E se Michael J. Fox non avesse mai fatto Ritorno al futuro? Salti nel passato, licenziamenti e un’istantanea ferma ormai nel tempo
La parte più narrativamente esaltante di Ritorno al futuro è la possibilità di poter essere cancellati dal tempo a causa delle decisioni prese nel “passato”. Passato che è già accaduto per il protagonista Marty McFly, ma che è invece più che presente per i genitori all’epoca del liceo del ragazzo, quegli anni Cinquanta in cui la Delorean del professor Brown lo catapulta e da cui il giovane deve trovare il modo di tornare indietro (o in avanti, per essere corretti).
Un particolare che il suo interprete Michael J. Fox ha riscontrato anche nella vita reale ai tempi della realizzazione del cult di Robert Zemeckis, scritto anche dal regista insieme al co-ideatore del soggetto Bob Gale. Dal 1982 al 1989 andò in onda Casa Keaton, una delle sitcom di maggiore successo del decennio, uno show che fu in grado di conquistare il pubblico e di accendere il primo vero faro su Michael J. Fox, ma anche il motivo iniziale per cui dovette rinunciare al film che lo avrebbe consacrato all’immortalità cinematografica.
Happy Back to the Future Day!
— Total Film (@totalfilm) October 21, 2025
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Da contratto Fox non poteva sottrarsi al set di Casa Keaton, lasciando il posto al collega Eric Stoltz. Originario di Whittier, in California, l’attore classe ’61 sembrerebbe aver girato per un periodo di circa cinque settimane indossando i panni (e soprattutto lo smanicato rosso) di Marty McFly. Fu però licenziato nel bel mezzo delle riprese. La ragione fu l’eccessiva irruenza con cui Stoltz tratteggiava il suo protagonista, privo dell’ironia necessaria che Zemeckis ricercava e che aveva riscontrato in Michael J. Fox fin dal principio. Nessun dramma, anche se non deve essere stata una passeggiata interrompere una produzione già bella che avviata e con molto girato messo da parte.
Lo stesso che, in alcuni punti del film, è stato poi utilizzato, come nei campi lunghi o nei momenti più frenetici in cui non c’è alcun dettaglio su Marty McFly, come nella sequenza dell’inseguimento dei libici e quella in cui Biff riceve un pugno nel caffè prima che Marty scappi sullo skateboard. È qui che viene in mente la fotografia della famiglia McFly e del tempo che scorre prima che tutto torni al proprio posto. Era come se, con Eric Stoltz protagonista, Fox stesse pian piano sbiadendo dal progetto per cui era stato inizialmente considerato, prima che ogni cosa tornasse a filare nel modo giusto rendendo quell’istantanea indelebile.
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Fox promise alla rete che avrebbe dato priorità a Casa Keaton, riuscendo così ad avere il via libera per girare anche Ritorno al futuro, arrivando ad un programma estenuante che lo vide lavorare intorno alle diciotto/diciannove ore al giorno per circa tre mesi. Durante la mattina Fox era impegnato nelle riprese della sitcom, mentre le notti e i weekend erano riservati al film di fantascienza. Ore di sonno private ripagate con l’aver segnato la storia del cinema e aver ricevuto al tempo anche due nomination ai Golden Globe nel 1986, una per la sua interpretazione in Ritorno al futuro, l’altra per la sua interpretazione in Casa Keaton.
Per Eric Stoltz il licenziamento dal film di Zemeckis non fu il capolinea: nel 1985, anno di uscita del cult, comparve in Terrore al luna park di Sean S. Cunningham, Dietro la maschera di Peter Bogdanovich (presentato a Cannes e con Cher che vinse per la miglior interpretazione femminile) e Nome in codice: Smeraldo di Jonathan Sanger. Per anni i rumor attorno a Stoltz e Fox volevano i due in cattivi rapporti. A rompere il silenzio e fare luce sulla questione è stato proprio quest’ultimo quarant’anni dopo il rilascio del film, come raccontato in un’intervista a People in occasione dell’uscita del suo libro Future Boy in cui ripercorre l’esperienza nella trilogia di Ritorno al futuro.
Per la stesura del testo Michael J. Fox si sarebbe messo in contatto con figure chiave sia del progetto che della sua vita in quel momento storico, compresi alcuni colleghi di Casa Keaton. Ha mandato anche un’email a Eric Stoltz, il quale però avrebbe delicato l’offerta. Ma non è finita qui. L’attore avrebbe infatti accettato comunque di incontrare Fox e sembra che i due abbiano avuto «una bella conversazione». «Si è creata tutta questa mitologia su quello che è successo», ha spiegato Fox. «È stato un tradimento? C'erano persone meschine e cattive? No, è semplicemente successo. Abbiamo avuto esperienze diverse con la stessa situazione, si assorbono e si va avanti», dice l'attore. Tra l’altro i due sembrerebbero essersi ricordati di essersi conosciuti molto prima dei fatti di Ritorno al futuro, quando entrambi fecero un provino per Cavalli di razza di Franc Roddam leggendo persino una scena insieme, ma nessuno dei due venne preso.
Dopo tanti anni e tante speculazioni, sembrerebbe che Fox e Stoltz siano ora in ottimi rapporti. Sempre nel 2025, in occasione di un panel su Ritorno al futuro alla convention Calgary Expo, Michael J. Fox avrebbe definito il collega un attore splendido oltre che una persona fantastica: «È diventato un amico e una persona con cui mi sono divertito parlando di questa storia e di come siamo finiti in posti diversi. Ho imparato molto da lui sull'accettazione e sulla perseveranza». Un epilogo degno di un blockbuster hollywoodiano. Anche se chissà cosa accadrebbe se Stoltz potesse davvero, come Marty McFly, tornare indietro nel tempo.