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Sunday Escape - Jardin Majorelle

Alla scoperta dell'Eden di Marrakech

Sunday Escape - Jardin Majorelle Alla scoperta dell'Eden di Marrakech

Questa settimana Sunday Escape vi porta in Marocco alla scoperta dei Giardini Majorelle,  uno dei posti più belli del mondo, divenuto negli anni fonte d'ispirazione anche per Yves Saint Laurent.

 

About.

L’eden di Marrakech. 

Un quadro di Matisse vivente e in movimento

Un’oasi di pace.

Sono solo alcuni dei soprannomi con i quali viene chiamato questo giardino impressionista, dove le piante esotiche e di specie rare si inerpicano intorno a fontane, laghetti, vasi in ceramica e muri color blu Majorelle.  

Creato dall'artista Jacques Majorelle nel 1919 e riportato alla vita da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, questo luogo speciale è un paradiso di colori e profumi dominato da dense foreste di bambù, cactus, bouganville, gelsomini, ninfee, agavi, salici piangenti e altre centinaia di specie di piante, ma non solo.

Oltre alla rigogliosa flora, a rendere speciale questo pezzo d’Africa sono i labirinti di vicoli, i canali, le fontane, le piscine di ninfee, la villa e i patio in stile art déco moresco.

La magia che avvolge i giardini è talmente forte da attirare quasi 800.000 visitatori all'anno.

 

The History.

Nel 1917 l’artista francese Jacques Majorelle si trasferisce in Marocco, base ideale per i frequenti viaggi nel sud del paese dove, tra oasi del deserto, kasbah fortificate,  villaggi berberi e vicoli dei souk trova l’ispirazione per le sue tele.

Alla ricerca di un rifugio lontano dal caos cittadino per isolarsi dal mondo e dipingere in tranquillità, il pittore acquista un terreno con l’idea di trasformarlo in un lussureggiante giardino, una sorta di versione personale del celebre giardino di Claude Monet a Giverny.

Influenzato dal fascino per la cultura marocchina, dalla botanica e dai colori vibranti, l’uomo inizia a raccogliere differenti tipi di piante esotiche e rare provenienti da tutti i suoi viaggi in giro per il mondo e li mescola con gli elementi dell’arte islamica.

Nel 1931 Majorelle commissiona all’architetto Paul Sinoir la costruzione di una villa in stile moresco, con abitazione al primo piano, studio d’artista al piano terra e con le pareti colorate di un particolare blu, che prenderà poi il nome di “blue majorelle”.

L’edificio sorge all’interno di un palmeto attorno al quale si sviluppa tutto il resto del giardino con, oltre alla vegetazione rigogliosa, fontane, laghetti, pergolati.

Questo meraviglioso spazio verde viene aperto al pubblico nel 1947, ma, dopo la morte di Majorelle nel 1962, finisce in uno stato di abbandono.

 

Yves Saint Laurent’s love.

Prima di Marrakech, tutto era nero. Questa città mi ha insegnato cosa sono i colori e ho abbracciato la sua luce, i suoi sfacciati contrasti e le sue intense invenzioni”.

Così racconta Yves Saint Laurent il suo amore per la città marocchina, lo stesso sentimento che prova anche quando vede i giardini Majorelle.

Resta a tal punto incantato da “quest’oasi in cui i colori di Matisse si mescolano a quelli della natura” da decidere, nel 1980, assieme al suo compagno Pierre Bergé, di comperarla.

Siamo stati sedotti da questa oasi dove i colori di Matisse si confondono con quelli della natura." - ricorda Bergè -"Così, quando abbiamo appreso che il giardino sarebbe stato venduto e sostituito da un albergo, abbiamo fatto tutto il possibile per fermare questo progetto. Così un giorno siamo diventati proprietari del giardino e della villa."

Negli anni questo piccolo eden diventa per il designer un’inesauribile fonte d’ispirazione e la casa blu, ribattezzata Villa Oasis, si trasforma nel suo buen retiro preferito.

La connessione con i giardini cresce così tanto con il passare del tempo che, alla sua morte, nel 2008, le ceneri di Saint Laurent vengono sparse su un roseto all’interno dell’orto botanico.