugen e dai suoi documenti leakati soprannominati Facebook Papers. 

Gli ultimi anni hanno in effetti fatto emergere un lato problematico dei social media di Zuckerberg, in cui convivono insieme la registrazione e l’uso dei dati degli utenti, gli effetti psicologici causati sugli stessi ma anche la diffusione di fake news e teorie del complotto grazie al meccanismo dell’engagement based ranking che aumenta la visibilità di un post in base alle reazioni che suscita e, dunque, in base a quanto è controverso.