
"Non essere cattivo" è già un cult del cinema italiano Sono passati solo dieci anni dall’uscita del film di Claudio Caligari, ma dal suo arrivo tutto è cambiato
Claudio Caligari ha avuto il tempo di fare solo tre film, che però hanno avuto un impatto tale da rimanere indelebili, incancellabili nella storia del cinema italiano - ed è proprio questa la qualità dei grandi. Uno di loro, l’ultimo, ha persino rivoluzionato il settore: c’è un prima e c’è un dopo Non essere cattivo (2015), è impossibile negarlo. In occasione del suo decimo anniversario, il film torna nelle sale con alcune presentazioni ufficiali, come la proiezione speciale durante la 20esima Festa del Cinema di Roma, e con omaggi preziosi come il poster realizzato per l’occasione dal noto fumettista Gipi. Ma la verità è che, nel corso di questo decennio, non si è mai smesso di parlare di Non essere cattivo, nemmeno una volta. È stato il metro di giudizio con cui qualsiasi opera italiana successiva si è dovuta confrontare, impossibilitata a scavalcare una pietra che è e si può già definire miliare, la quale ha segnato uno spartiacque irreversibile nel tessuto culturale cinematografico italiano.
Un’operazione che comunica con continuità con i film precedenti realizzati da Caligari: il debutto intramontabile e decisivo di una periferia come l’Ostia di Amore tossico(1983) e la vita notturna del rapinatore-poliziotto Remo Guerra ne L’odore della notte(1998). Nato documentarista, originario di Arona, Claudio Caligari si è mosso continuamente tra il cinema di finzione provando a fare da aiuto regista a Marco Bellocchio, Pier Paolo Pasolini e Marco Ferreri. Ha cominciato però a muovere i primi passi nel mondo documentario, dove ha saputo trarre gli strumenti per ritrarre poi così bene le vite periferiche dei suoi personaggi. Non essere cattivo è infatti un mix di questa duplice anima.
@artesettima Accattone (1961), il primo film di Pier Paolo Pasolini. Storia di un ragazzo di vita divenuto martire. #artesettima #pierpaolopasolini #pasolini #accattone #ragazzidivita #cinema #cinemaitaliano #CinemaTok #filmtok #perte #neiperte #andiamoneiperte eleanor rigby -
Il titolo è, di fatto, il doppio proseguimento di due strade ben distinte. Da una parte del suo debutto alla fiction Amore tossico, dall’altra è stato considerato dal regista e sceneggiatore stesso (alla scrittura con Francesca Serafini e Giordano Meacci) come un ideale seguito dell’Accattone del citato Pasolini. Come se il Cesare di Luca Marinelli e il Vittorio di Alessandro Borghi fossero i figli dei figli del personaggio e della generazione del Cataldi Vittorio di Franco Citti del 1961 – la ripresa del nome, di fatto, non è una coincidenza. Poi, come spesso capita a coloro che sono destinati a diventare grandi, è la sorte a mettercisi di mezzo. A dettare gli incastri che avrebbero contribuito ad alimentare il mito, che ancora oggi viene di fatto tramandato.
@netflixit Borghi + Marinelli = Non essere cattivo #cinematok #alessandroborghi #lucamarinelli #filmtok #netflixita original sound - Netflix Italia
Da Amore tossico a L’odore della notte erano passati quindici anni. Tanti erano stati i progetti cercati di portare a compimento, ogni volta nessuno in grado di salpare. E altrettanti ce n’erano stati prima di arrivare a Non essere cattivo, che ci mise anni per raggiungere il finanziamento adeguato per partire. A caldeggiare la riuscita di quest’ultimo era stato Valerio Mastandrea, protagonista del secondo lungometraggio di Caligari, amico che si impegnò come produttore delegato per portare a compimento il progetto, tanto da seguirlo anche dopo l’imminente morte del regista subito dopo aver chiuso la fase di montaggio. Una dipartita avvenuta a seguito di una lunga malattia e che non gli ha concesso di assistere allo stravolgimento che Non essere cattivo ha apportato al panorama nostrano. Caligari, da sempre indipendente e militante, aveva saputo mettere insieme gli elementi giusti per fondere piacere del pubblico e gusto cinefilo e critico, osando anche nello scegliere volti a cui sarebbe per sempre cambiata la vita e lanciando un modo di fare cinema.
Dieci anni di Non essere cattivo significano anche dieci anni di questa foto: Luca Marinelli, Valerio Mastandrea e Alessandro Borghi nel novembre del 2015, a Los Angeles, per il tour promozionale per gli Oscar. Scatto - meraviglioso - di Riccardo Ghilardi. pic.twitter.com/ZFifntnQSs
— Gianmaria Tammaro (@jan_novantuno) October 12, 2025
Entrambi già con una carriera più o meno avviata, con Luca Marinelli che aveva debuttato sul grande schermo con Saverio Costanzo nel 2010 con La solitudine dei numeri primi, è innegabile come Non essere cattivo abbia fatto in modo di consolidare gli attori che, dopo l’uscita del film di Caligari, divennero due «divi» nell’accezione più tradizionale che esista e che, in Italia, non può essere certo applicabile a tutti gli interpreti. Con un rafforzamento ulteriore sempre per Marinelli, che nello stesso anno avrebbe vestito anche gli appariscenti panni de lo Zingaro in Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, mentre Alessandro Borghi si affacciava nel Suburra di Stefano Sollima che, con l’aiuto di Non essere cattivo, avrebbe permesso l’ampliamento e l’esplorazione del suo personaggio Aureliano Adami nell’omonima serie Netflix.
Luca Marinelli e Alessandro Borghi riuniti sul red carpet di #RoFF20 per i dieci anni di Non Essere Cattivo e la scomparsa del grande maestro Claudio Caligari. pic.twitter.com/xFQycPTQem
— Rebelle Vague (@rebellevague) October 18, 2025
L’unione della scommessa dei due protagonisti e l’adattamento degli animi noir alla voracità romana hanno permesso a Non essere cattivo una commistione di identità che, fuse insieme, ne hanno creata una nuova. Originale, inattesa, entusiasmante. Che riverbera dieci anni dopo, ma continuerà a farlo indubbiamente nei prossimi venti, trenta, cinquanta. E non importa se Martin Scorsese (Martino, come lo chiamava Caligari, che non a caso prendeva ispirazione da Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno) non rispose mai alla lettera d’appello di Mastandrea pubblicata nel 2014 su Il Messaggero, per aiutare a finanziare e sostenere la produzione del film dell’amico. Non essere cattivo ce l’ha fatta da solo.












































