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5 documentari che stanno cambiando lo storytelling scientifico

Selezionati tra i film dell'International Science Film Festival InScience

5 documentari che stanno cambiando lo storytelling scientifico Selezionati tra i film dell'International Science Film Festival InScience

Quando pensiamo ai documentari le immagini che evoca la nostra mente sono normalmente le pianure della savana, gli orsi polari, la giungla dell'amazzonia o gli squali bianchi negli oceani. Tuttavia nel - complici Greta Thunberg, il nuovo ambientalismo e il fascino per il reale - negli ultimi i documentari si sono svincolati dal semplice rappresentazione estatica della natura, abbracciando il senso anglosassone della definizione di Scienza che include anche la sociologia, la storia, la psicologia e sopratutto il terreno che connette questi ambiti.

Un pubblico sempre più ampio si sta progressivamente affacciando al genere dei documentari, che è diventato uno dei pochi prodotti culturali contemporanei in grado di spiegare tematiche estremamente complesse con un prodotto che rimane d'intrattenimento. Allo stesso tempo i documentari sono diventati un campo di sperimentazione estetica e tecnologica per registi ed autori, sfruttando un gusto per il reale e la domanda del pubblico di riuscire a capire di più di processi di cui si sente parlare ma che difficilmente risultano intellegibili.

Per approfondire il tema, nss magazine è stato a InScience - International Science Film Festival di Nijmegen in Olanda, uno tra i più importanti festival di cinema scientifico in Europa - dove abbiamo selezionato cinque tra i documentari più interessanti in concorso al festival. 

 

Human Nature

durata: 107'
regista: Adam Bolt
dove vederlo: online

Ci sono scoperte scientifiche che non bucano la bolla della scienza, nonostante la straordinaria importanza per la specie umana. Quella che ad oggi è considerata la più importante rivoluzione tecnologica del ventunesimo secolo si chiama CRISPR (acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats), si pronuncia «crisper», e consiste nella correzione mirata di una sequenza di DNA.
La tecnologia CRISPR potenzialmente offre all'uomo la possibilità di modificare geneticamente tutte le forme gli organismi - dai batteri alle piante, agli esseri umani - e le possibili applicazioni vanno dalle malattie genetiche alla biomedicina, dal settore agroalimentare allo sviluppo di nuovi prodotti industriali, fino agli scenari distopici ma non impossibili in cui dei genitori possono scegliere il colore degli occhi dei propri figli. Si tratta di un cambiamento epocale, che di fatto modifica filosoficamente e scientificamente la natura stessa dell'essere umano, oggi padrone per la prima volta nella storia del proprio codice genetico.
Il grande pregio di Human Nature è quello di spiegare un argomento estremamente complesso e renderlo accessibile anche a chi non ha base di medicina o bio ingegneria, ponendo domando ascoltando tutte le opinioni e gli scenari possibili.

 

Antropocene - L'epoca umana

durata: 87'
regista: Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky e Nicholas de Pencier
Dove vederlo: cinema

La tesi di Antopocene è simile a quella di Human Nature ma affronta l'argomento del rapporto tra l'uomo e il pianeta Terra. I tre registi hanno ripreso la tesi secondo la quale la Terra è entrata in una nuova fase geologica completamente dominato dalle volontà dell’uomo, in cui la storia naturale e geologica del pianeta è assoggettata - o strangolata - dallo sviluppo tecnologico e dalle sue conseguenze. 
Il documentario nasce come conclusione ideale di una trilogia iniziata nel 2006 con Manufactured Landscapes e proseguita, sette anni più tardi, con Watermark. Esteticamente è estremamente visuale: la telecamera viaggia da un'immensa discarica di Nairobi fino alla cerimonia di apertura del traforo del San Gottardo, in una raffica di immagini sublimi e stranianti che paradossalmente lasciano un senso di impotenza nonostante celebrino le opere più mastodontiche degli esseri umani.

 

Artifishal

durata: 75'
regista: Josh "Bones" Murphy
Dove vederlo: YouTube

Prodotto da Patagonia Films e con la partecipazione Yvon Chouinard (fondatore del brand americano), Artifishal conduce lo spettatore all’interno dei vivai negli Stati di California, Washington, Oregon e Idaho e mostra le condizioni in cui vengono prodotte enormi quantità di salmone, geneticamente e qualitativamente inferiore a quello selvatico. Il punto del film non è però mostrare lo snaturamento di un specie, ma piuttosto l'impatto che un singolo cambiamento così radicale ha su tutto un'ecosistema. Il film ha lanciato una campagna europea sostenuta da Patagonia a sostegno della wildlife marina e documenta i danni per l’ambiente prodotti dall’industria dell’allevamento del salmone in Islanda, Norvegia, Scozia e Irlanda.

 

Three identical strangers

durata: 100'
regista: Tim Wardle
Dove vederlo: online

Il documentario investigativo di Tim Wardle Three Identical Strangers racconta una storia incredibile che coinvolge tre gemelli - Robert Shafran, Eddy Galland e David Kellman - nati dalla stessa madre, ma vissuti a distanza che improvvisamente e casualmente si ritrovano. Il film inizia come una sensazionale storia mediatica - incredibile e stupefacente - per poi assumere dei connotati più inquietanti, che sollevano dubbi e domande etiche sui limiti della sperimentazione scientifica. Dal punto di vista tecnico è forse il film esteticamente meno bello, ma la storia è così incredibile e tragica da compensare qualche sbavatura nella sceneggiatura.

 

Genesis 2.0

durata: 103'
regista: Christian Frei e Maxim Arbugaev
Dove vederlo: online

Il film racconta la dura vita dei cacciatori di mammut sulle remote isole della Nuova Siberia, uno sperduto arcipelago situato nell'artico russo. Il paesaggio vulcanico ed arcaico battuto dal vento in cui i cacciatori cercano le zanne di mammut estinti sembra la terra primordiale. I cacciatori cercano l'oro bianco: le zanne di mammut da vendere ai compratori cinesi, il prezzo dell'avorio sta salendo vertiginosamente con la progressiva estinzione degli elefanti. Ma il permafrost in disgelo svela qualcosa più di un prezioso avorio: le carcasse dei Mammut ancora perfettamente conservate con con pelliccia, sangue liquido e tessuto muscolare ancora puzzolente. Quei brandelli di carne primitiva contengono il DNA intatto della creatura estinta e attraggono i ricercatori di cloni high-tech russi e sudcoreani alla ricerca di cellule mammut con il più alto grado possibile di DNA intatto. La loro missione potrebbe far parte di un complotto di fantascienza: resuscitare il Mammut come in un "Jurassic Park".