Che cos'è il «chemsex»? E perché è importante parlarne
Sebbene il sesso resti, in diversi contesti, un tema ancora in parte tabù, nella società occidentale la sessualità occupa oggi un ruolo molto più centrale di quanto spesso si riconosca. Il sesso rappresenta una componente essenziale della vita di molte persone, e l’attività sessuale è spesso associata a benessere e libertà personale. Tuttavia, come sottolinea Slate, la globalizzazione ha contribuito a uniformare la sessualità, non solo il modo in cui ci vestiamo, mangiamo o ci approcciamo alla cultura. Secondo l'edizione francese del magazine, questo processo di omologazione avrebbe finito per appiattire le differenze culturali e i modelli propri di ciascuna società. Il risultato è che certe pratiche e tendenze popolari nella cultura occidentale odierna hanno finito per sfociare e influenzare la dimensione sessuale. Un esempio ha a che fare con la crescente normalizzazione dell’uso ricreativo di sostanze stupefacenti e riguarda la sempre maggiore popolarità del cosiddetto «chemsex», che consiste nell’assunzione di sostanze psicoattive in associazione a pratiche sessuali, con lo scopo di intensificarne le sensazioni.
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È importante distinguere il chemsex dall’uso occasionale di sostanze, più o meno forti, durante i rapporti sessuali – ormai relativamente sdoganato in Occidente, soprattutto tra i più giovani. Nel chemsex, infatti, il legame tra sostanza e attività sessuale è strutturale: le sessioni in genere si svolgono in contesti privati organizzati ad hoc o incontri programmati tramite app come Grindr o gruppi Telegram, e non di rado vengono previste più tipologie di stupefacenti. «Le caratteristiche di questi incontri sono che le persone utilizzano le sostanze per prolungare, migliorare e soprattutto per diversificare l’esperienza, quindi il piacere sessuale stesso», precisa a VD News Filippo Leserri, presidente di Plus Roma, associazione che supporta soggetti che vivono con l’HIV o che sono «siero-coinvolte» (cioè toccate indirettamente dall’HIV). «Molte persone – aggiunge Leserri – riferiscono che facendo chemsex si sentono più connesse con gli altri partner e soprattutto si sentono più libere di esplorare una sessualità queer».
Il termine «chemsex» è stato coniato intorno agli anni Duemila dall’attivista e operatore britannico David Stuart nel 2001. Le sostanze sintetiche più frequentemente utilizzate nel chemsex includono dosaggi più o meno controllati di metanfetamine (conosciuta anche come crystal meth) o mefedrone (spesso nota con la sigla MCAT), che agiscono sul sistema nervoso centrale aumentando il desiderio sessuale e prolungando la resistenza fisica, tra le altre cose. L’esperienza, tuttavia, non è priva di rischi. Per questo le sessioni di chemsex vengono solitamente organizzate in contesti considerati relativamente sicuri, anche se il pericolo di sviluppare una dipendenza resta molto concreto – per questo molti operatori del settore ritengono che sia importante parlare del fenomeno con più trasparenza.
INSIDER is sharing now the story of our CEO, Ignacio Labayen de Inza, with the most powerful message: there is certainly life after chemsex, https://t.co/YOvoHLj0W9 pic.twitter.com/3t47Xo1GMh
— Controlling Chemsex (@ControlChemSex) August 7, 2023
Sul piano psicologico, il chemsex può innescare una dipendenza di natura comportamentale: l’uso congiunto di sostanze e pratiche sessuali può indurre a stabilire un’associazione mentale tra il consumo e il piacere, rendendo difficile tornare a una sessualità non mediata da stupefacenti. Le conseguenze del chemsex si estendono anche e soprattutto alla salute fisica, per via della dipendenza che ne può scaturire; la durata prolungata delle sessioni comporta a sua volta rischi significativi. Per questo motivo, diverse strutture e associazioni LGBTQ+ hanno sviluppato programmi di informazione e supporto dedicati, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sul chemsex. Queste organizzazioni, oltre a fare divulgazione sul fenomeno, facilitano l’accesso a servizi di consulenza psicologica e medica a chi ritiene di avere una dipendenza da chemsex.