FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

Tutti odiano i cellulari eppure Apple non ha mai venduto così tanto La dicotomia delle dipendenze digitali

Dumb phone, doom scrolling, raw-dogging, digital detox. Negli ultimi cinque anni sono stati molti i trend che hanno scandito la nostra relazione con gli smartphone, oggetti che in poco più di un decennio sono passati dall’essere la più grande rivoluzione tecnologica a diventare una delle principali fonti di disagio e dipendenza. Se fino a poco tempo fa si parlava dei Millennial e della Gen Z, oggi è la Gen Alpha a guidare la conversazione: secondo McCrindle, trascorre in media 7 ore e 22 minuti al giorno davanti a uno schermo. Eppure, per quanto la Gen Z sembri opporsi all’uso dei cellulari, creando continuamente trend per “staccarsi” dal digitale, Apple ha appena registrato il suo terzo trimestre più redditizio degli ultimi anni, e lo ha fatto senza nemmeno lanciare un nuovo iPhone.

Tim Cook ha dichiarato che saranno gli ultimi mesi del 2025, con il debutto dell’iPhone 17 Air e Pro, a segnare un nuovo record di vendite per l’azienda di Cupertino. Eppure, come riporta il New York Times, gli analisti non erano così ottimisti. Le difficoltà legate ai dazi commerciali, dovute alla produzione in Cina, e la scarsa integrazione di sistemi di intelligenza artificiale avevano alimentato i dubbi. Nonostante ciò, i numeri raccontano un’altra storia: i ricavi trimestrali sono saliti dell’8% rispetto all’anno precedente, superando per la prima volta i 100 miliardi di dollari, mentre i profitti sono cresciuti dell’86%. Tutto questo in un momento in cui, culturalmente, la narrativa collettiva sembra voler abbandonare proprio il prodotto che ha reso Apple ciò che è.

Presto non esisteranno più smartphone

@sineadbovell

Smartphones and the Internet (as we currently know it) will eventually go away. An agent- first world changes what we need from our devices and how much we need to look at screens. Which changes who and what will need to be on the Internet in its current form. This isn’t me personally building this and making it happen. The trend lines and investments have, for years, pointed to what changes are on the horizon. The biggest smartphone providers in the world have been investing in what they believe will be the next device. AI companies like OpenAI are also acquiring device companies. These changes aren’t going to happen overnight. I’m talking YEARS from now. But we are at the beginning of the end of the smartphone era. I’ve written and posted at length about the challenges that need to be solve with ai agents, along with the ethics and security vulnerabilities.

original sound - Sinead Bovell

La contraddizione è evidente. Da una parte la società è ossessionata dal distacco, dal “ritorno alla realtà”, dal tempo lontano dagli schermi. Dall’altra, il mercato non accenna a fermarsi, anzi, più cerchiamo di liberarci dal telefono, più finiamo per usarlo per farlo. E in questa tensione, Apple continua a prosperare, anche se sembra che il regno di Cupertino non resterà intatto per molto a lungo, almeno non come lo immaginiamo. Forse non è proprio una casualità che la Big Tech per eccellenza non sia interessata ad investire sull'AI

Wired racconta che in un futuro non troppo lontano, potremmo svegliarci senza più sentire il bisogno di guardare un display. Gli schermi, simbolo di un’epoca di connessione costante e distrazione, potrebbero scomparire, sostituiti da wearable e intelligenze artificiali diffuse nell’ambiente. Case, auto e oggetti saranno in grado di anticipare i nostri bisogni, e la voce diventerà la principale forma di interazione. Sarà l’“era del de-screening”, un passaggio che cambierà per sempre il modo in cui viviamo la tecnologia.

Come sarà l'AI nel futuro?

Anche Bloomberg sottolinea come il silenzioso distacco di Apple alla corsa per l’AI non sia involontario. Mentre rivali come Google, Meta e Microsoft inseguono modelli linguistici sempre più complessi, Apple si concentra sull’integrazione impercettibile dell’AI nei propri ecosistemi. Un’AI invisibile, che non si mostra ma accompagna: secondo gli analisti, questa strategia mira a evitare l’effetto “saturazione tecnologica” che sta alimentando il crescente desiderio di semplicità, soprattutto tra le generazioni più giovani.

La verità è che, volenti o nolenti, non stiamo andando verso un mondo senza tecnologia, ma verso una tecnologia senza mondo visibile. I telefoni potrebbero sparire, ma l’intelligenza artificiale sarà ovunque, proprio come in 1984 di Orwell. Onnipresente, silenziosa ma costantemente attiva, probabilmente secondo le stime di Wired, entro il 2040 saremo abituati a vivere immersi in un ambiente intelligente, dove ogni gesto e ogni parola verranno interpretati e tradotti in dati e l’AI sarà integrata nelle nostre abitudini quotidiane al punto da diventare impercettibile.

Non ci sarà più bisogno di tenere in mano un dispositivo, perché il dispositivo sarà ovunque, quindi gli schermi saranno pressocché inesistenti. È qui che risiede la vera contraddizione del nostro tempo: mentre sogniamo un ritorno alla libertà e alla disconnessione, ci avviciniamo a un’era in cui la connessione sarà totale, permanente, ininterrotta. A che stagione di Black Mirror ci ritroveremo?